DIVINA COMMEDIA DI GO NAGAI (Articolo di Dhr)IntroduzioneGo Nagai ha espressamente ammesso di essere stato colpito fin da piccolo dalle illustrazioni di Gustave Doré per la Divina Commedia (in particolare le creature demoniache, come si vedrà dalla sua produzione di manga). Quindi quest'opera è quasi un omaggio tardivo alla sua prima fonte di ispirazione.
Go Nagai ammira così tanto Doré da seguire pedissequamente le
sue visioni dell'inferno, purgatorio e paradiso, anche quando l'artista francese si allontana con molta libertà dal testo di Dante. Anzi, la Divina Commedia del Maestro giapponese è costituita, in buona sostanza, da un rifacimento piuttosto fedele delle tavole di Doré + una serie di vignette di raccordo tra l'una e l'altra.
O perlomeno, in teoria; perché poi in pratica anche Nagai, a sua volta, si muove molto liberamente. Il lato più interessante è proprio quando fa di testa sua e, 'fregandosene' di Dante e Doré, immerge gli episodi del poema dentro le proprie tematiche, o viceversa.
Mentre le parti meno riuscite, a mio avviso, sono quelle in cui Nagai si sforza a ogni costo di salvare capra e cavoli.
Sul piano tecnico, appaiono notevoli sbalzi stilistici. Accanto a tavole in cui sembra di riconoscere la mano del Maestro (o di qualche collaboratore particolarmente bravo), ce ne sono altre bruttine e 'tirate giù' evidentemente da qualche garzone di bottega.
La selva oscuraPer motivi squisitamente simbolici, Dante sostiene che la selva si trovava nei pressi di Gerusalemme (*). Go Nagai invece ambienta la scena iniziale della sua Divina Commedia in una foresta nei pressi di Firenze... come peraltro è più coerente.
Poi però disegna Firenze CON la cupola del Brunelleschi, che all'epoca dell'Alighieri non era stata ancora costruita. Ma tant'è: anche nel ritratto di Dante dipinto all'interno della basilica di Santa Maria del Fiore si nota sullo sfondo la città
con la cupola. Più che "anacronismi" in senso negativo, le definirei "attualizzazioni" perché il Poema ha un valore che si estende nel tempo, è sempre "presente".
Altra interessante innovazione introdotta da Nagai è che Dante non si "ritrova" nella selva a causa del peccato (quale, poi?) ma per fuggire dai suoi antagonisti politici che vogliono fargli la pelle. In un flashback, Nagai introduce perfino Beatrice - che all'epoca era già morta! - frastornata in mezzo alla folla inferocita.
Viene da pensare a tante scene di inseguimento / persecuzione del "diverso" (alieno) nei manga e anime del Maestro giapponese.
(*) Trattandosi di un simbolo, Dante non spiega come ci sia arrivato, a Gerusalemme. Sarebbe poi interessante un riferimento alla selva "vera" ma "molto dantesca" che trovano i crociati presso la Città santa nella
Gerusalemme liberata di Tasso, ma si andrebbe fuori tema
Un dettaglio divertenteOh già, dimenticavo un dettaglio divertente. In un altro flashback in cui Dante ripensa alla vita politica di Firenze, si vede un comizio in piazza... che è la piazza medievale di Perugia! Evidentemente, Nagai aveva bisogno di una ambientazione "di un certo tipo", e ha trovato quella, che era perfetta.
Per curiosità, per chi volesse cercarla con Google, si tratta di piazza IV Novembre, con il fontanone e il lato della cattedrale. Lo so perché... gli passo davanti tutti i giorni
Le tre belve
Go Nagai rappresenta la scena dell'incontro di Dante con la lonza (lince o pantera), il leone e la lupa in modo abbastanza classico: Dante si trova di fronte la prima belva, poi la seconda, poi la terza, si spaventa, ma arriva Virgilio e lo soccorre.
Semmai è da notare che in questa sequenza il Maestro giapponese - caso raro, nel primo volumetto della serie - non copia le corrispondenti immagini del Doré ma procede per conto suo.
Tra le innovazioni introdotte a livello di testo, una è particolarmente godibile. È notte, Dante ha paura della pantera; ma poi sorge il sole e tutto si tinge di positivo. Allora il poeta dice: "Nella luce del mattino, persino quella fiera non appare più così terribile. Non è che un elegante animale dal manto variopinto". Allusione all'insegnamento buddista per cui "tra il
samsara (il mondo del dolore) e il
nirvana (la liberazione) non c'è la minima differenza"? La lonza, lonza è e rimane: dipende da come la si guarda.
Nel discorso in cui Virgilio si presenta a Dante (mentre dice: "Dove si trovano le anime dei più nobili..."), si ha il primo interessante caso di "contaminazione" tra le tre Cantiche. Infatti in sovrimpressione appare un'immagine ripresa sì da Doré, ma dal
Paradiso, canto 26, in cui Dante incontra l'evangelista Giovanni. E con un'ulteriore variante, la figura al centro diventa non Giovanni ma il Cristo glorioso. Più avanti, nel commento al
Paradiso illustrato da Go Nagai, vedremo perché.
Da notare infine che, fin da queste prime pagine, Nagai fa una scelta artistica e stilistica molto personale, molto significativa: illustra anche i "momenti di silenzio" della Divina Commedia, lasciando pause di riflessione tra una scena e l'altra.
Il seguito tra qualche giorno. Potete commentare qui: #entry498569661Edited by joe 7 - 9/5/2012, 19:47