Allora giovani! L'idea e' questa: In questo forum ho notato che ci sono molte persone con gusti musicali veramente differenti l'uno dall altro! Per questo avevo pensato che si potesse aprire una discussione in cui ognuno di noi puo' consigliare l'ascolto di un determinato album a tutti gli utenti! Ognuno dovra' quindi postare una breve recensione di 2 ALBUM A SETTIMANA e inserire 2 canzoni per album attraverso i links YOU TUBE 1 volta la settimana !
Potete commentare gli album proposti a questo link :
Bello questo topic!!! Io Consiglio Black simphony dei within tempation!!! La voce della cantante Sharon den Adel è davvero la voce di un angelo e fa sognare!!!
Ascoltando il gruppo consigliato da Milena mi e' venuto in mente un bellissimo album di un gruppo che mi fu consigliato a sua volta proprio su queste pagine da CICCIO . Sto parlando dei : NIGHTWISH.
Mentre i Within Temptation fanno una musica con chiarissime influenze goth , i Nightwish ricalcano piu' la scena metal pero' con una cantante (lirica) che non e' da meno dal gruppetto amato da Milena.
Mi sento di consigliarvi sentitamente uno dei loro album migliori : ONCE
vi quoto un piccolo trafiletto estratto da WIKIPEDIA:
CITAZIONE
Once è il quinto album del gruppo musicale finlandese Nightwish, pubblicato il 7 giugno 2004 da Nuclear Blast Records. Spinefarm Records ha pubblicato il 24 novembre dello stesso anno la versione Platinum con due bonus track (White Night Fantasy e Live To Tell The Tale) e il videoclip della canzone Nemo.
L'album nelle prima settimane dall'uscita ha raggiunto la prima posizione nelle classifiche di Germania, Finlandia, Norvegia e Grecia, ed ha venduto 80.000 solo in Germania.[senza fonte]
Dall'album sono stati ricavati quattro singoli: Nemo, Wish I Had an Angel, Kuolema tekee taiteilijan e The Siren.
Con la band ha suonato l'orchestra sinfonica Academy of St. Martin in the Fields
La copertina dell'album mostra l'immagine di un angelo femmina appoggiato, in posizione stremata, su di un monumento sul quale è incisa la scritta "Once". Tale figura è racchiusa da un cerchio nella versione normale dell'album, mentre copre tutta la copertina nella versione Platinum. La scultura originale di questa copertina si trova a Roma nel Cimitero acattolico, accanto alla Piramide Cestia.
ecco la tracklist 1. "Dark Chest of Wonders" 4:28 2. "Wish I Had an Angel" 4:05 3. "Nemo" 4:36 4. "Planet Hell" 4:38 5. "Creek Mary's Blood" 8:29 6. "The Siren" 4:45 7. "Dead Gardens" 4:28 8. "Romanticide" 4:58 9. "Ghost Love Score" 10:02 10. "Kuolema Tekee Taiteilijan" 3:58 11. "Higher Than Hope" 5:37 12. "White Night Fantasy" (Bonus Track Edizione Platinum) 4:04 13. "Live to Tell the Tale" (Bonus Track Edizione Platinum) 5:02
In particolare da questo album vi consiglio :
NEMO che e' tra l'altro la mia canzone preferita in tutto l'album!
I WHIS I HAD AN ANGEL che e' sicuramente uno dei loro pezzi migliori in assoluto!
Edited by GODZILLA - GranMasterZilla - 21/5/2011, 21:52
1 Sehnsucht* 2 Engel 3 Tier 4 Bestrafe mich 5 Du hast 6 Bück dich 7 Spiel mit mir 8 Klavier 9 Alter Mann 10 Eifersucht 11 Küss mich (Fellfrosch)
Formazione
Till Lindemann - voce Christian Lorenz - tastiere Paul Landers - chitarra / voce addizionale Richard Kruspe - chitarra / voce addizionale Oliver Riedel - basso / voce di supporto in "Sehnsucht " & "Bück dich" Cristoph Schneider - batteria
Tutti i pezzi sono stati scritti & composti dai Rammstein *Sehnsucht Testo Rammstein/Musica Rammstein-Orgasm Death Gimmicks
Il Tanz/Metal rammsteiniano è tornato con un nuovo Album. Va subito detto che questo Album, a differenza di Herzeleid conta più su una massiccia dose di effetti e tastiere abbassando leggermente il muro sonoro delle chitarre. Ma ora andiamo ad analizzare il disco traccia per traccia
Sehnsucht : La Titletrack va ad aprire il nuovo album e l'ascoltatore viene accolto da una musica che sa tanto di orientale fino ad attacco delle chitarre distorte del duo Kruspe/Landers. Bastano pochi giri di chitarra ed il basso di Olli Riedel prende il sopravvento ed indica la strada per un pezzo molto limpido, ben curato supportato da un cantato più maturo e meno grezzo di Lindermann Engel : Uno dei pezzi migliori del disco. Anche stavolta le chitarre si limitano a fare le comparsate nei ritornelli lasciando al combo basso/batteria il ruolo principale. Il tutto viene arricchito da un intro (e outro) di fischi ed un duetto vocale con una ragazza che rendono il pezzo ancora più godibile (NOTA: è stato girato un video) Tier: Questa canzone verrà ricordata semplicemente perchè è un terribile plagio di una canzone dei Die Krupps. Pezzo normalissimo senza arte né parte. Bestrafe mich : Anche questa canzone arranca di brutto rispetto alle prime due tracce del disco. Pezzo abbastanza piatto e povero di idee. Du hast : Capolavoro assoluto del disco. I Rammstein rialzano prepotentemente la testa e tirano fuori un pezzo semplice ma di una bellezza unica. Le tastiere di Flake prendono il predominio sulla canzone e tutti gli altri seguono alla grande (NOTA: è stato girato un video) Bück dich : Testo molto esplicito e diretto per la traccia n°6. Pezzo simpatico e coinvolgente che fa ben sperare per il seguito del disco. Spiel mit mir : Pezzo normalissimo ma che risulta meno banale di "Tier" e "Bestrafe Mich". Non si fanno i salti di gioia ma si riesce ad ascoltare tranquillamente Klavier : Di questa canzone si potrebbe dire che è il continuo di "Seemann". L'idea di base è la stessa: grande giro di basso per la strofa e chitarroni distorti per il ritornello. La nota positiva è che, a conti fatti la canzone risulta migliore della vecchia "Seemann" Alter Mann : Altro pezzo anonimo del disco che si lascia skippare senza troppi problemi Eifersucht : Pezzo molto dance (il più Tanz di tutti) che rende il disco ancora più esotico e simpatico. Küss mich (Fellfrosch) : Chiusura col botta (e con le risate) per i Rammstein. Pezzo danzereccio e con un ritornello accompagnato da versi di una rana che ha il suo perchè. Piccola chicca facile da apprezzare
Voglio segnalare questo album di Ornella Vanoni che risale al 2008, ma che ho scoperto da poco, su suggerimento di un caro amico musicista e devo dire che ne sono rimasta incantata. Il titolo dell'album è "Più di me" e contiene undici brani, fra cui alcuni celebri della cantante, reinterpretati assieme ad artisti di spicco della musica italiana, come Ramazzotti, Giusy Ferreri, Jovanotti, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, Claudio baglioni, i Pooh, solo per citarne alcuni. Le mie preferite in assoluto sono "Amiche mai", uno splendido duetto assieme ad una sempre grande Mina e "Io so che ti amerò" con Jovanotti.
