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TsurugiTetsuya FF Gallery - solo autore, solo autore

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view post Posted on 8/9/2016, 15:27     +3   +1   -1
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Filologo della Girella

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THUNDER BREAKS

Racconti dedicati alla serie de "Il Grande Mazinga" e non solo.




1. ROBA DA MATTI.
Ispirato a “Il Grande Mazinga", episodio 01: "L’Eroe dei Cieli”.

Fortezza delle Scienze; la prima battaglia del conflitto contro Mikene si è da poco conclusa, ma nella living-room della sua base il pilota del Gureto resta sul piede di guerra…

- Jun, cosa ti è saltato in testa di prendere la mia moto per intervenire sul campo di battaglia?
La furbetta sembra fare orecchie da mercante e il sangue dell’ace-pilot ribolle:
- Jun, ti ho chiesto…
- Tetsuya, finiscila! Era una situazione d’emergenza, c’era in ballo la vita di Shiro, te ne rendi conto?
- E che c’entra col fatto che m’hai rubato la moto? – contesta lui - Non potevi usare la tua?
- Oh, Tetsuya, quando fai così sei pesante, sai?! – inacidisce lei - Non ti ho rubato la moto, l’ho solo presa in prestito.
- Uh, certo, l’hai solo presa in prestito - Tetsuya fa il verso alla ladruncola – e così me l’hai demolita!
- Ma che esagerato! - compatisce lei - Per due graffietti alla carrozzeria? Possibile che tu sia così geloso delle tue cose?
Tetsuya non si capacita: la faccia tosta di Jun non ha paragoni e il possessivo si difende:
- A parte il fatto che nell'essere gelosi delle proprie cose non ci vedo niente di male, non ti sei presa il mio album di figurine, ti sei presa la mia moto! Potevi almeno chiedere, non pensi?
- Avrebbe fatto lo stesso, Tetsuya, avresti fatto le stesse scene anche per un album di figurine.
Vero - l’Eroe dei Cieli s'ammette, ma il torto subìto gli pare tale da rinvenirgli la parlantina:
- In ogni caso, cara la mia Junette, la moto-jet adesso è inguardabile e tu sei pregata di farmela ritrovare a posto così com'era, perciò ora filerai da un carrozziere a far sistemare quel disastro!
- Vuoi dire che ora sono autorizzata a salire sulla tua moto? - ironizza lei petulante.
Dannazione, Jun è un osso duro davvero - e prontamente l’ace-pilot corregge la virata - No, vuol dire che ora accompagnerai me dal carrozziere per pagare tu il conto.
- Dal carrozziere! - sfotte Jun - L’officina della Fortezza non ti è sufficiente?
- Buoni ragazzi, buoni - l’ammonimento del profondo vocione pone fine immediata al battibecco, lasciando l’Eroe dei Cieli a chiedersi:
Accidenti, ma il Dottor Kabuto non stava in sala controllo?

Mezz'ora prima.

Quando ti sei accorto delle pietose condizioni in cui verte la tua amata moto-jet sei corso a controllare le videoriprese della recente battaglia e…
- Caspita, niente male per una donna - sei stato costretto ad ammettere; anche se per indurti a complimenti t’aspetti ben altro, comunque Jun è stata davvero in gamba: ha guidato la tua moto da gran bulla, facendole spiccare il salto al momento giusto, così salvando Shiro e Borot dallo scimmione meccanico con un coraggio da leonessa… - Accidenti però, la mia povera moto-jet! - in ogni caso hai dovuto concludere, perché di quella moto hai curato tu personalmente ogni modifica: pugni al manubrio, alettoni dinamici, pulsante per la propulsione… - Brava fin che vuoi, ma la donzella m’ha ridotto il mezzo ad un rottame - e questo proprio non puoi consentirlo, nemmeno a lei.

Roba da matti! - udita la controversia tra i due ragazzi che sono i suoi piloti, Kenzo Kabuto si dispera: suo figlio minore ha da poco rischiato d’essere dilaniato da un mostro guerriero e quei due svitati di Tetsuya e di Jun al momento d’agire si sono sfidati a chi fosse il più bravo, mentre ora come due bambini litigano per una moto - Eppure l’età dell’asilo l’han passata da un pezzo, ma come diamine li ho allevati, perbacco? Che sia l’effetto collaterale della troppa disciplina? - perplesso lo scienziato si domanda: lei determinata e insistente come una zanzara d’estate, lui scontroso e capoccione come un muflone a primavera, i suoi figli adottivi non perdono occasione per attaccar briga fra loro! - Forse dovrei ricominciare a prender loro qualche appuntamento dallo psicologo, è parecchio tempo che non ce li mando più… E qui Kenzo rimembra l’animo con cui Tetsuya, anni addietro, aveva accolto la diagnosi di “disturbo della personalità di tipo border-line”:
- Dannato strizzacervelli, glieli faccio venire io, i disturbi della personalità! - il ragazzo l’aveva presa talmente male da indurre immediatamente a cambiargli psicologo, per paura che l’irascibile in sede d'analisi commettesse gesti impulsivi a danno d'un camice bianco…
L’analista successivo, invece, era stato formalmente liquidato da Jun prima che Tetsuya lo facesse in senso letterale: la figliola, infatti, uscita dallo studio medico pochi minuti dopo esservi entrata, aveva dichiarato che non era immaginabile affidare la propria salute mentale a un pervertito che passava il tempo a fissarle petto e cosce mentre lei gli raccontava i propri problemi! Al che in sala d’aspetto Tetsuya era scattato in piedi probabilmente con l’idea d’irrompere in studio per risolvere a proprio modo la questione, ma la ferma volontà di Jun di denunciare il presunto professionista per fortuna aveva quietato il fratellastro maggiore...
Per carità! – conclude Kenzo - Dello psicologo si farà a meno. Difettucci del carattere a parte, sono così due bravi ragazzi, Tetsuya e Jun: intuita la mia parentela con Shiro sono istantaneamente passati all'azione, senza domandar più nulla, facendo persino a gara per scendere in campo...
Così, in quattro e quattr’otto Jun aveva tratto in salvo il piccolo Shiro, mentre Tetsuya annientava il mostro guerriero…
E d’altra parte, potrebbero due soggetti normali riuscire in simili imprese?

-Continua-


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Edited by TsurugiTetsuya - 26/9/2023, 18:52
 
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2. TRA IL DIRE E IL FARE.

Tokyo, molti anni prima, studio del Dottor Kenzo Kabuto.

Mmh… Servirsi d’un orfano…

Nel silenzio del tuo studio, attentamente avevi valutato la proposta di tuo padre…
I fattori da considerare erano diversi e la macchina in tuo progetto potente, molto potente…
Calcolate le sollecitazioni cui il pilota sarebbe stato sottoposto, più volte avevi rimandato il problema: selezionare un individuo adatto non sarebbe stato affare da poco; prima ancora dei rischi d’una battaglia, le sole manovre preliminari di decollo e d’aggancio avrebbero causato impatti considerevoli. Solo un impegnativo e prolungato addestramento speciale avrebbe consentito ad un essere umano di sopportare un simile carico!
Anche il fattore psicologico era poi da considerare: chi mai si sarebbe prestato volontariamente ad un così elevato rischio per la propria incolumità e ad una simile responsabilità? E in cambio di cosa??
Si presentava quindi il problema dell’affidabilità – o per meglio dire – della fedeltà: chiunque un giorno si fosse messo ai comandi della tua macchina avrebbe rappresentato un potenziale pericolo pubblico!
Alla luce di questi ragionamenti, tuo padre aveva ipotizzato d’impiegare un pilota cyborg, ma la tecnologia nel campo era ancora prematura, perciò l’idea era stata scartata…
In assenza d’alternative valide hai quindi concordato che l’espediente dell’orfano addestrato sin da piccolo risolverebbe ogni problema, perciò hai impulsivamente accettato l’impegno che tuo padre ti ha proposto: occuparti di trovare la persona adatta…
Adesso che è il momento però, realizzi che razza di magagna ti ha rifilato quel vecchio volpone di Juzo: innanzi tutto, per uno scopo del genere non si può certo arruolare un soggetto a caso e ciò presuppone di vagliare un certo numero di candidati.
Secondo aspetto del problema: la gran parte degli orfani totali è di norma custodita all'interno di strutture protette, le quali non affidano certo i propri ospiti al primo che passa! In particolare, tu inoltreresti una domanda d’adozione in qualità di single, senza nemmeno la garanzia d’una figura materna. Tutto ciò tralasciando - ovviamente – la reale motivazione che ti spinge ad un’adozione! A conti fatti – calcoli in preda al panico - la probabilità che ti affidino un qualunque orfano al mondo è pari allo zero, a meno che tu non proceda ad un rapimento…
Esposte le tue considerazioni a tuo padre, questi t’osserva critico e poi t’investe:
- Insomma Kenzo, cosa pretendi, che in questa famiglia debba occuparmi io di tutto?! Sai benissimo che al momento sto lavorando al mio progetto: non ho certo tempo da perdere in simili quisquilie, perciò datti una mossa, figlio mio, e vedrai che, a tempo debito, troveremo il modo d’aggirare l’ostacolo... Su, avanti, sbrigati, cosa ci fai ancora qui?


