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[RECE] Nagai : Geki man!

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isotta72
view post Posted on 20/9/2011, 13:27     +1   -1




Geki man!



Terribile Nagai!



gekiman




Altro thread:
https://gonagai.forumfree.it/?t=48881767


Prendo spunto dall'articolo trovato su questo blog:

http://tokyoscum.blogspot.com/2010/10/scum...4-geki-man.html

e che Runkirya mi ha tradotto (grazie.. :wub: ) per introdurre un manga che ritengo, a dir poco, davvero interessante.

Il 1972 fu un anno di sangue e terrore trasmesso senza sosta dalle emittenti televisive giapponesi.

A Febbraio una maratona televisiva di oltre dieci ore documentò gli atti finali dell' "incidente Asama Sanso" : il nocciolo più estremista dell'URA , l'Armata Rossa Unita, un fronte rivoluzionario giapponese, stermina uno ad uno in modo brutale oltre la metà dei propri seguaci durante addestramenti a scopo militare , volti a "selezionare" i militanti più accaniti.. uomini picchiati a morte, o lasciati a morire di freddo legati agli alberi in alta montagna, dove la setta aveva stabilito il proprio head quarter. Assediati dalla polizia, gli ultimi cinque militanti presero in ostaggio la moglie del custode di un ostello per le vacanze. Il braccio di ferro tra la polizia ed i militanti durò oltre dieci giorni, e le fasi finali , nelle quali persero la vita militari e civili, furono riprese da una diretta televisiva di oltre dieci ore.

A Maggio, una costola dell'URA compie una strage in nome del FPLP all'aereoporto di Tel Aviv: l'uso di terroristi giapponesi coglie di sorpresa le forze dell'ordine israeliane ed il bilancio del massacro è di 26 morti ed 80 feriti.

Poi fu la volta di Yokoi Shoichi, un disperso della seconda Guerra mondiale, che ritornò a casa “vergognandosi di essere vivo” dopo essersi nascosto nella giungla di Guam per quasi 20 anni insieme a due compagni, non sopravvissuti. Quando lo trovarono Yokoi si nutriva di cortecce d'albero.

Infine l’America attacca il Vietnam.

Di fronte all'immagine di bambini che scappano nudi dal fumo mortale del napalm, l'immaginazione dinamica e provocatoria di un autore di manga come può reagire?

Geki Nagai, così:

cover




Geki man! 激マン è un'opera autobiografica, pubblicata prima su una rivista settimanale, ora raccolta in volumetti.

Il kanji di geki è quello di hageshii "cattivo, violento", anche non necessariamente in relazione a una persona (es, kyousou ga hageshii, la concorrenza è spietata) - questa non è farina del mio sacco, ovviamente :D-
Lui stesso si firma "Geki Nagai" alla fine dell'introduzione, terribile Nagai..

All'attivo i numeri pubblicati sono quattro ( l'ultimo è uscito ad Agosto):

th_Geki_000-Cover gekiman2.th th_gekiman3 gekiman4.th


Purtroppo non è ancora disponible su ebook, quindi l'unico modo per leggerlo è procurarsi i volumi tramite Amazon o Yahoo o scartabellare in rete per qualche scan -grazie di cuore al gruppo Dynamic Pro Scanlation e Bite me!^^- anche se... sarà dura... :via: visto che, a detta di uno dei traduttori del gruppo:

It's one of the most pain in the ass manga to translate


:via:

Ad ogni modo..il mangaka si autoritrae durante la sua carriera nella Dynamic Pro, per raccontare tutti i retroscena delle opere più famose da lui create: la storia inizia con Nagai alle prese con la creazione di Devilman e di come sia nato solo per vendetta verso la chiusura forzata di Mao Dante, per proseguire con notizie e note sull'intera carrellata della sua produzione.

L'introduzione di Nagai e le prime tavole a colori:

th_Geki_000-FlapA th_Geki_002 th_Geki_003 th_Geki_004-005 th_Geki_006


The story you are about to experience is a tale wrought from my own past, while pioneering manga. Indeed, it coul easily be interpreted as non-fiction bordering on crossing the distinct line towards fiction. regardless, the confidence in my recollection of these events is fairly questionable. Therefore, I would appreciate if all you readers out there accepted this story as a comical manga rendition of my history

Quindi, non la pretesa di narrare gli eventi "as is" , ma un racconto al confine tra realtà, ricordo e "fiction" fusi in un manga dove personaggi reali con nome e cognome si affiancheranno ad altri, resi attraverso pseudonimi.