Edited by GODZILLA - GranMasterZilla - 21/5/2011, 21:53
1. Mein Herz brennt 2. Links 2 3 4 3. Sonne 4. Ich will 5. Feuer frei! 6. Mutter 7. Spieluhr 8. Zwitter 9. Rein raus 10. Adios 11. Nebel
Formazione
Till Lindemann - voce Christian Lorenz - tastiere Paul Landers - chitarra / voce addizionale Richard Kruspe - chitarra / voce addizionale Oliver Riedel - basso / voce di supporto in "Feuer Frei" Cristoph Schneider - batteria
Tutti i pezzi sono stati scritti & composti dai Rammstein
Il Tanz-Metal dei Rammstein si appresta ad attuare una nuova evoluzione sonora che porterà il gruppo a cercare suoni più cupi con effetti taglienti amplificando nuovamente il muro sonoro delle chitarre. Dopo il lavoro molto Tanz è luminoso di Sehnsucht, i Rammstein ci presentano un lavoro cupo e cattivo al punto giusto.
Mein Hertz Brennt: Iniziamo il disco con un bell'intro effettuato stavolta dal cantante Lindermann che, introduce assieme al tastierista Flake ad una opener molto d'impatto e dal risultato finale ottimo. Chitarre semplici ma traglienti al punto giusto ed un drumming perfetto. Links 2-3-4: Traccia che si apre con una marcia tipicamente militare abilmente gestita da Flake che porta i Rammstein dentro ad una presa di posizione contro chi li giudica nazisti. Pezzo bellissimo con un muro sonoro tagliente ed un testo perfetto. (NOTA è stato fatto un video) Sonne: Capolavoro assoluto del disco (e forse dell'intera discografia dei Rmmstein). Si parte con un conteggio che, arrivato al 9 fa partire una potenza sonora unica nel suo genere. Riff semplice ma di una perfezione unica. Alla fine una lunga pausa riflessiva condita dal canto dolce (e malinconico) di una voce femminile. Da Antologia il ritornello (NOTA è stato fatto un video) Ich Will : Altro pezzo da 90 del disco. Si parte con il Trio Lindermann/Kruspe/Landers che intona più volte la parola "Ich Will" che fa da apripista per un muro sonoro d'impatto dove, il basso di Riedel, accompagnato dal drumming Schneider in maniera perfetta e millimetrica. Punto forte della canzone il ritornello ed il bridge. (NOTA è stato fatto un video) Feuer Frei: I Rammstein hanno deciso di non mollare il piede sull'acceletore e tirano fuori un altro pezzo granitico e di grande effetto. Pezzo molto veloce e diretto ma con una strutturazione ottima soprattutto per il pogo. Come al solito il ritornello ha il suo perchè ed il bridge è ottimamente curato dalle tastiere di Flake (NOTA è stato fatto un video) Mutter: La Titletrack dell'Album è un chiaro esempio di come si possa creare una canzone d'atmosfera con estrema facilità. Arpeggi chitarristici ottimi, effetti di tastiera emozionanti ed un solo da infarto, il tutto condito da un'esecuzione canora ottima Spieluhr: Pezzo meno coinvolgente dei primi 6 ma con risultati più che buoni. Anche stavolta il ritornello condiviso da Lindermann e gli effetti digitali di Flake portano esiti più che positivi Zwitter: I Rammstein alzano il piede dall'acceleratore e ci offrono una canzone normalissima senza troppe pretese che, comunque si fa ascoltare senza troppi problemi Rein Raus: Vale lo stesso discorso di Zwitter. La canzone in se non è malvagia anzi però ne esce con le ossa rotte se, paragonata alle prime 6 tracce Adios: Ennesimo pezzo da 90 del disco. Inizio veramente tranquillo che muta ben presto per offrire all'ascoltatore l'ennesimo pezzo rapido e tagliente. Kruspe offre una performance di chitarra ottima e Flake si improvvisa aiuto batteria. Pezzo riuscito pienamente Nebel: I Rammstein chiudono l'Album con un pezzo tranquillo e molto atmosferico che ha il suo perchè. Questa improvvisa tranquillità rende il disco perfetto.
....quando uscirono PUNISHMENT IN CAPITALIS e LEADERS NOT FOLLOWERS dei NAPALM DEATH mi convinsi che oramai nessuno piu' poteva andare oltre nel death metal , perche' il limite finale di DISTRUZIONE TOTALE era stato oramai raggiunto.
nel 2009 mi sono reso conto che mi sbagliavo
PESTILENCE resurrection macabre (2009) 1. Devouring Frenzy 02:54 2. Horror Detox 03:20 3. Fiend 03:29 4. Hate Suicide 04:18 5. Synthetic Grotesque 03:57 6. Neuro Dissonance 03:28 7. Dehydrated II 03:47 8. Resurrection Macabre 03:47 9. HangMan 02:52 10. Y2H 03:39 11. In Sickness and Death 05:00
I Pestilence , uno dei gruppi death metal piu' controversi della scena metal tornano dopo ben 16 ANNI DI SILENZIO (senza considerare un paio di best of e un live recente) . LA loro carriera e' veramente assurda . Dopo due albums a dir poco ECCEZIONALI (Malleus Maleficarum e CONSUMING IMPULSE) , a mio avviso fra i migliori album death/trash mai concepiti , prendono nel giro di poco una piega totalmente diversa con altri due album che sfiorano il prog metal. Caduti oramai nel dimenticatoio nel 1993 , ma sempre nel cuore dei fans , il gruppo ritorna con un album che riscrive TOTALMENTE le sorti del DEATH METAL MONDIALE . Undici brani violenti , distruttivi , deleterei che spazzano via la piattezza venutasi a creare a causa dei tanti gruppi/clone nati nell ultimo decennio.
L'album riprende la carriera dove CONSUMING IMPULSE si fermava , facendo evolvere incredibilmente la band. Per carita' , lungo i 40 minuti riecheggiano influenze alla MALEVOLENT CREATION e soprattutto MORBID ANGEL , ai quali la band deve moltissimo , ma nonostante cio' l'album scende giu' che e' un amore....come una tanica di vetriolo corretta all acido muriatico.
ma veniamo ai singoli brani :
CITAZIONE
1. Devouring Frenzy 02:54
L'album si apre con dei suoi gutturali non ben definiti che fanno da apripista ad un brano che non lascia superstiti . L'influenza dei morbid angel di FFttF e' chiarissima gia' dai primi accordi . I PESTILENCE SONO TORNATI , e questo brano lo dimostra pienamente
CITAZIONE
2. Horror Detox 03:20
Uno dei miei pezzi preferiti. Questo brano , nonostante la doppia cassa sparata a mille , mi ricorda tantissimi i riff trash anni 80 pero' rivisti e corretti e totalmente al passo coi tempi. un brano che difficilmente vi si togliera' dalla testa. ah no scusate..........ve l'hanno appena staccata i pestilence ^^
CITAZIONE
3. Fiend 03:29
Ecco. questo si che e' uno di quei brani di cui un VECCHIO DEATH METHALLIAN andato con gli anni ha bisogno ! Nuovamente la band da sfoggio di se stessa riuscendo a produrre un brano che prende a piene mani dal trash old style pur non dimenticando di essere nel 2k e rotti. L'influenza dei Morbid angel qui e' evidentissima , soprattutto per l'assolo.
CITAZIONE
4. Hate Suicide 04:18
Death Metal puro con tanto di reminiscenza Doom alla Bolt Thrower. un brano che non fa l'album ma si fa ascoltare.
CITAZIONE
5. Synthetic Grotesque 03:57
Questo brano ricalca un po' COnsuming Impulse ricordando qualcosa dal loro famosissimo album , una batteria che sembra sempre di piu' voler uscire dalle casse con torni sempre piu' martellanti . Un riff di fondo molto anni 80 corredato da una ritmica tipicamente Napalm Death . Ottimo brano.
CITAZIONE
6. Neuro Dissonance 03:28
Questo brano pur mantenendo le tonalita' fino ad ora proposte sembra operare un breve ritorno ad albums come TESTIMONY OF THE ACIENTS risalente al loro stesso periodo PROG ma riuscendo dove allora avevano sbagliato : restare DEATH METAL dall inizio fino alla fine!