-Continua-


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Edited by TsurugiTetsuya - 8/10/2020, 07:53
 
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Dicevamo di Shiro...??? :cry:

3. QUEL CHE IL NEMICO SA.
Ispirato a “Il Grande Mazinga, episodio 03: L’indomita Venus”.

“Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi” - recita il proverbio.
Per anni sei riuscito a proteggere i tuoi segreti: l’ubicazione delle basi, l’esistenza delle nuove macchine da difesa, lo sbocco della pista di decollo, ma… Il più personale tra i tuoi segreti, per assurdo, è già noto all'avversario prima ancora che al tuo staff! Preoccupante è che si tratta d’un obiettivo più che sensibile: la vostra guerra è appena cominciata e già i nemici han fatto due più due, realizzando che il bambino rappresenta un’ottima leva di ricatto nei vostri confronti. Il faccino di Shiro non è nuovo a Mikenes e purtroppo le voci girano, anche nell'Impero delle Tenebre…
Non a caso il pargolo è di nuovo nelle mani del nemico!


Alla notizia del rapimento di suo figlio Shiro, il Dottor Kabuto, sotto pressione, aveva rapidamente elaborato un piano per salvarlo: Venus, finalmente ultimata, avrebbe creato il diversivo, mentre a Tetsuya avrebbe affidato il delicato compito di recuperare il bambino!
Quindi Kenzo s’avviò al poligono di tiro, ove il pilota del Gureto stava perfezionando l’addestramento della pilota di Venus…
Attutito dal cristallo panoramico, lo scoppiettio della mitraglia a salve accolse l’ingresso del Direttore in cabina di regia, unito alle inflessibili osservazioni dell’addestratore cui seduta stante Kenzo espose il proprio piano…
Appresa l’intenzione di mobilitare per la prima volta Venus Alfa, con grande sorpresa dello scienziato il pilota del Gureto era saltato dalla poltroncina insistendo che la cosa non era possibile, sostenendo che Jun non era ancora pronta per uscire in missione!
Così Kabuto realizzò che, fosse dipeso da Tetsuya, probabilmente Jun non sarebbe mai scesa in campo… Vero che l’ace-pilot fosse un perfezionista, e che Jun avesse bisogno d’affinare il proprio addestramento in previsione di scontri reali, tuttavia il professore ebbe la netta impressione che Tetsuya stesse tentando di proteggere la ragazza… Un atteggiamento controproducente, – valutò Kenzo – da stroncare sul nascere ordinando a Jun d’uscire con Venus, senza ammettere repliche!
Ma non ce ne fu bisogno: presentatasi all'appello in sala, Jun si mostrò ansiosa d’entrare in azione!
La ragazza promette bene, non si tira indietro davanti al pericolo: Jun rischia di dare grandi soddisfazioni! – si compiacque Kenzo.
Senza altre obiezioni e acquisite le informazioni del caso, Tetsuya s’era quindi diretto al punto sulle montagne indicato dai rapitori. La testa calda però aveva preso l’iniziativa d’uscire con la moto-jet, anziché col Grande Mazinga come gli era stato ordinato; solo dietro richiesta, via radio, s’era degnato di fornire spiegazioni: mobilitando il robot, avrebbe attirato l’attenzione del nemico, generando difficoltà a recuperare il bambino…
Touché! - Ma l’intuizione di spedirlo a perfezionarsi presso i più svariati corpi militari aveva dotato Tetsuya di tutte le competenze tattiche e strategiche, anche per riportargli il figlioletto sano e salvo!
Invocando la buona sorte, Kenzo si trovò di nuovo a benedire il giorno in cui aveva adottato quei due provvidenziali, adorabili figlioli che erano Tetsuya e Jun.


Mensa della Fortezza delle Scienze, ora di cena.

- Shiro, senti…
- Cosa c’è Tetsuya, cosa vuoi, perché mi guardi in quel modo?! – si preoccupa il bambino, ancora fresco della perquisizione fisica del pomeriggio e di nuovo sotto la mira del tuo sguardo.
- La vuoi smettere di farti rapire?! E’ già la seconda volta che ci caschi come un babb…, ehm… come uno sciocco. Di questo passo, diventerai l’arma segreta di Mikenes contro di noi!
- Cosa?? Ma io… - balbetta il pargolo.
- Tetsuya! – apostrofa Jun – Ti sembra il modo di parlare ad un bambino? Lui, poverino, è ingenuo, come pensi che…
- Appunto, – la interrompi - hai detto bene: ingenuo è la parola giusta: a dieci anni compiuti, lo è un po’ troppo, non ti pare?!
- TETSUYA! – ammoniscono Jun e il Dottore in coro.
- Tetsuya un bel corno! – replichi - Sentiamo un po’, Shiro, cosa faresti se, all’uscita da scuola, ti si presentasse uno sconosciuto a offrirti delle caramelle?
- Ehm… - articola il piccolo, confuso Shiro – Le accetto?!
- Visto, cosa vi dicevo? – commenti - Accetterebbe persino caramelle da uno sconosciuto! E’ proprio un babb… ehm, uno sciocchino!
Shiro attacca a frignare, Jun ti fissa bellicosa, mentre il Dottore t’incenerisce con lo sguardo: stai a vedere che è davvero il padre dello sciocchino!
- Stammi a sentire, Shiro, – incalzi – credo di sapere quale sia il tuo problema e ammetto che forse non hai tutte le colpe. Dì un po’: qual è la persona che frequenti di più durante la giornata??
Shiro riflette disperatamente e poi risponde incerto:
- Boss…??
- Ecco, appunto! – concludi teatrale - Dottore, se Shiro deve frequentare la Fortezza, non è il caso di prendere provvedimenti definitivi?
Il Dottore stavolta ti guarda imbalsamato mentre adesso Jun, che finalmente ha mangiato la foglia, sta studiando a propria volta la reazione di Kabuto…
- Mmh… - mugugna meditabondo Kenzo, fregandosi il pizzetto – Non saprei, Tetsuya, che cosa dovremmo fare, secondo te?
Al che, i tuoi occhi e quelli di Jun si parlano: Tentativo numero due fallito! – si dicono delusi i vostri sguardi.
- Mi chiedo da chi tu abbia preso, Shiro – insinui allora… Il Dottore non si vuole decidere a rivelare il suo segreto?! Bene, allora ci sarà da ridere, perché tu e Jun gli darete filo da torcere!
- Tetsuya, stavo pensando… – se ne esce Kenzo distrattamente, passandosi il tovagliolo sulla bocca...
Ecco, ci siamo! – esulti – Ora il Doc si sbilancia e invita Shiro a stabilirsi alla Effe-Di-Esse una volta per tutte!
- Stavo pensando… – riprende il Doc – che domani aggiungerei al tuo programma di mantenimento una seduta sull'acceleratore orbitale: è da un po’ che non ci sali.
No, il Grande Frullatore no! Quella macchina ti riduce regolarmente il cervello ad un frappè di materia grigia… Ma stavolta te la sei proprio cercata, il Dottore non è tipo da lasciarsi prendere per i fondelli, infatti è già passato alla controffensiva:
“Ritorsione rapida!!!”

-Continua-

Per i commenti:
https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448#lastpost

Edited by TsurugiTetsuya - 6/1/2021, 23:56
 
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4. CON METODO SCIENTIFICO.

Molti anni prima, periferia di Tokio, studio del Professor Kenzo Kabuto.

Preso dallo sconforto decidi di procedere alla vecchia maniera, così afferri carta, penna e immancabile righello di precisione:
- Mmh… Dunque… - e inizi a ricoprire una pagina d’agendina con ordinati, schematici scarabocchi…

1. COME SELEZIONARE UN BAMBINO ORFANO, REQUISITI:
o Caratteristiche fisiche:
- ottima salute e max prestanza --> Mi presento nelle ore di educazione fisica !?
- sesso: maschio ? / femmina ?
- età min. 5/6 aa = già svezzato !!!
o Caratteristiche comportamentali: ??? ………………………………….
o Dove cercare, hyp: orfanotrofi nazionali, a cominciare dalla presente prefettura?
o Strutture: private?/pubbliche? --> Pubbliche = meno controllate (?) e periferiche --> tessuti sociali + disgregati = magg. varietà di scelta??


- Ma tu guarda cosa mi tocca fare…

2. DA FARE: elenco delle città di maggiori dimensioni --> elenco orfanotrofi periferici + numeri di telefono + indirizzi + orari lezioni ginnastica…
3. Info caratteristiche genitoriali x rich. adozioni + Come ti inoltro una domanda di adozione...


- Aiuto, che mal di testa…

4. Approccio da utilizzare: N.P.
5. Io odio mio padre, io odio mio padre, io odio mio padre…



-Continua-

Per i commenti e per un supporto psicologico a Kenzo Kabuto:
https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448&st=15#lastpost

Edited by TsurugiTetsuya - 22/3/2018, 21:46
 
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5. GIORNATE DA CHIODI.
Omaggio a “Il Grande Mazinga, episodio 09: Jun combatte per l’umanità”.