Mentre Geki Nagai guarda la proiezione di Devilman, ci confessa che dopo cinque anni di lavoro, è noto per essere un autore di manga "radicali" ed innovativi. Alcuni di questi prodotti non lo rendono oggi particolarmente orgoglioso: una reputazione, ci confida, di cui avrebbe fatto volentieri a meno all'inizio della sua carriera, ma da cui è stato nonostante tutto completamente assorbito. Confessa che il successo riscosso da Harenchi Gakuen (Scuola senza pudore) gli prende la mano, portandolo a produrre manga sempre più lontani dalla sua idea originale.

th_Geki_007 th_Geki_008 th_Geki_009 th_Geki_010 th_Geki_011 th_Geki_012

Il successo e la popolarità arrivano veloci ed inaspettate, Kiyoshi Nagai ed il fratello minore Takashi lavorano contemporaneamente a diverse serie : l'adattamento televisivo di Devilman, Harenchi Gakuen, Abashiri Ikka, Animal Kedaman, Omorai kun... ma d'altra parte, è stato allievo di Ishinomori.. che pare facesse tenere ritmi disumani alle sue "reclute" che imparavano a mangiare e vestirsi disegnando e a rinunciare ad ogni momento di pausa o relax, se volevano restare nel suo gruppo di lavoro.. :via:

th_Geki_013 th_Geki_014 th_Geki_015 th_Geki_016 th_Geki_017 th_Geki_018 th_Geki_019


Devilman che nasce dalle ceneri di Mao Dante: il primo esperimento di narrazione horror viene interrotto bruscamente per la chiusura della rivista che ospitava il manga.. Devilman è la trasposizione adatta al pubblico televisivo di Mao Dante.
Secondo i produttori infatti, l'aspetto di Mao Dante non è accettabile per il protagonista di una serie televisiva: l'aspettto terribile lo rende identificabile in un nemico, un antagonista, non nel protagonista di una serie pensata per un pubblico non giovanissimo, ma comunque giovane.
I produttori chiedono a Nagai di "umanizzare" il demone. La richiesta lì per lì lascia perplesso Geki, ma poi un suggerimento lo illumina :

" prova ad immaginare i super eroi americani: il loro design è popolare e riconoscibile in tutto il mondo"

Nagai il visionario ha una visione, ed il super eroe americano si materializza nella sua mente attraverso un simbolo ben definito: I MUTANDONI^^

Ed ecco che a Devilman infiliamo.. i mutandoni^^
Da buon super eroe che si rispetti, oltre ai mutandoni, la maschera.. in questo caso però Nagai non rinuncia completamente alle origini demoniache del personaggio, fondendo il volto di Devilman con la sagoma di un pipistrello.

th_Geki_020 th_Geki_021 th_Geki_022 th_Geki_023

Ma Nagai ha in mente altro rispetto all'eroe buono "dal cuore sanguinante" che sta prendendo forma per la serie televisiva. Nagai non vuole restare legato ai manga comici che tanto successo stanno riscuotendo, ma che non sente suoi fino in fondo.
Se è disposto a compromessi nella serie televisiva, col manga di Devilman vuol rendere giustizia a Mao Dante, e cerca la possibilità di pubblicare delle tavole dove Devilman sia il "suo" demone.
A costo di interrompere la stesura dei manga comici che gli stanno dando tanta popolarità, cerca con tutte le sue forze di convincere gli editori a dargli spalla per lasciare che dalle ceneri di Mao Dante nasca un Devilman duro, maturo, una storia intelligente ed adulta.
In quegli anni il pubblico lettore di manga in Giappone è però ancora troppo giovane, a detta dei produttori delle riviste, per poter accettare un simile prodotto. Le porte paiono chiuse ma Geki Nagai è determinanto a dare giustizia all'eroe che ha nella testa^^


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Doverosi i credits al guppo che ha scansionato e tradotto questo primo capitolo:

th_VCredits


Queste prima tavole mi invogliano ad avere il resto ( grazie ad una infinatamente paziente Ieko^^) ed i volumetti sono in viaggio in questi giorni. Aggiungerò presto altre scansioni.