CITAZIONE
7. Dehydrated II 03:47
Ritornano le autocitazioni! Riprendendo Dehydrated (UNO dei migliori brani del loro album CONSUMING IMPULSE) l'album comincia a riprendere la piega proposta inizialmente andando a pestare sempre e sempre di piu' senza lasciare nulla di chi ascolta. Qui l'influenza dei Morbid angel e' ancor piu' marcata , soprattutto nel riff che precede il ritornello (che non fa altro che dire DEHYDRATED ) Ottimo ottimo brano!
CITAZIONE
8. Resurrection Macabre 03:47
...inizialmente ero convinto di aver sbagliato cd nel lettore pensando di stare ascoltando GOD OF EMPYTNESS dei Morbid Angel ...ma per fortuna la sensazione dura poco! Questo e' sicuramente uno dei migliori brani dell album . Un riff ridodante e in continuo crescendo con una batteria eccezionale che sa quando far salire di giri il brano . Chiarissime reminiscenze DOOM con una pessima scelta del virtuosismo chitarristico pero'
CITAZIONE
9. HangMan 02:52
Questo potrebbe sembrare uno dei brani meno interessanti dell album , prima di tutto in quanto ci sono dei momenti in cui sembra quasi che la band stessa non sappia "cosa fare" il che puo' risultare alquanto irritante da parte di chi ascolta. Un riff un po' inconcludente che sfocia nel vecchio prog di cui sopra. Buoni alcuni momenti , come quando viene decantato il titolo dell album . Il brano non l'avrei inserito nel cd perche' stona un po'.....................
CITAZIONE
10. Y2H 03:39
Qui siamo in pienissimo CONSUMING IMPULSE. L'influenza del loro secondo brano e' chiarissima . Buono il brano , ma li preferisco nell originalita' moderna ^^
CITAZIONE
11. In Sickness and Death 05:00
Questo brano mi ha ricordato per certi versi alcuni vecchi brani di doom metal rivisti e corretti. Non mi e' piaciuta molto questa ending track . Un po' troppo anonima come scelta di chisura album . Un album che riscrive totalmente le sorti di un album a dir poco eccezionale.
VOTO FINALE = 9
Infine un bel 9 pieno pieno i PESTILENCE se lo meritano. Dopo piu' di 15 anni che non mettevano mano ai loro strumenti sono toranti ad un album che spazza via veramente tanta immondizia , e nonostante qualche inciaspicatura qua e la rimane un ottimo prodotto.
Da poco e' uscito un nuovo album (marzo se non sbaglio) mi auguro che abbiano mantenuto gli stessi torni.
UNEXPECTED FATE - 2009 Tracklist: 1. Unexpected Fate 2. Aces Of Blasphemy 3. Salvation For Sale 4. Use Your Brain 5. Micro VIP 6. Bastards 7. Buried Alive By Trash 8. The Counter-Crusade 9. The Prediction 10. In The Name
Line-up: AC Wild - Vocals, Bass, Keyboard Andy Panigada - Guitar Manu - Drums
....nel 2009 esce un nuovo album della band. una semi-reunion che li vede nuovamente insieme ,eccetto che per Rob Klister, per dimostrare a tutti chi sono i Bulldozer e che sono ancora i veri maestri della scena metal italiana! 37 minuti di speed metal old style che sgorga dalle casse in modo assordante e dirompente. Tutti i brani,eccetto uno,furono scritti verso la fine degli 80 durante l uragano "neurodeliri". il sound e i riff non fanno rimpiangere i fasti di un tempo e il disco riesce egregiamente
a ripercorrere la strada già solcata precedentemente dal gruppo senza far rimpiangere i vecchi album! di seguito ho inserito la recensione dell album proposta dal sito truemetal.it . in appendice trovate un intervista ad AC Wild che spiega l album brano per brano e da voce a questi signori di un genere che non morirà mai! un salto indietro di 20 anni che ogni "metallaro" è in dovere di fare! buona lettura!
LA MIA OPINIONE non avete idea quante volte ho scritto e cancellato questa mia piccolissima recensione.......... perche'? perche' mi risulta veramente molto difficile "giudicare" questo album.
Ho ascoltato questo album come faccio di solito con molti altri. Col cuore , prima , e col cervello , poi.
Con il cuore questo album rientra gia' dalle prime note nei miei album preferiti della band (subito dopo NEURODELIRI OVVIAMENTE!!!) . Per me ascoltare UNexpected fate e' come fare un salto temporale di 20 anni ! Ascoltando questo album mi e' sembrato che fossimo ancora nel lontanissimo 1990 , cioe' quando lo stanard dello speed trash erano gruppi come TESTAMENT e OVERKILL (stiamo parlando di speed trash metal , occhio!) e questo album ne ripercorre perfettamente ed egregiamente i binari solcati da quelle bands. In questo album si sentono perfettamente le influenze di gruppi come SLAYER (veramente tanto!) e le note non fanno disdegnare i precedenti dischi . Una manna dal cielo che spacca e squarcia come non mai. I Bulldozer sono tornati e lo hanno fatto in grande stile! .....certo...se mi limitassi a scrivere note positive e intessere lodi per questo album mentieri. Oggi , ahime' , non siamo nel 1990 e di acqua ne e'passata sotto i ponti. Si , i brani sono tutti molto potenti e ti entrano immediatamente in testa, ma ascoltando i brani , e soprattutto liriche e cori , ti accorgi subito che questo e' un album fortemente anacronistico. Voglio essere cattivo , molto cattivo , e in tal riguardo vorrei citare uno stralcio dell intervista di AC WILD dove dice di aver semplicemente rispolverato brani gia' scritto in passato per questo disco. Ascoltando l'album questa "nota" si sente e si sente parecchio , e se volessi malignare penserei che e' uno "scudo" che lui ha voluto creare per difendersi da eventuali critiche (negative). Bello. Gran bell album , ma io non so piu' se oggi e' ancora tempo per certa musicalita' dei brani.
In ogni modo A me l'album e' piaciuto , anche se con qualche se e qualche ma . Pero' , ahime' , resto dell opinione che albums come IX e NEURODELIRI restino comunque molto avanti , addirittura a quest'ultimo LP. LONG LIVE BULLDOZER !!
HELLOWEEN Keeper of the Seven Keys, Pt. 1 1. "Initiation" Hansen 1:21 2. "I'm Alive" Hansen 3:23 3. "A Little Time" Kiske 3:59 4. "Twilight of the Gods" Hansen 4:29 5. "A Tale That Wasn't Right" Weikath 4:42 6. "Future World" Hansen 4:02 7. "Halloween" Hansen 13:18 8. "Follow the Sign"
Dopo un esordio molto SPEED METAL style , il gruppo tedesco Helloween immette nello scenario Metal mondiale uno dei migliori album in assoluto che Heavy Metal band avrebbe mai potuto concepire. 40 minuti di musica che sprigionano energia dalle casse riuscendo addirittura a gettare le fondamenta di un genere che seppur fino a quel momento abbozzato sarebbe stato di li a breve uno dei generi piu' quotati : IL POWER METAL.
Non esiste un solo brano in questo album che stoni. 6 tracce stupende che difficilmente non riescono a farsi ascoltare e riascoltare. Brani come I AM ALIVE , FUTURE WORLD , TWILIGHT OF THE GODS e la titletrack HELLOWEEN sono dei veri e propri esempi di come fare metal. Brani veloci e potenti , mai stonati con liriche e melodie elevatissime , guidate dal bravissimo MIcheal Kiske che seppe dare un impronta molto singolare alle produzioni del gruppo , incluso lo stile che tuttoggi viene ricercato da tantissime bands. Un album che nessun appassionato di metal puo' lasciarsi scappare. In appendice la titletrack , un brano di oltre 10 minuti che include una quantita' di riffs enorme , dalla quale avrebbero potuto estrarre almeno 10 brani! Veramente un album stupendo.
L'album fu prodottodalla NOISE che nel 1987 era veramente difficile da reperire in Italia , e pensate che alla sua uscita dovetti farmelo arrivare direttamente dalla germania ! In quel periodo sulle riviste Metal non si parlava di altro ! Anche se gli esordi furono un po' inciaspicanti , questo album fini' per scavalcare ogni vetta.