- Ci vai vestito con la tuta da combattimento, a Nagoya??!!
- Perché, cosa c’è di strano?
- C’è di strano che è una tuta da combattimento! Stai andando a fare una commissione, non una missione! Non vorrai atterrare al Toyota Kaikan col Brain Condor?!
- Jun, per questa “piccola commissione”, come la chiama il professor Tonda, tra andata e ritorno sto per affrontare cinquecento chilometri. Un motociclista tedesco indosserebbe una tuta speciale nera, stivali speciali neri, e casco integrale nero. Io, che sono giapponese, indosso una tuta speciale rossa e nera, stivali speciali neri, e casco jet bianco e rosso. Donna, cosa ti urta nel mio caso, forse l’abbinamento dei colori?
- Uff! Tetsuya, fai come al solito: fa' come ti pare!
...
Prendere il sole con la tuta da combattimento non è il massimo… Forse Jun aveva ragione: ad avere il costume, avresti potuto farti un bel bagno, ma come potevi immaginarti che, tra l’andare e il tornare da Nagoya, avresti trovato anche il tempo per una siesta al ma…???
Gniii…Gniii… Il cicalino della moto-jet, quando te ne stai rilassato in riva al mare, è peggio delle unghie sulla lavagna! Dopo Jun, somma scocciatrice, all’altro capo del ricevitore ecco il secondo in classifica…
- Agli ordini… Sissignore.
Niente pace sotto gli ulivi, diceva qualcuno che, tuo pari, non doveva godere di gran quiete nella vita.
E allora via a tutto gas, sparato in moto come un proiettile, a bruciare i novanta kilometri che ancora ti separano dalla Fortezza che si trova sotto attacco… Grazie al cielo indossi la tuta da combattimento perché, a duecentosettanta kilometri orari, in caso di caduta il centro grandi ustionati sarebbe la più felice delle destinazioni.

A tempo di record, eccoti in vista del Centro, mostro guerriero a bordo scogliera, pronto a far festa! Gas a manetta nel canyon che è la strada di casa, se la passerella della Fortezza fosse già ritirata, dopo averci preso il sole, con la tuta da combattimento ci farai anche un bel tuffo in ma… Santo cielo, una tigre in carreggiata!!! Ah, no, è il Duca Gorgon!!! Mantello al vento e spada in resta, ti sbarra la strada! Evitatolo per miracolo, - Sia mai, accoppare una povera tigre innocente! - il Duca t’ingaggia in un duello che neanche al Colosseo al tempo dei Romani, centauro contro fauno ferino… Scartalo di qua, scartalo di là, per aprirti un varco spari i pugni della moto-jet - Tanto la tigre è meccanica, resisterà! - Infatti la tigre resiste all'esplosione ma finisce zampe all'aria: - Abayo Duca Gorgon! - e via, di nuovo a tutto gas verso la Fortezza, verso il Grande Mazinga, sgusciando tra le gambe del mostro guerriero! La ruota anteriore della moto tocca la passerella e questa già inizia a ritirarsi: Aspettate un attimo, maledizione, lasciatemi almeno il tempo d’arriva… BADABUM! I missili sparati dal guerriero deflagrano a un pelo dal codino della moto: salvo per miracolo! Per fortuna sei già in tuta da combattimento (Tetsuya-Jun: due a uno!): Centro Ricerche ormai in fase d’immersione, parcheggi la moto e via di corsa dal garage all'hangar, un balzo e sei sul Brain, procedura rapida, oltre che sottomarina:
- Accensione motori! Brain Condor, via! Agganciamento! Decollo rapido! – e via, ai comandi del Grande Mazinga, in volo verso il campo di battaglia, verso Jun che è già là operativa…
Ed ecco laggiù profilarsi il mostro guerriero… Ma che fa, impalato sul bagnasciuga? Vuol farsi un puccetto a mare in corazza meccanica?? Attento mostro, che adesso arriva Jun a farti osservazione!!
Il guerriero si volta e ti bersaglia di raggi laser, guadagnandosi un tuo calcio d’attacco in faccia:
Tò, brutto mostro, beccati questo! E ques… AAAH! Maledetto, m’ha colpito coi raggi, adesso lo arrostisco col Raggio Ga...
- Tetsuya, ti prego, non uccidere il mostro!
Jun sta urlando all’intercom frasi senza senso, come suo solito… Beccati il Grande Tifone, maledetto! E il Grande Boomerang, e anche il Pugno Atomico, e il colpo di grazia te lo do con la Spada Diabolica, che la voglio far finita con questa giornata di me…
- Tetsuya, aspetta, fermati! - Stavolta le urla arrivano in coro da Venus e da Borot, sopraggiunti insieme… Santi numi, - implora Tetsuya – levatemi dai piedi questi due!
- GRANDE TIFO…
- Tetsuya, non distruggere il mostro guerriero, Cleo è una brava ragazza, è una nostra amica!
Un’amica??? I casi sono due - valuta il pilota - O Jun ha bevuto pesante prima di salire a bordo della Queen Star, oppure mi son perso una parte importante della faccenda… Nel dubbio, diamole retta: se le ammazzassi un’amica, meglio non vedersela con le ire di Jun!
Chinato il Gureto a soccorrere la presunta amica, ecco sbucare il Duca Gorgon, tigre zampettante per l’aria… Ad un suo ordine… La guerriera esplode tra le braccia di Mazinga!!!
Il boato tremendo ti ha tolto fiato e udito, ma grazie al cielo sei ancora vivo… Invece…
Invece, Cleo è morta, così: ad uno schiocco di dita...
Non hai fatto in tempo a conoscerla... Ma il pianto di Jun, di Shiro e del trio Borot tocca il cuore, ed è contagioso…
Il sole, tramontando, indora il mare, ponendo fine ad una giornata iniziata male e finita peggio…
Se solo fossi arrivato prima, forse sarebbe andata diversamente, forse si sarebbe salvata…
Ma per quanto si possa correre veloci, ora altro non rimane che immergersi con Mazinga, per affidare alle acque una vittima innocente…
Sayounara Cleo. Riposa tranquilla qui, vicino a noi. Possa l’Oceano cullare i tuoi sogni.


-Continua-


Per i commenti e per le dicerie circa il Tez in quanto freddo ed insensibile: https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448#lastpost

Edited by TsurugiTetsuya - 25/2/2020, 23:04
 
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6. UN DONO DAL CIELO.

Distretto Kitakome, Istituto di Ricerche Spaziali.

- Professore, venga, il radiotelescopio segnala un oggetto in rotta di collisione con la Terra!
L’astronomo sospese il proprio lavoro per esaudire la richiesta del collaboratore e si diresse alla postazione con la calma dell’esperienza: lo spazio infinito – si sa - è stracolmo di oggetti a potenziale rotta di collisione con la Terra…

Il rapporto trasmesso alle autorità dall'Istituto di Ricerche Spaziali, redatto e firmato dal Direttore in persona, riferiva dell’avvistamento e del monitoraggio d’un piccolo meteorite e del suo impatto alla superficie terrestre, avvenuto in area Alpi giapponesi, in sito ad alta quota, a densità di popolazione nulla, senza alcuna conseguenza apprezzabile.

Sembrava stare molto male… In stato d’apparente incoscienza, andava ripetendo disperatamente la stessa parola e lo scienziato avrebbe dato qualunque cosa per comprenderne il significato… Ad un certo punto però l'uomo, nel timore che quella vita rischiasse di spegnersi, obbedì al proprio istinto e strinse quella mano nella propria, rassicurando:
- Non aver paura… Va tutto bene, qui nessuno ti farà del male.
Ora si poteva solo aspettare, e sperare.

Le sue condizioni sono molto migliorate e oggi, finalmente, può alzarsi dal letto, per la prima volta.
Seduto nei pressi della finestra, sembra interessato al paesaggio… Improvvisamente si leva dalla sedia e, rischiando di stramazzare per la debolezza, tenta di raggiungere la porta della stanza!
- Non affaticarti, prima devi rimetterti in forze – consiglia il professore soccorrendolo.
Ma è irremovibile….
Aiutato nel procedere, trascina il proprio accompagnatore attraverso l’ampio piazzale dell’Istituto, sino all'aiuola spartitraffico… Dove fissa lo sguardo al suolo…
Ipotizzando l’oggetto di tanto interesse, il professore suggerisce:
- Quella è: “erba”.
Si inginocchia… Allungata una mano, passa ripetutamente il palmo tra gli steli… Trascorrono i secondi, non si rialza… Si sente male?... Con le dita, sfiora un minuscolo fiorellino di campo, quasi invisibile nella massa delle graminacee invadenti…
- Un fiore!? – nota il professore – Sai, ne abbiamo molte specie diverse qui…
Ma le lacrime che gli rigano il volto suggerirebbero che piante e fiori non gli siano affatto nuovi...
Forse, semplicemente, gli rappresentano un caro, doloroso ricordo.