Nagai non è nato "ricco" , ha fatto la sua gavetta come assistente di Shotaro Ishinomori sacrificandogli il sonno e anni della sua vita nella produzione di prototipi di brevi storielle comiche che lo hanno condotto alla sua prima collaborazione seriale con Kodansha.
Ed ora che è in cima, non si scorda di chi sta percorrendo la sua stessa strada.
I nomi di copertina portano generalmente a credere che un manga sia fatto da una sola persona, ma nella realtà un autore di successo è più il caposquadra di un industria che un artista, coordina un gruppo di talento che si occupa di tutto: dall’inchistratura, agli sfondi ,al design dei personaggi e anche gli sviluppi del racconto.
Con Gekiman ha l'occasione per mettere in luce i contributi di tutti i suoi collaboratori, di raccontare gli ostacoli o le persone che in qualche modo hanno influenzato le sue scelte la sua carriera ed i suoi personaggi.

Trovo questo lavoro affascinante e spero che Nagai non si stanchi di raccontare.


Inserisco infine la traduzione fatta da Runkirya di una porzione dell'articolo riportato nel link ad inizio recensione, denso di notizie interessanti:


CITAZIONE
(...)
Una parte del manga è dedicata Tsuji Masaki, sceneggiatore dell’amine Devilman ed appassionato a tutto tondo di misteri e di come abbia influenzato il design del demone arpia Silene. Visualmente, Nagai Go fu grato del fatto d’avere un altro paio di seni da disegnare, ed il suo editore fu grato del fatto che ci fosse la presenza di nudità nel manga per differenziarlo dall’anime adatto alle famiglie.
C’è molto più in Gekiman che qualche aneddoto sulle tavole pubblicate dalla casa editrice Kodansha. C'è l'evoluzione di Nagai come autore vistro attraverso le sue opere, che passano da dozzinali fumetti comici a manga centrati su un personaggio che allargano man mano la propria visione.



Perchè non uscirà in America:


Sono certo che molti lettori del blog hanno familiarità con il Devilman dell’anime, ma alzino la mano quanti hanno letto il manga. E non intendo la mostruosità dal grande naso, Shin-Devilman, pubblicato da Danzig and Verotix. Le scan non contano. Che sia la versione bilingue o quella originale giapponese, i pochi che l'hanno letto hanno fatto salti mortali per avere il privilegio di leggere una pietra miliare del manga che dovrebbe essere possibile reperire facilmente.
E’ come se ci fosse una cospirazione che tiene il lavoro di Go Nagai in quarantena in Giappone.
Scene di lotta da ossa stritolate, adolescenti mocciosi che pilotano robots giganti, sporchi hijinks resi innocenti dalla loro sincerità- i più grandi prodotti culturali del giappone, sia in casa propria che a livello internazionale, furono creati per la prima volta da Nagai Go e Dynamic Pro, ma i profitti dell'export andarono al suo predecessore. E’ un vero peccato che all’occidente sia sistematicamente negata l’occasione di conoscere la genesi dietro le quinte delle serie originali preferite.


Nagai odia tre cose: gli Hippies, disegnare vestiti sulle donne e gente che prende in prestito la sua macchina senza fare benzina.

Mi domando se Iwaashi Hitoshi arrossirebbe se gli faceste notare che le analogie tra Devilman ed il suo Parasyte (Nota: http://en.wikipedia.org/wiki/Parasyte ). O se Miura Kentaro ammetterebbe apertamente che , si, Guts e Griffith sono essenzialmente Akira e Ryo ( nota: http://en.wikipedia.org/wiki/Berserk_(manga) ). Sono certo che Anno Hideaki suderebbe freddo se gli si mostrasse una comparazione fotogramma per forogramma de The End of Evangelion e le scene finali di Devilman.


C’è una tacita accettazione che nessuna idea è veramente originale, e che non importa dove hai preso qualcosa, ma dove lo hai condotto. Comunque il credito guadagnato è il credito dovuto. Gli autori ispirati da Devilman saranno ricordati per il loro contributo come la successiva generazione di manga-ka, mentre l’uomo che ha gettato le fondamenta su cui i loro tendoni da circo sono stati eretti sarà guardato come un vecchio imbarazzante nell’arco di una generazione. Ma la cosa più triste, l’occidente non ha mai avuto l’occasione di dargli la fama che meritava prima di abbandonarlo senza troppe cerimonie

Senza traduzione, ovviamentem tanti particolari dei capitoli successivi andranno sicuramente persi, ma spero che Nagai sia generoso di particolari e curiosità anche relativamente alle opere robotiche.. chissà che non arrivino risposte alle domande di sempre...