Una delle curiosita' che mi ha sempre colpito , ed e' riportata anche sulla pagina wikipedia dell album , sta nel fatto che inizialmente questo album doveva essere distribuito in doppio vinile , includendo KEEPER OF THE SEVEN KEYS PT2 (uscito dopo poco) ma che la casa produttrice preferi' produrre a parte.
1. Invitation 01:07 instrumental 2. Eagle Fly Free 05:08 3. You Always Walk Alone 05:08 4. Rise and Fall 04:20 5. Dr. Stein 05:03 6. We Got the Right 05:07 7. March of Time 05:13 8. I Want Out 04:39 9. Keeper of the 7 keys
"People are in big confusion they don't like their constitutions Everyday they draw conclusions And they're still prepared for war" Siamo nel 1988 ....ad appena un anno dal precedente esce la seconda parte dell LP che ha SCRITTO la storia dell Heavy Metal : keeper of the seven keys pt 2 !!!!! Se per alcuni il precedente era passato inosservato , questo continuo non lo fece! Gli helloween schizzarono in cima alle vette degli albums metal piu' venduti in tutto il mondo riuscendo a surclassare altri giganti che stavano cominciando a tremare . Cominciava una nuovissima era per il rock duro : IL POWER METAL. Nel complesso questo e' un album a dir poco eccezionale. Rispetto al precedente, risulta meno grezzo e piu' melodico con sonorita' potenti e piu' potenti brano dopo brano. Un crescendo di bellezza assoluta che non puo' non colpirvi gia' dal primo ascolto. Se ascoltate metal sono sicuro che conoscete ogni singola nota di questo album ... e se non lo avete mai ascoltato vi assicuro che e'veramente IMPOSSIBILE non innamorarsene. Un disco maturo e completo che deve ASSOLUTAMENTE stare nella collezione di qualsiasi amante del rock duro. Qui , con keeper part 2, e' cominciata una NUOVA era che ha portato freschezza e CAMBIAMENTO nel genere. quello che di solito viene contraddistinto con il titolo di MUST HAVE.
I brani presenti stavolta sono 8+1 . Dopo un inizio aperto e trionfale arriva uno dei piu' bei brani del disco EAGLE FLY FREE, una canzone potentissima che sprigiona energia pura dalle casse. Uno dei piu' bei brani metal che io abbia mai ascoltato in tutta la mia vita. You alway walk alone e' invece un brano completissimo , fra variazioni di ritmiche e ritmi incalzanti ne esce una song che difficilmente non riesce a rappresentare la maturita' musicale di questo gruppo. stupenda. RISE AND FALL. il cazzeggio. il cazzeggio piu' totale! Nonostante la band stesse veramente facendo sul serio in questo album , e siano fermamente convinti delle loro capacita' , essi non dimenticano mai una cosa che permette spesso alle persone di eccellere veramente : MAI PRENDERSI SUL SERIO. Un testo assurdo e strampalato accompagnato da una ritmica azzeccatissima . Agli occhi di molti un brano inutile , ma a mio avviso il brano che piu' li contraddistingue. Questi ragazzi stavano scrivendo la storia , non lo sapevano , ma per loro si stavano semplicemente DIVERTENDO. troppo in gamba!
DR STEIN. OOOO! e veniamo ora ad uno dei brani che piu' mi ha fatto impazzire in gioventu'! Il cazzeggio continua, e continua con un brano simpaticissimo con un overture che non puo' strapparvi una risata ad ogni ascolto (anche dopo 25 anni!!!!!!!!!!!!!!) Dr stein sara' anche un minilp vendutissimo e molto ricercato . Non sono mai riuscito a procurarmelo , ma se mi capitasse sottogli occhi credo che ilpensierino ce lo farei , anche solo per abbandonarlo nella collezione. Musicalmente il brano non aggiunge molto all intero album e forse e' la canzone meno interesante , ma almeno per quanto mi riguarda mi evoca immagini e scene importantissime soprattutto ripensando a quando l'ho ascoltavo nel walkman. Vi ricordoinfine che questa canzone e' molto importante per la band soprattutto per quello che ha significato per loro in quel periodo , riuscendo a finire sulla bocca ditutti in quegli anni.
WE GOT THE RIGHT. Signori. fate un passo indeitro , perche' e' di scena la PERFEZIONE. Questo brano e' una delle piu' belle cose che essere umano avesse mai potuto concepire. Un brano struggente con picchi emotivi incredibili. Musicalmente magari sara' una cosa semplice , ma PERFETTA. Qualche sonorita' Iron Maiden totalmente spazzata via dalal superlativa voce di MICHEAL KISKE. Non so voi, ma ogni volta che la ascolto ho i brividi lungo la schiena.
MARCH OF TIME. Dopo un brano SUPERLATIVO ne arriva uno ancora MIGLIORE! QUando ascolti l'abum , questa parte dell ascolto diviene veramente motivo di ORGASMO! Un connubio ECCEZIONALE ! march of time e' secondo me la piu' bella canzone dell album . Un ritmo trascinante e struggente cheregala al metal una vera PERLA NERA rarissima . Un esempio MASSIMO di come si fa il metal. E' impossibile non amare questo brano che rimarra' nel tempo uno dei migliori brani in assoluto della band. Un ritornello che da un pugno tremendo al cuore accompagnato ad una ritmica che ha picchi altissimi che risultano come veri e proprie bolle psichiche per la mente. STUPENDO! SUPERLATIVO! ADORO QUESTO BRANO!
ORA SIGNORI. CORTESEMENTE VI CHIEDO DI FARE TUTTI UN PASSO INDIETRO PERCHE' STIAMO PER PARLARE DI UN BRANO CHE DA QUASI 30 ANNI ACCOMPAGNA OGNI SINGOLO "METALLARO" DAL SUO PRIMO ASCOLTO. UNO DEI PIU' GRANDI BRANI IN ASSOLUTO NELLA STORIA DEL METAL CHE E' ALLA PARI DI BRANI STORICI COME STAIRWAY TO HEAVEN O SMOKE ON THE WATER L'ho sparata grossa?........lo pensate davvero?.........se avete un metallaro a tiro che ascolti metal da almeno 15 anni chiedeteglielo................. SIGNORI ECCO A VOI :
I WANT OUT No. Non parlero' di questa canzone. Mi dispiace. Non esistono parole per descriverla. posso darvi solo un consiglio.............restate in silenzio per 5 minuti e ASCOLTATELA. Sono questi i brani che ti fanno dire "ORA CAPISCO PERCHE' ASCOLTO HEAVY METAL". credetemi.
There's a million ways to see the things in life A million ways to be the fool In the end of it, none of us is right Sometimes we need to be alone
KEEPER OF THE SEVEN KEYS Mah......saro' sincero. questo e' veramente il brano meno interessante di tutto l'album. puo' sembrare assurdo.....ma dopo tutto il casino fatto per questo CUSTODE DELLE SETTE CHIAVI e la cosa si risolve in 14 minuti di musica per un brano ....beh....alquanto discutibile. Continui cambiamenti di tempo. Picchi verso l'alto e picchi verso l'alto...... Ma credo che abbia anche il suo perche' ...... Gli Helloween non stavano suonando quando hanno creato le canzoni dei due Keeper. Si stavano divertendo. E quando e' stato il momento di fare le cose seriamente , perche' andava fatto, si sono un po' persi. Sapete quando e' che riescono le cose ? QUando sono genuine.....e questo album ne e' la dimostrazione.
SAVE US (bonus track) Puo' capitare che chi conosce questo album , non conosca questa canzone. Difatti save us non appariva in tutte le versioni del vinile , e si finiva per doverla ricercare giusto in qualche versione estera , se non in qualche bside (ora non ricordo) Veramnente un bel brano in linea con il restodell album , con un assolo che secondo me resta fra i migliori creati dalla band.