Si è lasciato riaccompagnare in stanza, ma ha rifiutato di distendersi.
Di nuovo seduto alla finestra, silenzioso si rivolge al panorama…
Spontaneo è chiedersi cos’abbia affrontato per giungere sin qui… Il desiderio di conoscere è forte, ed egli è indubbiamente dotato di parola, per quanto di lingua estranea… Intelligenza vivace ed empatia spingono il professore ad un tentativo, scandendo le parole:
- Chiunque tu sia, sei il benvenuto... Purché tu venga in pace.
Voltatosi, fissa a lungo negli occhi, quasi stia tentando di comprendere con lo sguardo… Poi, levatosi in piedi, si porta le mani incrociate al petto, chinando il capo ad occhi chiusi, dando modo al professore di pensare che abbia compreso e che, col linguaggio del corpo, abbia addirittura ringraziato!
- Tu mi capisci?! – ritenta ansiosamente lo scienziato.
Di nuovo lo straniero chiude gli occhi, abbassando il capo, e li riapre, ricambiando lo sguardo.
– Posso anch'io capire la tua lingua, come tu hai compreso la mia? – chiede d’impeto il professore, dimenticandosi di scandire le parole…
Serrate le labbra e levata una mano, palmo in mostra, la trasla brevemente per l’aria…
Il gesto, unito all'atteggiamento, suggerirebbe una negazione… Ma – ragiona Umon - per quanto univoca, la comunicazione è possibile… Quindi lo scienziato respira e azzarda la domanda più importante per uno studioso del cosmo:
- Da dove provieni?
Corruga la fronte… Rivolgendosi alla finestra, indica fuori, al cielo?? Braccio fermo e indice puntato, sembra indicare il sole e il professore chiede conferma:
- Il Sole…? Si tratta della stella più vicina alla Terra…
Poste le mani sulle spalle dell’astronomo, lo sospinge sino alla sedia; quindi punta il dito alla finestra:
- Il Sole… – ripete e, indicando la vicina sedia: - alla Terra.
- Io rappresento il Sole – intuisce eccitato il professore – e la sedia la Terra?
Muovendo lenti, regolari passi all'indietro, s’allontana…
Raggiunta la soglia della stanza, lentamente si volta ad aprire la porta… e continua ad arretrare… Per arrestarsi laggiù, appena visibile, avvolto dall'ombra nel corridoio…
Così, in una banale proporzione visiva, ecco quantificata la distanza tra due mondi…
Un concetto che nessun valore astronomico varrebbe ad esprimere!

Condotto innanzi ad una mappa dell’universo conosciuto, giusto il tempo d’orientarsi, aveva indicato con esattezza il punto… E l’astronomo era stato sopraffatto dall'emozione: non solo quella lontana nebulosa ospitava forme di vita, ma si trattava di vita più che intelligente!

- Questo è: “zucchero”.
Seduto nel letto, sorretto dai cuscini, scruta nel barattolo… Poi assaggia e…
Meraviglia!
Inumidendosi di saliva la punta del dito, seguita a catturare i cristalli per gustarli con l’espressione d’un bimbo che sperimenta un sapore nuovo e gradito! Il professore sorridente aggiunge:
- E questo è: “caffè”, un ottimo ricostituente.
Sorseggia… Smorfia di disgusto, risputa il caffè nella tazzina!
- Beh, vedi, - giustifica il professore - in effetti, il caffè senza zucchero è ama…
Sotto l’azione d’una forza invisibile e sotto lo sguardo dell’annichilito professore, la zuccheriera scivola lentamente sul piano del tavolo… Afferrato ciò che gli interessa, si versa una quantità spropositata di zucchero nella tazzina…
- Ecco, per esempio, questa è una delle cose da non fare! – avverte lo scienziato.
- Messo tanto?
- A parte questo… La zuccheriera si è mossa da sola.
- Oh, no! – esclama, e negli occhi gli si legge lo stupore - Desiderato!
- Ecco, se la desideri, devi prenderla con le tue mani, oppure chiedere di passartela.
- Perché?!
Di tutte le cose -giustamente- chiede il perché… Ma le sue domande metterebbero a dura prova persone di vasta cultura, soprattutto a quell'ora di sera... E la persona di vasta cultura, ormai ubriaca di stanchezza, si spreme ancora le meningi…
- Perché è quello che devi fare se non vuoi distinguerti dagli altri… - Figliolo caro - Buonanotte, a domani!


-Continua-

Per commenti e per far piovere querele come asteroidi: https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448&st=15#lastpost

Edited by TsurugiTetsuya - 25/3/2018, 08:04
 
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Ecco un'anticipazione, per rispondere ad un quesito sorto di recente nella discussione "Ma secondo voi, il Principe...???"
Problema risolto…???

MA QUANTO MI COSTI? – I calcoli complessi del professor Umon.

- Figlio mio, sei proprio sicuro che le forze di Vega attaccheranno la Terra?
- Padre… Il mio cuore me lo suggerisce. Vega è spietato e…
- D’accordo, – interrompe il professore – ma… Cosa ti dice il tuo cuore a proposito di quando ci attaccheranno? Sarà un evento imminente? Sai, sono molto preoccupato…
- Non temere padre, Goldrake ed io, cioè – io col Grendizer – sarò pronto a difendere la mia seconda patria, a costo della mia stessa vita.
- Non avevo dubbi, Actarus, so quanto tu sia affezionato alla Terra e quanto nobile sia il tuo animo ma… Non ti nascondo che l’altro giorno, quando ti ho visto entrare in azione per la prima volta, trasformandoti in Goldrake…
- Lo immagino, padre… Sapevo che la cosa ti avrebbe turbato e mai avrei voluto che tu…
- In effetti Actarus, sono rimasto molto turbato… Ascolta figliolo: per trasformarti in Goldrake, quali sono le condizioni che ti permettono… Insomma, è indispensabile che tu ti lanci da una motocicletta??
- Oh, no, affatto! - Actarus sorride – Mi basta darmi slancio sufficiente per…
- Bene! – approva Umon – Quindi la prossima volta – che spero non ci sarà, perché mi auguro che il tuo cuore si sbagli e che non dovrai mai rischiare la vita – data la tua agilità, potresti saltare direttamente con le tue gambe dalla scarpata… O da qualunque altro luogo???
- Non credo, padre, – delucida il figliolo – un mezzo mi sarà comunque indispensabile: non posso trasformarmi in pubblico, impressionerei tutti, come ho impressionato te! In caso di attacco, dovrò allontanarmi velocemente da occhi indiscreti e anche portarmi in fretta verso il Grendizer!
- Hai perfettamente ragione, Actarus, non ci avevo proprio pensato… Comunque – confessa Umon – Ora che ne abbiamo parlato, ho le idee più chiare...
- A questo proposito, padre, la moto che mi avevi regalato e che è finita nel torrente, purtroppo non è riparabile… E proprio per il discorso che abbiamo appena fatto, avrei urgenza di procuramene una nuova, ma, ecco, io, non saprei come…
- Non dartene cruccio ragazzo mio, ci stavo giusto pensando… – Umon sospira e si stiracchia le reni – Adesso scusami, il dovere mi chiama… Devo andare in ufficio.

Ufficio del Dr. Procton. Professore seduto al computer, accanto ad Hayashi.