.... spe... :via: sempre ammesso che il mangaka non lasci l'ennesimo lavoro incompiuto.. :29784128hj5.gif:

Scusandomi se ho detto vaccate ( mica sono esperta dell'autore, mi sto solo attrezzando... ) ringrazio chi vorrà commentare^^
 
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view post Posted on 20/9/2011, 14:16     +1   -1
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Mr. formatted_brain!

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Mi riservo di commentare dopo aver letto il pimo numero (che ho recuperato tempo addietro e che ancora non ho avuto il tempo di leggere :via: ). Piuttosto, oltre alla speranza che l'opera non rimanga incompiuta va aggiunta anche quella che i gruppi che hai nominato proseguano il lavoro ("In other news, namely Gekiman, I'm sad to say that I'll be unable to continue work on this series. I was able to do the first chapter, but circumstances are such that Project Bite Me! Scanlations will be continuing this series at a later date without Dyanmic Pro Scanlations. So, be sure to support them when its released! ") :via:
 
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isotta72
view post Posted on 20/9/2011, 14:28     +1   -1




Tocchi un tasto dolente.. la persona che aveva iniziato il lavoro per il gruppo è proprio quello che ha detto :

It's one of the most pain in the ass manga to translate


aggiungendo che è noioso e che per nulla al mondo è disponibile a proseguire, rispondendo ai commenti di protesta di alcuni: "fatevene una ragione!" :(
In effetti è un manga fitto fitto di testo, immagino che solo qualcuno che non sia un ragazzino che apprezza altri generi e che sia fortemente motivato a conoscere i retroscena di queste produzioni possa affrontare un lavoro simile.. speriamo.. io nel frattempo romperò i cabasissi alle nostre amiche giappi, appena ricevo i volumi^^
 
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view post Posted on 20/9/2011, 15:15     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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Questo manga è fatto davvero bene, tuttavia è un documentario, non un manga d'azione: quindi, capisco bene che il traduttore sia in difficoltà. In pratica, sta traducendo un libro! Qui conta più il testo che le immagini, è un "fumetto didascalico"...qui sta la difficoltà! :29784128hj5.gif:

Comunque, hai fatto un ottimo lavoro, Isotta, non solo a postare qui le scans, ma anche a commentarle... :dio: :dio: :dio:

Nel manga, mi colpisce in Nagai l'ossessione che ha sul fare Devilman come vuole lui, quasi come se fosse posseduto...inquietante... :via:

Mao Dante, di cui si parla nel manga, è una storia che prende direttamente dal cristianesimo l'idea di Dio e del diavolo, ma poi capovolge tutto, rendendola una storia blasfema per un cristiano (e quindi anche per me), in cui Dio è cattivo e il diavolo è buono e perseguitato. La storia si interrompe all'improvviso, come racconta Nagai, con Mao Dante che raccoglie tutti i suoi demoni per la rivolta contro "Dio", come lo intende Nagai (per essere onesti, quella storia poi l'ho buttata via, perchè proprio mi stava sullo stomaco... :29784128hj5.gif: ).

Il manga di Devilman, poi, ha avuto il suo sviluppo, con un "capovolgimento" anche lì, in cui Dio non compare. Comunque, ha una sua struttura narrativa che appare più solida di quella di Mao Dante, anche se il finale non mi ha mai convinto...ma questa è un'altra storia.

Nagai ha talento, questo è innegabile, ma in Gekiman vedo che Devilman è il personaggio che l'ha coinvolto di più...infatti credo sia quello più disegnato da Nagai!

Sono curioso di leggere il seguito...speriamo sia possibile! :foglia:
 
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Freya72
view post Posted on 20/9/2011, 15:59     +1   -1




Molto interessante, grazie x averlo segnalato.
In quanto al contesto storico, non avrei mai pensato che il Giappone ebbe una tale fase di terrorismo negli anni '70.
 