KEEPER OF THE SEVEN KEYS : il senno di poi............... Come vi ho gia' detto questi due albums hanno scritto la storia dell HEAVY METAL riuscendo a ricreare quasi exnovo un nuovo genere , il power metal. Nella fine degli anni 80 questi ragazzi hanno fatto tantissimo per il metal e soprattutto lo hanno fatto in modo genuino , non perdendo mai la loro simpatia e la loro verve. Emulati , copiati e tutt ogggi ricercati dai musicisti , sono stati un vero e proprio ciclone che ha continuato a macinare e ottenere consensi fra gli amantidel metal e crearne di nuovi all uscita di ogni album. Micheal Kiske rimarra' ancora per poco con loro ,e cioe' per altri due albums dove cominciarono a perdere la loro verve e la loro SIMPATIA(andatevi a vedere il packaging e gli inlay ^^ ) . Ma le cose durarono poco e venne cambiato il cantante. Gli album a venire che si salvano sarnno veramente pochi , e nonostante ci siano degli OTTIMI esempi di fare metal e si sia andati oltre il powe di Keeper 1 e 2 , non sono mancati i momenti di ricerca di quegli album. ahime' , tentativi malriusciti pero'.
Personalmente reputo questi 2 dischi fra i capisaldi del metal . Soggettivamente (quanti ricordi... ) ma soprattutto OGGETTIVAMENTE (MUST HAVE!)
1 Wollt ihr das Bett in Flammen sehen 2 Der Meister 3 Weißes Fleisch 4 Asche zu Asche 5 Seemann 6 Du riechst so gut 7 Das Alte Leid 8 Heirate mich 9 Herzeleid 10 Laichzeit 11 Rammstein
Formazione
Till Lindemann - voce Christian Lorenz - tastiere Paul Landers - chitarra / voce addizionale Richard Kruspe - chitarra / voce addizionale Oliver Riedel - basso Cristoph Schneider - batteria
* Tutti i pezzi sono stati scritti & composti dai Rammstein
L'Album d'esordio per i tedeschi Rammstein che fondano sonorità metal con effetti techno ed industrial. Il tastierista Christian Lorenz successivamente dirà che i Rammstein saranno un gruppo che fa Tanz/Metal per coniare le distorsioni chitarristiche tipiche dei frangenti estremi con una batteria cadenzata ed effetti futuristici/industriali che ancora oggi vengono imitati. Ma ora parliamo del disco. Wollt ihr das Bett in Flammen sehen?: intro con beat elettronici, batteria che inizia ad entrare con un tempo secco e preciso e chitarre taglienti (ma ancora gentili) ad accompagnare il cantato tedesco di Lindermann grezzo e sporco al punto giusto Des Meister : chitarre notevolmente più violente ed aggressive rispetto all'opener che azionano il freno a mano solamente durante il ritornello/refrain dove le tastiere di Lorenz impreziosiscono il lavoro del sestetto. Pezzo granitico e cattivo al punto giusto Weißes Fleisch: uno dei pezzi migliori del lotto. Parte come una canzone dance per poi essere spazzata via dai riff pesantissimi di chitarra che appaiono e scompaiono continuamente lasciando al duo basso/batteria la marcia principale. Intermezzo da ballare e soprapposizione delle 3 voci durante il ritornello. Successo garantito Asche zu Asche: Uno dei miei pezzi preferiti. Rapido/Tagliente al punto giusto con un giro di chitarra molto semplice ma d'impatto immediato (per apprezzarla bisogna ascoltarla però!!) Seemann: è il pezzo "buonista/sentimentale" del lotto. Da notare la bellezza degli arpeggi forniti dal bassista Oliver Riedel che si prende di diritto la palma di migliore in questo pezzo. I chitarroni distorti di Kruspe & Landers si inseriscono di forza per rendere la canzone grezza ed il risultato non è male anche se, non rientra tra i pezzi migliori del disco (NOTA è stato fatto il video) Du riechst so gut: Vale lo stesso discorso di "Asche zu Asche". Uno dei pezzi che tutt'oggi viene proposto dai Rammstein in ambito live è un pezzo dove le tastiere di Lorenz e le Chitarre del combo Kruspe & Landers s'intrecciano alla perfezione quando serve. Protagonisti principali come sempre il duo Riedel/Shneider (NOTA sono stati fatti 2 video) Das Alte Leid : probabilmente il pezzo più anonimo del disco. Onestamente non dice nulla di nuovo da quanto sentito Heirate Mich: il sestetto tedesco si riprende alla grande con uno dei pezzi più cattivi del disco Herzeleid : la Titletrak del disco va promossa con riserva. L'idea del cantato è buona (come gli effetti di tastiera) ma il pezzo in se sembra essere stato concepito con poca attenzione e cura. Rispetto a tanti altri pezzi ne esce con le ossa rotte Laichzeit : Altro pezzo che promuovo con riserva. Pezzo carino ma non c'è molto altro da dire Rammstein : Colpo di coda da maestri dei Rammstein. Pezzo lento (ottima l'idea di metterlo alla fine) ma che crea un'atmosfera ed un'emozione unica, basato sull'incidente aereo verificatosi nel corso di un'esibizione acrobatica il 28 agosto 1988 durante l'Airshow Flugtag '88 nella base NATO di Ramstein in Germania. (NOTA è stato girato un video diretto da David Linch per il film "Strade Perdute")
Voto finale: 7/10
Tracce consigliate: Wollt ihr das Bett in Flammen sehen, Weißes Fleisch, Asche zu Asche, Du riechst so gut, Rammstein
Edited by GODZILLA - GranMasterZilla - 22/5/2011, 10:51
1 Reise, Reise 2 Mein Teil 3 Dalai Lama 4 Keine Lust 5 Los 6 Amerika 7 Moskau 8 Morgenstern 9 Stein Um Stein 10 Ohne Dich 11 Amour
Formazione
Till Lindemann - voce Christian Lorenz - tastiere Paul Landers - chitarra / voce addizionale Richard Kruspe - chitarra / voce addizionale Oliver Riedel - basso / voce addizionale in "Stein Um Stein" & "Ohne Dich" Cristoph Schneider - batteria
* Tutti i pezzi sono stati scritti & composti dai Rammstein
Riuscire a ripetere il successo di Mutter era un'impresa quasi impossibile ma Reise, Reise riesce a ripetere i fasti dell'Album precedente mantenendo una freschezza ed una solidità sonora dalla prima all'ultima traccia
Reise, Reise: La Titletrack apre il nuovo disco con una sonorità molto limpida e chiara. Il punto migliore della traccia viene fuori alla fine quando Lorenz, crea con la tastiera un piccolo capolavoro Mein Teil: I Rammstein premono sull'acceleratore e tirano fuori uno dei brani più violenti del disco. Pezzo cattivo e taglienti al punto giusto, ispirato ad fatto vero di cannibalismo avvenuto in Germania; chitarre distorte seguite dagli effetti di tastiera di Landers, dal canto Growl di Lindermann e dal combo ritmico Riedel/Shneider (NOTA è stato fatto un video) Dalai Lama: Punto forte di questa traccia è il testo (con buona pace di chi non sa il tedesco). Questo è il peggio più lungo del disco (ed uno dei più riusciti) Keine Lust: Autentico capolavoro del disco: un riff semplicissimo ci porta a sentire un pezzo che sembra una mazzata sul collo. Pezzo granitico e marziale in puro stile Rammstein (NOTA è stato fatto un video) Los: Pezzo abbastanza anonimo, l'unica cosa degna di nota e l'alternanza delle chitarre acustiche a quelle elettrice e la fisarmonica usata dal Lindermann. Amerika: Satira, fatti avanti! Un Non-Inno all'America con tanto di cantato alternato tra il tedesco (le strofe) e l'inglese (ritornelli & bridge). Pezzo gogliardico e ben riuscito che, si fa ancora più apprezzare se visto con il video musicale (NOTA è stato fatto un video) Moskau: Ovviamente, dopo aver parlato dell'America in inglese non si poteva tralasciare Mosca ed il russo. Ecco accotentati un po' tutti. Pezzo meno coinvolgente di Amerika ma di sicuro impatto Morgenstern: Pezzo normale che trova la sua forza nella strofa e nel drumming perfetto di Shneider Stein Um Stein : Si contende assieme a "Mein Teil" e "Keine Lust" il ruolo di pezzo migliore del disco. Strofa dolce che viene seppellita dalla cattiveria del ritornello e da un solo di chitarra da Infarto puro Ohne Dich: I Rammstein staccano il piede dall'acceleratore e ci offrono una semi ballad molto ben curata e che rende il disco più vario ed apprezzabile (NOTA è stato girato un video) Amour: Anche questo è un pezzo tranquillo e, a dirla tutta sarebbe un altro signor pezzo ma, ha una grandissima pecca: il riff è un riciclo di Stein Um Stein e questo fa un po' storcere il naso. Per il resto ennesimo pezzo sopra la sufficienza