Procton: - Allora, Hayashi, digita un po’… “prezzi modelli nuovi”... e poi fai una media.
Hayashi: - Fatto, professore.
Procton: - Bene. Adesso analoga ricerca, ma sull'usato.
Hayashi: - Dato acquisito, professore.
Procton: - Okey. Adesso… Eh, però manchiamo d'un dato fondamentale… Aspetta un attimo, Hayashi.
Il fidato collaboratore osserva il professore sollevare la cornetta del telefono e fargli cenno di prestare attenzione…
Procton: - Sì, ehm, Professor Kabuto?! Buongiorno, sono il professor Umon.
Kabuto: - Professor Umon! Che piacere sentirla!
Procton: - Mi scusi il disturbo…
Kabuto: - Nessun disturbo, si figuri! Dica pure.
Procton: - Ecco, mi trovo alle prese con alcuni calcoli complessi, per i quali lei potrebbe essermi d’aiuto…
Kabuto: - Volentieri, se posso!
Procton: - Senta, avrei bisogno di un dato di carattere statistico: con che frequenza vi risulta si verifichino gli attacchi da parte di Mikenes?
Kabuto: - Mmh, dunque… Attualmente… In media… Subiamo un attacco alla settimana.
Procton (dopo un attimo di silenzio): - La ringrazio Kabuto, molto gentile, il suo aiuto è sempre molto prezioso.
Kabuto: - S’immagini, per così poco! Ha bisogno di altro?
Procton: - No, no, le ho già rubato abbastanza tempo… Grazie di nuovo, e a risentirla!
Riagganciata la cornetta:
- Sentito, Hayashi?! Un attacco alla settimana! E’ una frequenza altissima! Soprattutto per il nostro budget – si dispera il professore.
Hayashi: - Eh già! Però non è detto che anche i nostri futuri nemici…
Procton: - Forse, ma non disponendo di una nostra statistica, non possiamo che basarci sui dati raccolti da altre realtà, in particolare su quelli forniti dalla Fortezza delle Scienze: il buon senso vuole che si faccia sempre riferimento ai casi peggiori… Dunque, - Umon allunga la calcolatrice ad Hayashi – proviamo...: un attacco alla settimana… Per cinquantadue settimane all'anno… Per… Mettici il prezzo medio di una moto nuova… Quanto fa, Hayashi?
La cifra che Hayashi legge dal display della calcolatrice provoca un mancamento al povero professore…
- Lo immaginavo… - commenta Umon – Col mio stipendio di astronomo sarà impossibile far fronte ad una simile spesa…
- Sa, professore, – tenta di consolare Hayashi – mia madre me lo dice sempre: “Cosa vai a fare astronomia, ché nel migliore dei casi farai la fame!?“
- Saggia signora… - concorda Umon – L’astronomia, caro Hayashi, di certo non paga lauti stipendi ma almeno nel nostro caso destina ricchi fondi alla ricerca… No???
- Professore?!… - Hayashi non crede di aver capito bene – Cosa…??
- Le furberie, come tu ben sai, mi hanno sempre ripugnato – chiarisce l’onesto Umon – ma in questo caso ti dirò che… Non mi sentirei affatto in colpa. Pensaci bene… Si tratta del futuro del nostro pianeta! Non sto parlando di una moto nuova ogni settimana… Al limite di un buon usato una volta ogni tanto… Si tratterebbe solo di ragionare su… come dire… su dove e di quanto “ritoccare” alcune voci di bilancio…
Hayashi è a bocca aperta… Ma:
- Per la Terra e per il nostro Daisuke, questo ed altro! – accetta con entusiasmo.
- Sapevo di poter contare su di te! – si congratula il professore, non troppo ad alta voce – Bene, allora, fuori le carte e mettiamoci al lavoro!
...
- Ora è tutto a posto, professore, torna tutto fino all'ultimo centesimo di yen! – esclama Hayashi.
- Grazie. – approva il Direttore dell'Istituto – Ero certo che ce l’avresti fatta!
- Allora ordiniamo la moto!?
- Direi di sì… – concorda Umon nel riaccendersi la pipa... - Ah, Hayashi, importante, dimenticavo! Come prima cosa, a livello preventivo, converrà anche installare una rete d’acciaio sotto la cascata, il più ampia possibile, per assicuraci che Actarus la centri senza troppi problemi… In quei momenti d’emergenza - se mai arriveranno - Goldrake non potrà stare tanto a guardare per il sottile!
- Ma professore, rischiamo una multa e magari anche una denuncia, per via del Parco Naturale…
- Giusto… - il professore sospira - Allora dobbiamo progettare un’opera a regola d’arte, a impatto zero, che si integri perfettamente col paesaggio senza deturparlo… Saranno costi in più, ma alla fine ci faranno risparmiare. Mio buon Hayashi… Forza e coraggio, rimettiamo mano ai conti!


-Continua-

Per la raccolta fondi destinata al mantenimento d’un principe “senza portafoglio”: https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448&st=15#lastpost

Edited by TsurugiTetsuya - 7/1/2021, 00:21
 
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7. COME NASCONDO BENE!

Suruga Bay, palestra della Fortezza delle Scienze, esercitazione agli attrezzi appena terminata.

- Tetsuya, a volte sei proprio cattivo con lui. Lo so, è un gran pasticcione, ogni tanto combina qualche guaio, però, in fondo è un bonaccione, lo fa per cercare di darci una mano…
Nell'asciugarti il sudore dalla fronte, ti dev'essere partita un’occhiata di traverso… Ma lei non molla:
- Oh, su, andiamo! Cerca almeno di essere un pò più gentile, un pò più comprensivo. E poi, a voler vedere, Boss, Nuke e Mucha sono di compagnia! Sono simpatici, no?!
Avvalerti della facoltà di non rispondere in questo caso resta la miglior strategia, piuttosto che la verità:
Sai Jun perché non tollero il “pasticcione”?
Ti assicuro che più stiamo lontani, Boss ed io, meglio è, per lui!
Ma si è mai guardato allo specchio, dannazione???
Junette, piuttosto chiediti quale sia il miracolo che ogni volta mi trattiene dal levare di mezzo il ciccione, per sempre!
Ultimamente si spinge anche ad allungare le manacce…
Maledizione, ma come si permette?!
Tesoro, abbi pazienza: posso io assistere continuamente a certe scene d’avanspettacolo?



8. KABUTO’S LIST.

Molti anni prima, periferia di Osaka.

Nel tuo peregrinare di struttura in struttura, sinora nessun soggetto si è mostrato degno di particolari note....
Se neanche Osaka darà risultati interessanti, ti sposterai su Kyoto, dopodiché ci darai un taglio, scegliendo tra i bambini già selezionati perchè di tempo, per questa faccenda, ne hai investito sin troppo: lo studio di progettazione e il laboratorio reclamano!
Anche stavolta, come da strategia, hai ottenuto appuntamento per l’ora di ginnastica e, all'incontro con la direttrice di turno, ripeti la collaudata menzogna: tua moglie è temporaneamente ricoverata per un lieve intervento e tu, nel frattempo, ti stai interessando al vostro progetto d’adozione, visitando in anticipo le strutture per conoscerne gli orfanelli bisognosi…
Anche stavolta la menzogna è stata bevuta e vieni scortato alla palestra...
Lezione in corso, nel locale incredibilmente angusto le urla insostenibili dei marmocchi che lo sovrappopolano rimbombano al punto da perforare i timpani!
La tua capacità di sopportazione non durerà a lungo lì dentro perciò, per concludere alla svelta il tuo compito ti concentri, e il tuo occhio, ormai allenato dalle innumerevoli valutazioni trascorse, è già al lavoro…
Quel bambino dai capelli a cespuglio incolto – chissà da quanto tempo quella testa non vede un pettine!? – è estremamente coordinato…
Per la presunta età, ha un fisico ben sviluppato…
Esegue egregiamente tutti gli esercizi richiesti, di tutti i generi…
Ascolta attentamente l’insegnante, non protesta, non discute, non si ferma…
Concentrato ed impegnato, per tutta l’ora di lezione non ha praticamente aperto bocca!
E quando la massa dei ragazzini, chiaramente sollevati dalla conclusione del supplizio fisico, si precipita negli spogliatoi, l’indiziato è ancora lì, che fa capriole sui materassini…
- Adesso vai anche tu - lo sollecita il maestro – Non vorrai saltare di nuovo l’intervallo?
- Tanto io non devo fare la doccia, – replica il ragazzetto – non sono neanche un po’ sudato!
Ma, forse tentato dalla merenda, adesso anche lui infila il corridoio, di gran corsa…
E’ il momento buono... Ti avvicini al maestro, lo saluti, ti presenti e chiedi del ragazzino...
- Ah, sta parlando di Tetsuya! – esclama l’uomo, che ridacchiando aggiunge: - Far fare educazione fisica a quel bambino è diventato un problema: è molto portato... Ormai è uno dei più grandi e io non posso ammazzare di fatica tutti gli altri solo per far versare una goccia di sudore a lui!
Tetsuya… – memorizzi e al nome già associ mentalmente il punteggio massimo per i tuoi criteri…
- Quanti anni ha? – chiedi con noncuranza.
- Dieci… più o meno... Se non lo adottano neanche quest’anno, – dice il maestro di ginnastica – l’anno prossimo me lo porto nella squadra di atletica della polisportiva!
Non hai bisogno di sentire altro.
Adesso è il momento di riportarti agli uffici della direzione.


-Continua-

Per i commenti e per segnalare Kabuto al tribunale dei minori: https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448&st=30#lastpost

Edited by TsurugiTetsuya - 25/3/2018, 08:10
 
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9. EMERGENZE NOTTURNE.
Ispirato a “Il Grande Mazinga, episodio 10: Attenzione, l’onore è in arrivo”.

Notte d’autunno. Fortezza delle Scienze, stanza da letto del pilota di Suruga.

Colto dal primo sbadiglio, Tetsuya puntò con lo sguardo il fedele pigiama d’azzurro rigato… Accingendosi ad assumere la tenuta notturna, il pilota ripensò al tono da esperto etologo con cui, nel pomeriggio, il Dottor Kabuto aveva illuminato l’oscura novità degli stormi di corvi impazziti:
“Quando i corvi attaccano l’uomo, c’è sempre qualcosa di misterioso!”
- Però! – si complimentò Tetsuya, mano alla cintura della blusa - Da solo non ci sarei mai arrivato! – e divertito, scosse la testa… Il Dottore è sempre il Dottore, stavolta ha persino aperto una nuova frontiera alla scienza: “Ornitologia dell’occulto”… Ma il trambusto improvviso oltre la porta gli spense il sorriso sulle labbra, mentre l’allarme risuonava acuto per la Fortezza!
Caspita, che succede là fuori?!
Dal fondo del corridoio il Dottore di corsa sopraggiungeva trafelato… mentre lui si ritrovava a prendere a cinghiate per l’aria la cornacchia di Boss – Corvaccio del malaugurio!