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onion75
view post Posted on 20/9/2011, 16:34     +1   -1




In effetti neanche io ero a conoscenza che anche il Giappone avesse avuto degli anni bui e terribili... il contesto storico è sempre importante perchè influenza l'artista e di conseguenza la sua creazione.
Il manga è certamente complesso e bisogna leggerlo con molta attenzione.
Sicuramente non è stato semplice commentarlo e nemmeno tradurlo, quindi complimenti a te, Isotta, e a Runkirya.
Approfondirò con delle ricerche personali il contesto storico dell'epoca - anche perchè mi incuriosisce, davvero non ne sapevo nulla - che potrebbe essere importante per capire meglio questo lavoro e per capire meglio anche Nagai stesso...
 
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view post Posted on 20/9/2011, 16:43     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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Dimenticavo di dirlo: mi aveva colpito molto il fatto che il terrorismo degli anni di piombo aveva colpito anche in Giappone...

Avevo letto una volta dell'attentato terroristico a Tel Aviv fatto da giapponesi: un giornalista (Dominique Lapierre) aveva intervistato uno dei terroristi e avevo letto l'intervista...ero rimasto impressionato, non sapevo che fosse successa una cosa simile! Avevano sparato coi mitra fino a vuotare i caricatori, ammazzando persone innocenti...una strage!

Sono d'accordo con voi, bisogna conoscere bene anche il contesto in cui nacquero i lavori di Nagai...fammi sapere qualcosa con le tue ricerche, Onion! ^^

Isotta, mi sto ripetendo, ma devo dirlo: hai fatto un lavoro splendido, mi è piaciuta molto anche la tua presentazione! Molto dettagliata! :nagai:

Edited by joe 7 - 20/9/2011, 22:18
 
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isotta72
view post Posted on 20/9/2011, 21:02     +1   -1




Onion, sono curiosa per quello che riuscirai a tirar fuori^^ Io ho solo cercato informazioni sugli eventi citati come se fossero universalmente noti nell'articolo che Teresa mi ha tradotto.. e di cui sinceramente, mai avevo sentito parlare.

Si, Devilman o comunque il filone demoniaco pare essere il preferito di Nagai, quello che ha nel cuore anche se , probabilmente, non è quello che gli ha riempito il portafogli, detto come va detto: un artista che ha saputo a mio avviso trovare un buon compromesso tra passione e convenienza. Non da tutti, in questo campo.



 
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view post Posted on 20/9/2011, 21:14     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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CITAZIONE (isotta72 @ 20/9/2011, 22:02) 
Si, Devilman o comunque il filone demoniaco pare essere il preferito di Nagai, quello che ha nel cuore anche se , probabilmente, non è quello che gli ha riempito il portafogli, detto come va detto: un artista che ha saputo a mio avviso trovare un buon compromesso tra passione e convenienza. Non da tutti, in questo campo.

Concordo. ^^
 
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view post Posted on 20/9/2011, 22:24     +1   -1
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Ho dei pensieri che non condivido!

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CITAZIONE (onion75 @ 20/9/2011, 17:34) 
In effetti neanche io ero a conoscenza che anche il Giappone avesse avuto degli anni bui e terribili... il contesto storico è sempre importante perchè influenza l'artista e di conseguenza la sua creazione.

Verissimo quello che dici , ha sicuramente destato anche il mio interesse e sicuramente per come era commentato il lavoro mi ha incuriosita. Uno scenario sociale interno così tormentato sembra far sfociare, con naturalezza o per esorcizzare il male, dei demoni.
Non so quanto altro riusciremo a leggere di questo lavoro.... posso capire chi magari non ha voglia di tradurlo, perchè se è complesso e colloquiale , tradurre diventa un incubo.

 
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isotta72
view post Posted on 21/9/2011, 12:56     +1   -1




CITAZIONE (runkirya @ 20/9/2011, 23:24) 
CITAZIONE (onion75 @ 20/9/2011, 17:34) 
In effetti neanche io ero a conoscenza che anche il Giappone avesse avuto degli anni bui e terribili... il contesto storico è sempre importante perchè influenza l'artista e di conseguenza la sua creazione.

Verissimo quello che dici , ha sicuramente destato anche il mio interesse e sicuramente per come era commentato il lavoro mi ha incuriosita. Uno scenario sociale interno così tormentato sembra far sfociare, con naturalezza o per esorcizzare il male, dei demoni.