Voto: 8.5/10
Tracce Consigliate: Reise, Reise, Mein Teil, Keine Lust, Amerika, Stein Um Stein, Ohne Dich
Edited by GODZILLA - GranMasterZilla - 21/5/2011, 21:57
Ad appena due anni , e qualche tour , dal loro grande ritorno con un ottimo death metal album come RESURRECTION MACABRE i Pestilence tornano con un nuovo lp dal titolo DOCTRINE. Mi chiedo pero' cosa significasse per loro questo titolo. Vogliono indottrinare le nuove bands o e' semplicemente un titolo. Perche' nel caso volessero palesare il senso della LORO DOTTRINA diciamo che ci sarebbero alcune cose da dire. Doctrine e' un buon album , non quanto il precedente , che assesta meglio le scelte fatte con l'album precedente seppur ci siano dei momenti di tremenda caduta. Il cantato comincia ad assomigliare sempre di piu' agli albums del passato e non mancano i brani che si rifanno tremendamente a quelle sonorita' che erano state imposte da CONSUMING IMPULSE (sempre sia lodato) , pero' a differenza di Resurrection Macabre stavolta cadono piu' volte negli errori del passato presentando piu' momenti quasi prog relativi al periodo di CRISI. Questo Doctrine resta comunque un ottimo prodotto per un gruppo che si rifa' vivo dopo oltre 15 anni riuscendo a dare un nuovo duro colpo alle bands che si atteggiano a fare DEATH METAL. Tra l'altro mentre sullo scorso album ci sono parecchie sonorita' MORBID ANGEL , stavolta ci sono alcuni brani che sembrano dei veri e propri omaggi agli ultimi DEATH (tipo il brano CONFUSION ) Se possodare un consiglio..............se avete amato l'album del 2009 , a questo ce lo darei un ascolto. Se non conoscete nessuno dei due , il precedente RESURRECTION MACABRE e' d'obbligo , mentre questo e' solo un "accessorio". Se invece non avete proprio idea di chi fossero i PESTILENCE...beh.... siete nella recensione sbagliata XD Non e' l'abum dell anno. Ma un 6+ se lo merita.
Mentre cercavo la copertina in giro per google mi sono imbattuto nel sito TRUMETAL.IT che propone anch'esso una recensione dell album e a quanto vedo , non sono l'unico a vedere questo album in modo alquanto negativo. ecco la recensione :
CITAZIONE
La trasmutazione da seminale thrash band ‘ottantiana’ a eterea forma di evoluzione musicale massima sembrerebbe aver avuto compimento, in casa Pestilence. “Doctrine” è il sesto capitolo di una progressione inarrestabile, che ha trascinato gli olandesi in uno stato dell'esistenza in cui la rarefazione è massima, se si prende a riferimento come metro di paragone l'abilità strumentale di ciascun singolo elemento prima, e dell'intero ensemble poi.
“Doctrine” è un ‘semi-concept album’, nel senso che il tema principale (l'oppressione politica e religiosa) è quello di ciascuna canzone, senza essere con ciò il motivo legante del full-length. Ogni storia è a sé, nel rispetto del comune denominatore: l'imposizione dottrinale e le sue conseguenze sulla società degli Uomini. Questo sistema di composizione dei testi non è nuovo, e già si è incontrata durante la lunga storia del gruppo di Enschede (“Consuming Impulse”, per esempio, 1989).
L'ottima preparazione tecnica di Patrick Mameli e dei suoi compagni, teoricamente senza limite alcuno se si scorre la loro discografia da “Malleus Maleficarum” (1988) sino a “Resurrection Macabre” (2006), ha portato, quindi, alla realizzazione di “Doctrine”, caratterizzato in primis da un elevato (comunque non ‘ultra’) grado di tecnica strumentale applicata al metal estremo. Lo stile fissato dai Nostri, paradossalmente, non è così riconoscibile al primo ascolto nonostante le innumerevoli anzi infinite iniezioni di tutto quanto, di extra-metal, possa essere trasformato in metal e quindi in death. Il tempo passa, e nuove generazioni hanno trasformato questo genere nella palestra principale ove dimostrare la perfetta conoscenza dei loro strumenti. A mio parere, a salvare il combo dell'Overijssel da un imprevedibile anonimato ci pensa, alla fine, Mameli. La sua interpretazione o si ama o si odia. Va bene. Alcuni considerano Patrick, poi, uno dei peggiori vocalist death oggi sulla scena. Va bene anche questo. Prescindendo da queste considerazioni, con il suo modo di cantare semi-scream, cioè, che, invece di darsi all'‘inhale’, rimanda a coloro (Jeff Becerra, Possessed, “Beyond The Gates”, 1986; David Vincent, Morbid Angel, “Altar Of Madness”, 1989) che forarono fra i primi la membrana, in allora matura, che separava il Mondo del thrash, già formatosi, da quello, ancora primordiale, del death; con questo modo di cantare, appunto, se non altro Mameli colora un po' le complesse tessiture armoniche, sennò troppo grigie. Colore che, stavolta, con efficacia, scurisce nell'identificare l'umore di “Doctrine”. Come introduce perfettamente l'agghiacciante “The Predication” il disco è segnato da tinte cupe e rabbiose (“Dissolve”) forse indicative, negli intenti, dello stato d'animo di coloro che, dei precetti dottrinali, ne sono vittima.
Temo a questo punto che le note positive, per quanto riguarda “Doctrine”, siano terminate. Sì, perché si materializzano due elementi che non dovrebbero nemmeno esistere, in un'opera d'arte: la consapevolezza che la tecnica non è al servizio dell'arte ma solo mero esercizio teorico a sé stante e, di conseguenza, la noia. Una noia pari alla bravura tecnica Jeroen Paul Thesseling, per esempio, ricamatore di folli linee di basso che però, dal punto di vista artistico, non portano a nulla. Come del resto il guitarwork di Mameli e Uterwijk, tanto sterminato quanto poco efficace: difficile che rimanga in testa anche un solo riff prodotto dalla coppia d'ascia a parte, forse, “Salvation”. Inspiegabile il suono del rullante di Yuma Van Eekelen, tutto fuorché potente come dovrebbe. Con che, l'abusata accoppiata riff lento/blast beats (“Amgod”) produce una sensazione di staticità che, temo, sia l'esatto opposto di quello che si vorrebbe ottenere. Difficile, oltre alla già menzionata “Salvation”, citare altri episodi esteticamente interessanti: tutto si perde inesorabilmente nel fitto polverone alzato dalle complicate scale musicali, e quindi dagli astrusi accordi e tediose melodie che da esse ne derivano. Sospettosa, infine, la durata in pratica uguale delle varie song, che fa pensare a un'artificiosità completa anche nel songwriting.
Con ciò, non rimane che finire osservando “Doctrine” come una dimostrazione di quando la tecnica strumentale non serve a nulla, se alla base non c'è – anche – una fervida fantasia compositiva. Il death metal non può essere solo meta di voli pindarici, ma deve essere anche concreto, dinamico, aggressivo e potente. Con il loro approccio esageratamente teorico credo che, stavolta, i Pestilence abbiano sbagliato obiettivo.