La porta della stanza di Jun si è dischiusa… e il pennuto fuori controllo le si è fiondato dritto in camera!
- Attenta Jun!!! – ha appena fatto in tempo a gridarle il Dottore…
Sul pavimento della propria stanza, Jun giace bocconi, priva di sensi ed è ferita al volto! La cornacchia impazzita l’ha aggredita, sfondando poi il cristallo della finestra per scomparire nella notte…
Appurato che la vittima non pare grave, pressato dall'urgenza di raggiungere la sala comandi, Kabuto affida a te il compito di portare Jun in infermeria.
- Ci penso io, - acconsenti - va' pure.
… Op-là!
Sollevatala tra le braccia, fai in modo che la tua spalla le sostenga la testa… ed il suo fianco poggia contro il tuo addome…
Com'è morbida!
Una strana sensazione ti è esplosa a tradimento nel petto, confondendoti i pensieri!!!
Ma che mi prende?... Non è possibile…
Questo non deve succedere… Infatti non succederà più! Che diamine! Sono perfettamente in grado di controllare le mie emozioni…

Un respiro profondo, e riesci a concentrare sguardo e idee sul percorso da compiere tra i corridoi…

Mentre Jun dà i primi segnali di ripresa, la adagi sul lettino dell’infermeria…
In quella camicia da notte leggera, color ciclamino, che le asseconda ogni curva del corpo è tremendamente… Realizzando d’esserti incantato con lo sguardo, improvvisamente ti riscuoti notando che il medico ti sta osservando… Spaventato dalla domanda che potrebbe rivolgerti:
“Cosa avremmo in mente, di assistere alla visita medica!!??” - ti dilegui rapidamente dalla saletta!


-Continua-

Per avvertire Kabuto che il suo pilota forse necessita d’una bella dose di bromuro:
https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448&st=30#lastpost


10. UN SOGGETTO ORIGINALE.

Osaka, molti anni prima. “Casa del Fanciullo”, uffici del personale.

- Buongiorno…
Lo psicologo della struttura minorile – ebbe modo di constatare il luminare di scienza – era una donna.
- Il Dottor Kenzo Kabuto?
Molto giovane… Lineamenti fini, frangia dritta, capelli lisci, lunghi, ordinati…
- Prego, si accomodi.
Camice aperto sul tailleur di taglio occidentale, gli occhiali, nonostante la montatura spessa, le donavano…
- La direttrice mi informa che lei sarebbe interessato a…
Atteggiamento professionale, modi garbati, proprietà di linguaggio, sospettando d’avere a che fare con un cervello pensante, Kenzo Kabuto si dispose al confronto.

Alle valutazioni di lei: - E’ un bambino vivace ma volenteroso. Studia con profitto e ha una buona capacità d’apprendimento… - convinto si trattasse di pubblicità gratuita al pargolo un po’ grandicello per aspirare ad un’adozione, eri intervenuto con logica, stringente domanda:
- E perché nessuno lo ha ancora adottato?
Il giovane cervello, dopo comprensibile esitazione, aveva risposto con encomiabile competenza:
- Vede… E’ bene sapere che si tratta di un soggetto maturo per la sua età. In mancanza di stimoli adeguati, rischia di essere scambiato per un irrequieto, o peggio, per un iperattivo…
- Tutto qui?! – avevi sollecitato – Non c’è altro??
Nuova esitazione da parte della novella dottoressa… Seguita da spontanea quanto potenzialmente offensiva considerazione:
- Beh… Converrà che si tratta di caratteristiche che mediamente non incontrano i gusti degli aspiranti genitori…
Le ho dato dunque l’impressione d’un tizio nella media?! - sarebbe stato interessante chiederle, ma non era il caso, perciò - Vada pure avanti – avevi incoraggiato.
- Sì, certo, dunque… Abbiamo notato che, sfogato l’eccesso di energie attraverso l’attività fisica, poi si dimostra tranquillo e capace di concentrazione…
Un bambino vivace, volenteroso, affamato di stimoli e di attività fisica: più di così, di cosa andare in cerca?! - e alla successiva affermazione:
- Insomma, pur trattandosi di un caso indubbiamente impegnativo, è dotato di potenzialità che genitori preparati, disposti a seguirlo, potrebbero aiutarlo ad esprimere – avevi colto la palla al balzo:
- In questo caso, sarei seriamente interessato ad approfondirne la conoscenza.

Momento di svago per gli orfanelli.

In attesa che i piccoli ospiti della struttura godano dell’aria pomeridiana, appostato su uno spalto di cemento del campetto sportivo rifletti che, senza dubbio, tu sarai in grado di garantire a quel bambino tutto ciò che la sua psicologa ritiene necessario…
L’attività fisica in primis non gli mancherà, anzi!
Attenzioni ne riceverà, eccome (di quale genere, meglio tralasciare!).
Per quanto riguarda gli stimoli, la considerazione è addirittura superflua: il ragazzino riceverà abbastanza pane per i giovani denti…
In lontananza la campanella annuncia la fine delle lezioni e, nel tempo di un secondo, un formicaio di pargoli vocianti si riversa tra giardino e cortile, sparpagliandosi ovunque…
Dove sarà, in questa confusione, il “candidato numero uno”?
Individuato! Là, sotto un salice piangente, che gioca a strappar rami pendenti… Dopo poco abbandona l’occupazione, per incamminarsi agitando soddisfatto nell'aria ciò che ha sottratto all'albero… Il tuo “sorvegliato” avvicina un gruppo di compagni e istantaneamente un bambino robusto - di quelli che “Un po’ di moto può solo fargli bene” - s’allontana di corsa… Tra le grida concitate dei restanti, il “candidato numero uno” lo imita...
Giocano ad acchiapparello, beata gioventù!
L’inseguitore è snello e dotato di notevole sprint, perciò il pesante fuggitivo è subito raggiunto… Ma il primo non s’accontenta affatto d’acchiapparlo: tesa una gamba dietro le sue, una spinta all'indietro, in una sola rapida mossa tecnicamente lo “schiena” e, col lungo ramo di salice di cui girava armato, lo involta come una mortadella!
Ma di che gioco si tratta?? Tra bambini che sghignazzano divertiti e altri che osservano interessati, nessuno interviene in difesa della mortadella, perciò l’immobilizzato s'arrangia come può: attaccando a lagnarsi, ottiene d’attirare l’attenzione di una sorvegliante… Passo militare, la donna interviene sulla scena lanciando strida minacciose e agitando vistosamente le braccia… All'attacco dell’autorità però il bersagliato non retrocede, anzi, tiene testa rispondendo, indicando alternativamente il vicino “insaccato di moccioso” e l’angolo del cortile ove alcune bimbe giocano nella sabbia…
I discorsi del ragazzino purtroppo non raggiungono il tuo orecchio… Gli acuti con cui l’altra respinge le sue misteriose ragioni invece scuoterebbero un sordo:
- E a te cosa interessa?? – strilla la donna, che dovrebbe essere un’educatrice – Difensore delle cause perse, impara a farti gli affari tuoi, che camperai cent’anni! – Per tutta risposta, con uno strattone il fanciullo si libera della mano con cui l’urlatrice di professione l’ha afferrato ma, anziché fuggire come t’eri aspettato, continua a fronteggiarla, col fare di chi non ha intenzione d'arrendersi… Finché l’avversaria, che dei propri argomenti evidentemente non è altrettanto convinta, pian piano cede le armi, per infine abbandonare il campo!
Mmh… Oltre che fisicamente dotato, il candidato numero uno ha appena dato prova d’essere un battagliero e un tenace… Vale sicuramente la pena passare al confronto diretto con lui…
E se l’incontro andasse male… ? Beh, di che preoccuparsi…! Di questi tempi, purtroppo o per fortuna, il Giappone pullula di orfanelli potenzialmente promettenti.



-Continua-

Per commenti, anche circa il grado di cinismo del Dr Kabuto: https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448&st=30#lastpost

Edited by TsurugiTetsuya - 14/7/2019, 23:50
 
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11. QUANDO CALIENTA IL SOL - L’Incredibile momento della verità.
Omaggio a “Il Grande Mazinga, episodio 12: Bisonia colpisce duro”.