Verissimo in generale, e per un artista giapponese forse ancora di più..qui ci sono alcune cose interessanti sulla "contaminazione" della religione shintoista nelle produzioni "media" giapponesi:

http://nihonkenkyuu.weebly.com/1/post/2011...ione-shint.html
 
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onion75
view post Posted on 21/9/2011, 14:22     +1   -1




Ripeto, io sono rimasta estremamente colpita dal fatto che anche in Giappone ci fossero organizzazioni terroristiche.
Ho trovato questo articolo dove vengono specificati i fatti di cui parla Isotta attribuiti all'Esercito rosso Giapponese :via:

www.tuttogiappone.net/societa/Esercito-Rosso.php

Questo invece dal "Corriere della Sera"
" La prima azione in grande stile fu il massacro all'aeroporto Lod di Tel Aviv nel '72. Due anni prima, la prima azione di rilievo: nove membri della Frazione dell'Esercito dirottarono un aereo della compagnia giapponese Jal in Corea del Nord. Seguirono nel 1973 lo spettacolare dirottamento di un aereo della Jal per ottenere la liberazione di compagni imprigionati, conclusosi con l'esplosione del velivolo in Libia; l'occupazione dell'ambasciata francese all'Aja nel 1974 e nel 1975 l'occupazione delle ambasciate americana e svedese a Kuala Lumpur. Nel 1977 avvenne il dirottamento di un aereo della Jal a Dacca e in quell'occasione l'Esercito ottenne dal governo di Tokio, in cambio della liberazione dei 151 passeggeri, la scarcerazione di 9 militanti. Dopo il 1977 i terroristi nipponici furono silenti per quasi un decennio. Il ritorno all'azione avvenne dal 1986 con una serie di attentati: il 9 giugno 1987, a Roma, contro le ambasciate di Gran Bretagna e Usa (1988) quando a Napoli un'auto fu fatta esplodere davanti a un club Usa (5 morti, 15 feriti). Ultimamente l'Esercito avrebbe diretto i propri sforzi in America Latina."
 
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view post Posted on 21/9/2011, 15:07     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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Commettiamo spesso l'errore di considerare i giapponesi come persone tranquilli, in armonia con la natura, veri modelli di comportamento per noi occidentali squilibrati...mentre, invece, ci dimentichiamo che noi siamo tutti uomini, giapponesi o meno, con le nostre uguali capacità di fare il bene o il male.

Il terrorismo c'è stato dappertutto, non solo in Italia (Brigate Rosse e simili), ma anche in Francia (Action Directe) e in Germania (la RAF, come dice l'articolo linkato dalla nostra Onion: credo che sia stata l'organizzazione terroristica che ha fatto quella famosa strage alle Olimpiadi di Monaco, negli anni '70).

E c'è stato anche in Giappone: nell'articolo, tra le tante imprese dell'Esercito Rosso Giapponese (l'organizzazione terroristica descritta) c'è stata anche la strage all'aeroporto di Tel Aviv, in Israele, dove tre terroristi ammazzarono 24 persone e ne ferirono 76. L'unico sopravvissuto di quell'assalto, Okamoto Kozo, è stata la persona intervistata da Dominique Lapierre, il giornalista, di cui vi ho accennato (l'intervista è stata scritta nel suo libro "Mille soli"). Un particolare inquietante riguardo a quell'attentato è che i tre terroristi erano delle bombe viventi, imbottite di esplosivo: per questo, due di loro esplosero quando furono colpiti dai proiettili della polizia.

Dicevo, è inquietante perchè si pensa che sia stato proprio l'Esercito Rosso Giapponese ad insegnare ad Al Qaida la tecnica kamikaze tipica dei giapponesi, che si sarebbe sviluppata più avanti col tristemente famoso attentato dell'11 Settembre. Infatti, l'atto kamikaze di per sè non fa parte della tradizione musulmana, mentre invece è radicato in quella giapponese.

L'Esercito Rosso Giapponese contò al massimo 40 uomini, ma fu una delle organizzazioni terroristiche più pericolose del mondo. All'interno di questa organizzazione, inoltre, ci furono delle purghe feroci per "purificare" coloro che erano veri terroristi da quelli che non lo erano: così il terrorismo divora i suoi stessi figli...

Una storia drammatica e terribile, ringrazio moltissimo Onion che mi ha aiutato a capirla bene... :dio: :dio:
 
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isotta72
view post Posted on 21/9/2011, 20:53     +1   -1




Ryo Hirokawa si è data disponibile ad aiutarci a capire qualche cosa dei capitoli successivi, non appena mi arriveranno i volumi :D
 
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view post Posted on 21/9/2011, 20:57     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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