2112 (1976, ultimo album del primo periodo, quello più hard rock) A Farewell to Kings (1977, primo album del periodo progressive) Hemispheres (1978) Permanent Waves (1980) Moving Pictures (1981) Exit... Stage Left (1981, live) Signals (1982, primo album della synth era) Grace Under Pressure (1984)
2112 Come è logico aspettarsi dall’album di fine primo ciclo, le sonorità sono quelle hard rock, con Alex Lifeson ancora in grandissimo spolvero (“ancora” si riferisce ai dischi precedenti, con la chitarra a farla da padrona). La lunga suite omonima a carattere fantascientifico lascia intendere (poco poco) quale sarà il carattere dei dischi seguenti. Comunque, 2112 è pezzo giustamente strafamoso, che alterna notevoli parti veloci a momenti più intimistici (i testi di Neil Peart parlano di un pianeta assoggettato ad una setta di religiosi, nell’anno 2112). Altri pezzi rimarchevoli del disco sono A Passage to Bangkok (dal riff fantastico) e Something for Nothing. Tuttavia l’album, seppur pregevole non avrebbe fatto presagire sviluppi così clamorosi.
A Farewell to Kings Primo album del periodo progressive. Già dal primo brano (la title track) immediatamente si nota che qualcosa è cambiato. L’intro di chitarra classica è infatti accompagnato dalle tastiere (novità) e il pezzo si snoda in un incedere inedito, con la nervosissima parte centrale. Ma il meglio deve ancora venire. Gli 11 minuti di Xanadu (coi sui 5 intro) sono il perfetto manifesto della nuova anima del gruppo, tra maestosi tappeti sonori, percussioni di ogni genere, funambolismi tecnici e sonorità spaziali. Closer to the Heart è l’hit single. L’altro pezzo importante dell’album è la suite conclusiva Cygnus X-1, dove le sonorità spaziali (uhm, l’ho già detto?) si legano ad uno palese sfoggio di tecnica di livello superiore (ma comunque strumentale al brano e non fine a se stessa. Tra l'altro, il brano contiene la nota più alta mai cantata da Geddy Lee fra tutte le sue incisioni in studio). Nella costellazione di Cygnus esiste un misterioso buco nero chiamato Cygnus X-1. Qui un esploratore viene risucchiato assieme alla sua navetta "Rocinante" e il suo corpo viene distrutto dalla pressione di gravità. Il sottotitolo del pezzo recita un sibillino “Book One - The Voyage”, non sarà che….
Hemispheres Si si. Disco composto da quattro pezzi traboccanti di virtuosismi mozzafiato, e ad aprire le danze ci pensa… Cygnus X-1 Book II – Hemispheres, il seguito del pezzo conclusivo dell’album precedente. 18 minuti di pura goduria. L'esploratore viene catapultato nell' Olimpo dove assiste alla lotta tra Apollo (che rappresenta l'emisfero sinistro del cervello), dio della saggezza e del pensiero logico, e Dioniso (che rappresenta quello destro) dio delle emozioni e della sensibilità. Essi, a loro volta, mettono in lotta la popolazione dividendola in "pensatori" ed "emotivi". L'esploratore viene turbato dalla mancanza di equilibrio delle due parti. I suoi turbamenti silenziosi sono ascoltati dai guerrieri ed essi, dopo aver riflettuto, decidono di non combattere più ma di unirsi insieme. Nel frattempo gli altri dei dell' Olimpo riconoscono l' avventuriero come un nuovo dio e lo chiamano Cygnus : il dio dell'equilibrio. Geddy Lee qui raggiunge vette vocali che non avrà più modo di esprimere in futuro (se è stato giudicato al tredicesimo posto nella classifica dei 100 migliori cantanti metal di tutti i tempi un motivo ci sarà pure…). Il pezzo è diviso in sei movimenti, in cui la struttura del brano, seppur rimanendo sempre fedele a se stessa, viene rigirata in ogni modo possibile, con il preludio a farne da vetrina. Circumstances è il pezzo più sottovalutato del disco, tecnicissimo e veloce, una vera lezione di stile in meno di 4 minuti. The Trees è l’hit single. Ancora gran finale con La Villa Strangiato, primo pezzo strumentale del gruppo, con un Alex Lifeson immenso e strepitoso (uno dei chitarristi più sottovalutati di sempre a causa della sua modestia, guardate un po’ il sottotitolo del pezzo). Se il disco precedente rimane più “abbordabile”, questo è sicuramente più completo. Capolavoro.
Permanent Waves Occhio che qui comincia l’evoluzione verso il ciclo successivo. Primo disco degli anni 80, con le tastiere in evidenza molto maggiore rispetto ai dischi precedenti. Si tratta forse del loro disco più tecnico, ma che riesce paradossalmente a mascherare le incredibili asperità esecutive adottando una forma canzone più accessibile che in passato, facendo leva su brani di durata minore e con melodie più accentuate (le suite avevano effettivamente delle difficoltà a passare per radio). The Spirit of Radio ne è l’emblema perfetto, con i suoi nemmeno 5 minuti di durata, il suo intro funambolico subito bilanciato da una strofa apparentemente facile facile, il suo finale che introduce elementi reggae (era il periodo dei – ehm – Police ) e il suo solo corto corto ma difficile difficile. Poi c’è FreeWill, l’altra hit single, pezzo apparentemente “normale” fino a che non arrivi a metà, dove probabilmente si sono detti “ok, qui ci inseriamo una parte DIFFICILE”. Aaaaah. Jacob’s Ladder è il primo dei due pezzi “monstre” dell’album, mini suite da 7 minuti (basata su un concetto semplice: una visione della luce del sole attraverso le nuvole) che va sentita per essere creduta (la seconda parte in 5/4 mi fa ancora perdere l’equilibrio dopo tanti anni). Il pezzo è in larga parte uno strumentale in continua evoluzione, con un’inedita disposizione delle parti e un finale che adotta un perfezionamento di alcuni meccanismi già visti in un’altra loro mini suite, By-Tor & the Snow Dog (dall’album Fly By Night, precedente a 2112). Entre Nous è forse il pezzo più “debole” dell’album. Un gradino sopra Different Strings, e ancora meglio la conclusiva Natural Science, il secondo brano lungo del disco, a tema – pensa un po’ – spaziale. Capolavoro.
Moving Pictures Disco ancora più capolavoro del precedente. Sicuramente il loro album più importante, che tiene banco ancora oggi. Si apre col loro brano più famoso, Tom Sawyer, che tutti dovrebbero sentire almeno una volta nella vita (per dire, è uno dei cinque brani del gruppo ad essere entrato nella Canadian Songwriters Hall of Fame, diciannovesimo miglior brano hard rock di sempre secondo VH1, ed è stata omaggiata un po’ ovunque, anche in un episodio di Futurama). Segue a ruota Red Barchetta, spaziale pure lei, con una prestazione batteristica da cardiopalma. E poi…. E poi…. YYZ. Strumentale. Probabilmente il loro secondo brano più famoso. YYZ è il codice dell’aeroporto di Toronto, e il riff principale della canzone suona proprio le lettere YYZ in codice morse. Sentire per credere. Geniale. Sta pure su qualche capitolo di Guitar Hero, mi dicono dalla regia (ed è uno dei pezzi che fanno smadonnare di più). Si continua con Limelight, altra hit single. Poi The Camera Eye, importante per due motivi: è l’ultimo brano lungo (quasi 11 minuti) che hanno composto, ed è stata assente dai live per parecchi anni (è rientrata quest’anno, 30° anniversario dell’uscita dell’album, infatti nel Moving Pictures Tour eseguiranno l’album per intero, cosa che non avveniva da trent’anni. Ah, che sono ancora in attività e continuano a sfornare album l’ho già detto?). Segue Witch Hunt, dal riff maestoso ed avvolgente (il brano fa parte della Fear Series assieme a "The Enemy Within", "The Weapon" e "Freeze", dal vivo vengono di solito eseguite in sequenza). Chiude l’album la splendida Vital Signs, ritmo reggae (uhmm, Police, l’ho già detto?) e soluzioni spiazzanti (occhio al video, il basso che imbraccia Geddy Lee è un modello particolare, il Fender Jazz Geddy Lee si, la Fender produce un basso che porta il suo nome, a conferma della notorietà e importanza del personaggio). Notate anche la magrezza di Neil Peart nei tre video ufficiali, era il periodo della sua dipendenza da eroina.