Abbiate fiducia in me! Perché dovrei lasciare il posto a qualcun altro?! – così hai assicurato a Jun e a Shiro stamattina, quando quel volantino pubblicitario è caduto dal cielo nelle vostre mani - Mica siamo in Ispagna, con matador esperti ad ogni angolo di strada: chi mai potrebbe soffiarmi la vacanza spagnola?! Perché già ti ci vedevi, bello e spaparanzato al sole delle iberiche spiagge, in compagnia della tua Jun adorante e del piccolo Shiro glorificante le tue gesta di matador, a rimpinzarti di cozze e di crostacei d’ogni specie!
Così, a cuor leggero hai affrontato l’allettante sfida al parco Fuji: una passeggiata per uno come te, se poi i concorrenti sono tutti come Boss!
In arena poi, realizzata la figuraccia che stavi rischiando, oltre alla pellaccia, quando l’enorme bove inferocito s’è trasformato in mostro guerriero ti sei rincuorato:
Non mi sono affatto sopravvalutato, è il toro che non è normale! - Non c’è che dire: i trafficoni dei tuoi nemici ti hanno già inquadrato e, prevedendo la situazione, ti hanno preparato proprio una bella sorpresa! Ma ora che hai raggiunto il Grande Mazinga, si è ad armi pari:
A noi due, bestiaccia!
Fortuna tua, quel mostro non ha molte armi, a parte i missili… E a parte la sua massa…
La massa è gravità… - ragioni mentre studi l’avversario in cerca del suo punto debole - I gravi cadono… E come cadono i tori in arena?! – ed ecco fulminea l’ispirazione! Se solo riesci ad afferrarlo, capace che ti togli anche l’amaro della mancata vacanza!
Avanti Tetsuya, impegnati, immagina l’arena…
Le mani del Grande Mazinga sono le tue mani, i tuoi piedi sono i suoi piedi…


Oltre il cristallo di sala controllo, laggiù a terra ti si offre uno spettacolo che mai avresti sognato nella tua carriera d’ingegnere robotico…
Ad ogni carica del toro meccanico, il Grande Mazinga si volta di lato e scarta, sollevandosi in punta di piedi…
Portandosi la spada al petto, contemporaneamente estende l’altro braccio in orizzontale, elegantissimo…
In pratica si sta assistendo ad una gigantesca, immane corrida! Attorno a te, Shiro e i tecnici in piedi: - OLEE’! – acclamano all’unisono, mentre tu ti astieni - un po’ per sconcerto, un po’ per scaramanzia - dall'unirti al coro delle ovazioni…
Quando il Grande Mazinga prende quota stringendo a sé l’enorme bestia per portarsela in cielo, si svela il motivo della Spada Diabolica piantata a terra dalla parte dell’elsa: la trionfale picchiata per la quale il gigantesco Bisonia sta per essere infilzato!
Se alla testa calda di Tetsuya non hai ancora rinfacciato l’imprudenza della corrida, è stato solo per mancanza di tempo…
Ma ora che l’esplosione del mostro meccanico ha dipinto l’orizzonte, qualunque rimprovero suonerebbe ridicolo, se non ingrato: dimostrando di cos'è capace ai comandi del Grande Mazinga, robot a naturale prolungamento di arti e mente, il pilota fantasista ha omaggiato l’ideatore della macchina con la vittoria perfetta!
Quindi, bando al contegno! Al coronamento dei molti sacrifici che vi hanno portato sin qui:
- OOLE’!

Per i graditi commenti: https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448&st=45#lastpost


12. STRAVAGANTI PASSIONI.

Egregio Dottor Kabuto Kenzo…
La presente per comunicarle…
Perbacco!

La domanda d’adozione era stata accolta, e in tempi incredibilmente celeri!
Al colloquio cui eri stato convocato, la direttrice dell’orfanotrofio, mostrandosi oltremodo compiacente ed accomodante, ti aveva stupito comunicandoti soddisfatta:
“Come vede, i cavilli della pratica hanno incontrato rapide e ragionevoli soluzioni”…
Il dubbio che la donna avesse subito qualche genere di pressione ti era sorto spontaneo quanto l’interrogativo: Da parte di chi? - mentre la plausibile risposta ti era stata evocata alla mente da una voce sin troppo familiare: Kenzo, ti sei scordato del cognome che porti?!
Tuo padre, uomo ricco di conoscenze importanti, e la tua famiglia, i Kabuto, facoltosa ed influente al pari d’un clan della Yakuza… Da che avevi depositato la scheda del “candidato numero uno” sulla scrivania del tuo vecchio alla consegna della risposta da parte dell’orfanotrofio, quanto tempo era passato? Nemmeno una settimana!


In orfanotrofio, nella spoglia sala dedicata ai colloqui - Inutile illudere con false promesse - ragionavi in attesa del primo incontro organizzato per conoscere il ragazzino - Molto meglio attenersi alla realtà dei fatti, per evitare incomprensioni nonché delusioni reciproche - mentre la presenza in aula della responsabile della struttura seguitava ad innervosirti…
Finché era entrato il bambino, il quale probabilmente conosceva il motivo per cui si trovava lì, infatti ti aveva piantato addosso un paio d’occhi a mandorla sì, ma dall’insolita, spiazzante tonalità di grigio molto poco giapponese... Nel chiederti da quale melting pot fosse saltata fuori la creatura - domanda che si sarebbe rivelata senza risposta, perché le origini e la storia del tuo candidato numero uno erano ignote anche all’assistenza sociale:
- Ciao, Tetsuya! – empatico avevi esordito, stupendoti di te stesso: il tuo istinto paterno, represso da che avevi abbandonato la tua famiglia per tener fede ai pressanti tuoi impegni, in quel frangente era riemerso, spontaneo venendoti in aiuto.
Intanto il ragazzino senza aprir bocca aveva seguitato a scrutarti, evidentemente concentrato su un particolare, ovvero sulla brutta ferita di traverso alla tua fronte, fin quando:
- Che cicatrice grande! – a sorpresa il fanciullo aveva finito con l’apprezzare.
- Ma che sfacciato! – immediatamente la direttrice lo aveva sgridato, quindi rivolta a te: - La prego, lo perdoni, di solito è timido, davvero non so come si sia permesso...
Qualcosa però nel tono del ragazzino ti aveva spinto a trascurare la donna, per invece notare con quanta cura il giovincello si stesse ora esaminando la rossa abrasione che gli solcava un avambraccio…
- Come ti sei fatto quella ferita? – allora avevi indagato, sinceramente interessato, al che il bambino aveva sollevato gli occhi alla direttrice, esitando…
- Scavalcando un muro – infine aveva risposto.
- Coosa?! - inorridita la responsabile della struttura - Vuoi dire che sei di nuovo evaso dall’istituto?! - ma un’occhiata fulminea dell’aspirante genitore aveva impedito alla donna di approfondire, quindi il professor Kenzo Kabuto aveva riportato l’attenzione al proprio diretto interlocutore…
- Sono scivolato – allora il piccolo temerario aveva proseguito, guardandoti negli occhi per concludere con trasporto - È la cicatrice più bella che ho.

Congedata la direttrice dell’istituto per minori, eri andato a prenderti il ragazzino che sapevi essere già in attesa nell’atrio della struttura. Là Tetsuya, una sacchetta di tela in spalla a contenere gli evidentemente scarsi suoi effetti personali, stavolta ti aveva accolto con espressione incerta… E varcata la soglia dell’edificio che forse da sempre era stato la sua casa, per un istante s’era fermato a guardarsi indietro, come intuendo che una pagina della sua giovane esistenza stava voltandosi per sempre.

Per esprimere giudizi circa i metodi del clan Kabuto: https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448&st=45#lastpost

Edited by TsurugiTetsuya - 19/3/2022, 18:31
 
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13. ASSALTO ALLA FORTEZZA DELLE SCIENZE!!!
ispirato a: scene ricorrenti dell'anime "Il Grande Mazinga".

Suruga Bay, Fortezza delle Scienze, orario del tramonto.

Dr. Kabuto (neutro): - Oh, ecco che arriva Borot.
Tetsuya (tagliente): - Jun, che ci fa Boss qua sotto?? Come mai, alla fine degli scontri, si presenta sempre alla Fortezza??
Jun (attrice nata): - Forse cerca te, Tetsuya.
Ma i richiami a pieni polmoni di Boss svelano subito gli altarini:
- JUUN! HEY, JUUN! - e poi, amplificata dal “sofisticato” sistema di comunicazione del Borot (un tubo d’aspirapolvere collegato a una cassa da stereo), la voce di Nuke:
- EHI TU, DOTTOR KOBUTO, ALLUNGA IL PONTE SPINGITOIO!
Kobuto??? – il professor Kabuto non sa se ridere o piangere: Trattasi proprio di tre deficienti! – e rassegnato Kenzo comanda l’estensione del ponte automatico.
Tetsuya (con malcelato disappunto): - Jun, di' un po’, cos'hai promesso stavolta al pasticcione in campo di battaglia, un altro appuntamento o cosa?!
Jun (finta tonta): - Tetsuya, non dire idiozie!
Tetsuya (maligno): - Gli hai promesso un bel bacetto?? O forse peggio, eh??!!
Jun (offesa): - Tetsuya, ti ho detto di farla finita!
Tetsuya (risoluto): - Falla finita tu, con questa storia da gatta morta! Comunque adesso scendo di sotto, così ci penso io a dargli il benvenuto! – e il guerriero deciso infila l'ascensore.
Jun (indignata): - Dottore, lo hai sentito?? Come si permette di parlarmi così??
Dr. Kabuto (esitante): - Ehm… Ecco, io, in questo caso… Non credo che Tetsuya abbia tutti i torti.
Jun (incredula): - Ma come, Dottore, adesso ti ci metti anche tu?!
Dr. Kabuto (indice al tasto della passerella): - Jun, ti prego, stai calma, ché devo controllare una cosa… Non vorrei che Borot, contro Tetsuya appiedato… - e Kabuto si concentra sulla scena sottostante… - Ecco, appunto! – esclama lo scienziato, constatato che il Borot, non si sa se di proposito, ha appena rischiato di far polpette d'un ace-pilot! Al che, il professore pigia il tasto del caso e la passerella della Fortezza inizia rapidamente a ritirarsi...
Come da previsioni Tetsuya, riflessi felini e sprint da centometrista, batte in ritirata portandosi in salvo, mentre il robottone di Boss perde l’equilibrio e piomba in mare!
- Ma, Dottore! – protesta Jun ad un visibilmente soddisfatto Direttore – Povero Boss!
- Jun, – perentorio ribatte Kabuto – che ti sia di lezione: le emergenze sono emergenze, e poi sai che all'ora di cena non tollero seccature.