Exit… Stage Left Che dire di un live come questo? Ok, Made in Japan dei Deep Purple è inarrivabile e blablabla. Ma provate ad ascoltare questo disco (o a vederne il video) e poi ne riparliamo. Questi live fotografano il momento più luminoso della carriera della band, cioè il periodo di Permanent Waves/Moving Pictures. Ci sarebbe tantissimo da dire anche qui, ma mi limiterò a parlare dei punti salienti, che sono le due strumentali (La Villa Strangiato e YYZ, quest’ultima è la vera perla del disco, visto che contiene quello che è stato definito il migliore assolo di batteria degli anni ’80) ma in generale la prestazione STELLARE dei tre musicisti su ogni brano. Esiste sia un disco che un video con lo stesso nome, ma i brani contenuti sono differenti (solo Red Barchetta è tratta dalla stessa esibizione), e quindi sarebbe il caso di averli entrambi ultima cosa, a seconda della versione su CD potrebbe comparire o meno A Passage To Bangkok, visto che nelle prime edizioni era stata tagliata per motivi di spazio (compariva invece nel doppio LP). Potrebbe essere visto come un ottimo greatest hits, vista la presenza di pezzi di sicuro impatto (i Rush dal vivo suonano in modo molto aderente alle versioni da studio, nonostante questo il disco suona non scontato). Eccellente.
Signals Cambio di marcia e stile per Signals. Niente più suite, ma brani più concentrati su una forma-canzone meno dilatata e più intensa. Le tastiere cominciano a farla veramente da padrone, anche se Alex Lifeson ha ancora modo di stupire. L’album è legato al progresso scientifico nelle sue varie forme. Subdivisions apre il disco, e parla di un mondo preciso, preimpostato, già determinato nei suoi eventi, di come si debba essere al pari con le masse o altrimenti si rischia di essere considerati "out". Musicalmente c’è la prima sorpresa, cioè il primo vero solo di tastiere in un pezzo dei Rush (il secondo sta nel brano conclusivo del disco). Digital Man racconta di un “uomo sintetico” che assorbe tutto ciò che legge o vede. Musicalmente riappare il reggae (uhmm, credo di averlo già detto ) e un solo di chitarra notevole. The Weapon è la seconda parte della Fear Series. Il reggae ritorna anche in New World Man. Si finisce con la splendida Countdown, su cui ci sarebbe da parlare a lungo (anche lei con un solo di tastiere), visto che contiene parti di dialoghi reali tra il centro di controllo e gli astronauti dello Shuttle Columbia, al cui decollo il gruppo aveva potuto assistere da una posizione privilegiata, il Red Sector A (controllate la lista dei brani del prossimo disco…).
Grace Under Pressure Non troppo convinti dal sound dell’album precedente, i Rush abbandonano Terry Brown come produttore, ma per una serie di vicissitudini si trovano costretti a produrre l’album successivo da soli. Cambiano parecchie cose, tra cui l’uso della batteria elettronica da parte di Neil Peart, un uso della chitarra ancora più stiloso e “di contorno”, tastiere sempre più in evidenza e il passaggio dagli storici Rickenbacker 4001 e J Bass alla scopetta Steinberger per Geddy Lee. Il tutto porta suoni un po’ più “plasticosi” e sintetici, ma non è necessariamente un male. Il songwriting in compenso si attesta nuovamente su livelli STELLARI (questo è il vero capolavoro della terza fase di carriera). Distant Early Warning parte alla grande, ma i primi quattro brani sono tutti fantastici. Afetrimage parla in generale della perdita di una persona cara, ed è dominata da tastiere cupe e opprimenti, alternate ai lancinanti riff di Lifeson. Le tastiere imponenti e aggressive di Red Sector A rispecchiano l'ansia della terribile vita, in cui la morte incombe minacciosa, in un campo di concentramento (la madre di Lee era sopravvissuta a quello di Bergen-Belsen). The Enemy Within coi suoi ritmi quasi ska (ma ci vuole un po’ per capirlo) e i suoi synth maestosi dà il titolo all’album. Kid Gloves torna sui tempi dispari, mentre Between The Weels richiama un po’ la grandissima Subdivisions, che apriva l’album precedente. Capolavoro pure questo.
1 Benzin 2 Mann Gagen Mann 3 Rosenrot 4 Spring 5 Wo Bist Du 6 Stirb Nicht Vor Mir (Don't Die Before Do) Ft. Sharleen Spiteri 7. Zerstören 8. Hilf Mir 9. Te Quiero Puta! 10. Feuer Und Wasser 11. Ein Lied
Formazione
Till Lindemann - voce Christian Lorenz - tastiere Paul Landers - chitarra / voce addizionale Richard Kruspe - chitarra / voce addizionale Oliver Riedel - basso Cristoph Schneider - batteria
* Tutti i pezzi sono stati scritti & composti dai Rammstein
Ecco l'altra faccia della medaglia di Reise, Reise: Rosenrot Iniziamo col dire una cosa importante: questo non è da considerarsi un vero e proprio Album, bensì una sorta di omaggio ai fans. Infatti metà tracce vengono fuori dalla sessione di registrazione di Reise, Reise...
Benzin: il primo pezzo (unico proposto in sede live durante il tour di Reise, Reise) è la solita mazzata rammsteniana vecchio stile: batteria martellante e chitarroni distorti che non annoiano mai (NOTA è stato fatto un video) Mann Gagen Mann: uno dei pezzi migliori del disco: Il basso fa da padrone in tutta la strofa e le chitarre s'inseriscono prepotentemente nel ritornello e nel bridge. Una canzone che tratta il tema dell'omofobia in puro stile Rammstein (NOTA è stato fatto un video) Rosenrot: La Titletrack dell'album è passata alla storia per essere stata annunciata come primo singolo di Reise, Reise per poi finire scartata dalla tracklist del seguente album. Ascoltando la traccia possiamo anche capire la motivazione. Pezzo senza troppe pretese e troppo sufficiente (NOTA è stato fatto un video) Spring: Pezzo che farà felice gli amanti di Mutter: le analogie di questo pezzo con le sonorità del terzo Album dei Rammstein è evidente. L'esecuzione è buono ed anche il solo di Kruspe è degno di nota Wo Bist: Vale lo tesso discorso di Rosenrot: pezzo troppo sufficiente Stirb Nicht Vor Mir (Don't Die Before Do): Abbiamo un duetto con la cantante dei Texas. Abbiamo un pezzo che alterna il cantato tedesco di Lindermann a quello Americano di Spiteri. Abbiamo una piattezza di oltre 4 minuti che gira sugli stessi accordi dall'inizio alla fine. Traccia tristissima Zerstören: I Rammstein premono nuovamente sull'acceleratore e ne esce fuori il pezzo più cattivo (e bello) del disco. Ritmo incalzante dall'inizio alla fine. Una vera chicca Hilf Mir : Ennessimo pezzo troppo sufficiente di questo disco Te Quiero Puta!: Dopo l'inglese tocca allo spagnolo: pezzo interamente cantato in salsa torera che entrerà nella storia per essere il peggior pezzo mai partorito dai Rammstein. Una zozzeria unica Feuer Und Wasser : Pezzo soporifero utile per prendere sonno Ein Lied : Nel caso non aveste preso sonno con la traccia precedente, "Ein Lied" completerà l'opera alla grande.
Voto: 5/10
Tracce consigliate: Benzin, Mann Gagen Mann, Spring, Zerstören