Per commentare la perfidia di Kenzo, o per disquisire circa gli atteggiamenti ambigui e scostanti della bella Jun nei confronti del povero Boss: https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448&st=60#lastpost



14. PATTI CHIARI.

Periferia di Tokyo, zona residenziale in costruzione.

- Eccoci arrivati. – informò il signore che lo aveva adottato aprendo la portiera della vettura fermata presso una delle rade abitazioni lungo la strada secondaria...
Tetsuya, ancora immobile sul sedile, pensava che l’auto su cui avevano viaggiato era da ricchi, mentre la casa non lo era proprio, con anche il giardinetto attorno spoglio e trascurato…
- Scendi pure. – suggerì il signore.
E quell'uomo cortese ma strano non s’era ancora presentato…
Ad un più diretto: - Scendi dall'auto sì o no? – il giovane passeggero balzò letteralmente dal veicolo esclamando:
- Sì, signore!
Quel bambino era strano - pensò Kenzo - ma ricettivo!

- Prego, entra. – accolse l’uomo – Ti mostro subito la tua stanza.
- La mia stanza? – sbalordì l’ex orfano.
- Sì, – garantì l’ospite - anche se, come vedi, questa non è una reggia. Ma si tratta d’una sistemazione provvisoria: più avanti ci trasferiremo in una base, cioè, in una casa molto più grande e… attrezzata!
Il ragazzino intanto, distratto da altre preoccupazioni, al seguito del padrone di casa avanzava voltandosi di qua e di là, aspettandosi da un momento all’altro la comparsa della madre toccatagli in sorte…
Giunti al piano superiore:
- Ecco – comunicò il signore aprendo una porta; Tetsuya sbirciò nel locale…
Non era la cameretta piena di giochi in cui aveva sperato, ma era tutta sua, altro che stanzone comune stipato di brandine dell'orfanotrofio!
- Accomodati pure – invitò il signore – e sistema le tue cose. Ci vediamo di sotto per il pranzo.

Piano terra inaspettatamente deserto, stomaco brontolante, poiché effettivamente l’orario era quello di pranzo, l’invitato decise di stazionare in cucina…
Entro breve, il padrone di casa comparve sfilandosi un camice bianco: - Spiacente per il ritardo. Ho avuto da fare nel mio studio.
E’ un dottore – immaginò il fanciullo che, preda del languore, non pensò di trattenersi:
- Che fame da lupo! Si mangia???
L’uomo diede in una risata franca, commentando: - Ad un giovane stomaco l’appetito non manca di certo! – e aprì il moderno frigorifero, ponendo straordinaria domanda:
- Sai cucinare, Tetsuya?
- Io?… N-no… - si stupì l’interpellato dicendosi : Ma i bambini non cucinano! E in orfanotrofio avevamo la mensa, e le cuoche!
- Rimedieremo – promise l’altro maneggiando contenitori alimentari – Vedi, il sottoscritto purtroppo non ha tempo di seguire la cucina, invece tu dovrai imparare a regolare la tua alimentazione in funzione dell’attività fisica che sosterrai.
Il discorso suggerì al ragazzino che, nella casa del dottore che s’occupava di diete, nessuna donna attendeva ai fornelli: quindi nessuna mamma!?
- Per il momento – risolse intanto il signore – ci affideremo al gastronomo di mia fiducia.
- Ma tu non ce l’hai una moglie? – osò a quel punto l’innocente, al che l’uomo intento al tavolo parve immobilizzarsi, prima di rispondere:
- L’avevo. Ma è morta in un incidente.
Nel silenzio che seguì, Tetsuya prese nota di due importanti aspetti che potevano accomunarlo al padre adottivo: interesse nel cibo e familiarità con la solitudine…
Un sorriso inatteso, Kenzo Kabuto riscosse il giovane commensale:
- Beh, non è il caso di rattristarsi. Ti va un onigiri?

Al termine del pasto, il genitore adottivo diede comunicazione di servizio: l’indomani, una visita medico-sportiva attendeva il neo adottato.
- Per quale sport? – chiese entusiasta il bambino.
- Beh… Tu farai molta attività fisica, – spiegò il “dottore” – perché dovrai crescere forte e sano. Perciò una visita medica specialistica accerterà il buon funzionamento del tuo cuore, eccetera.
- Anche tu sei un dottore, vero? – s’informò Tetsuya.
- Come dici?! – stupì l’uomo – … Se intendi un medico… No, non sono un medico.
- Allora… - azzardò il candido – Come la posso chiamare??
L’uomo parve stranamente in difficoltà… - Mmh… A questo non avevo pensato… Vediamo… Beh, dato che Professore non sono più… Direi che Dottore andrà benissimo. – Poi, notando confusione, chiarì: - Che non significa “medico”; significa “laureato”. E a questo proposito… - il Dottore s’alzò da tavola – ho alcune cose da dirti. Seguimi nel mio studio.
Alla peggio - l’ingegnere robotico aveva calcolato - quanto gli svelerò è talmente all'avanguardia da poter passare tranquillamente per pura fantasia infantile.

Nel locale in penombra che era lo studio, agli occhi spalancati d’un ragazzino una serie d’oggetti mai visti andava rivelandosi… A cominciare da un lungo tavolo “troppo” alto, dal piano curiosamente inclinato, sul quale era steso un foglio grande quasi quanto un lenzuolo, ricoperto di disegni incredibilmente fitti e complicati!
Il Dottore, porgendo una poltrona da ufficio, invitò:
- Siediti Tetsuya. E ascoltami bene. Ciò che ho da dirti è assai importante e riguarda il tuo futuro. Perciò, anche per il tuo bene, ti prego di non farne parola con nessuno…
Alla sorpresa del ragazzino, Kenzo indagò: - Tu sai tenere un segreto?
Per quanto impreparato, il bambino annuì.
- Bene. – approvò il Dottor Kabuto, sollevato dal poter finalmente affrontare un discorso preparato solo in parte: - Figliolo… Per l’altezza del compito che attende, ti ho scelto tra tanti… Guarda…
L’uomo prese alcuni fogli arrotolati, per mostrarli all'eletto:
- Ecco il progetto dell’aliante sul quale potrai volare… Mentre questa è la macchina che mi auguro piloterai: il robot terrestre più potente sinora progettato, tu avrai l’onore di comandarlo! Sarai una persona importante… Tu sarai un eroe!
A quel punto, nonostante lo sconcerto, la giovane mente capì dove si nascondessero i “giocattoli” di cui la sua stanza era priva… Un filo di voce, a fatica articolò:
- Quanto… Quanto è grande… quel robò?
Kenzo Kabuto rise divertito: - Ottima domanda! – Quindi delucidò: - In effetti i disegni non sono in proporzione. La macchina avrà un’altezza di oltre venti metri… - lo scienziato cercò un paragone efficace ad un bambino – Come un palazzo di dieci piani, più o meno.
Nella poltroncina a rotelle, Tetsuya si sentì come alla giostra, che dopo aver girato a lungo a tutta velocità, d’improvviso s’arresta… Testa volteggiante, stomaco ribaltato…
- Non temere. – intervenì lo scienziato alla comprensibile reazione – Io ti insegnerò e tu imparerai. Perciò dovrai allenarti. Ma non sarà semplice: serviranno tempo, fatica.... E un grande impegno da parte tua… - Quindi, fissando negli occhi il bambino sgomento, serenamente Kenzo Kabuto pose l’aut-aut: - Se così non sarà, qualcun altro prenderà il tuo posto. Ti do tempo sino a domani per pensarci. Se rinuncerai, anziché alla visita medica, ti riaccompagnerò in orfanotrofio. Ed ora scusami, il lavoro mi attende. Questo pomeriggio sei libero di fare ciò che vuoi, tranne che di uscire dal cancello di casa.

Il mattino seguente, il giovane Tetsuya Tsurugi trovò il Dottore ad attenderlo in fondo alla scala.
- Buongiorno. – accolse quest’ultimo – Spero tu abbia dormito bene. Avresti tempo per la colazione, ma non è possibile mangiare prima degli esami del sangue, a meno che tu non abbia deciso diversamente…
Tetsuya senza sforzo sostenne lo sguardo grave dell’uomo che lo interrogava…
Quella notte aveva fatto un sogno, che lo aveva trasportato in alto, fin sopra le nuvole…
Dove s’era sentito sicuro, e a proprio agio, quasi il cielo fosse casa sua!
- Dunque? – sollecitò lo scienziato.
- Niente colazione – rassegnò l’orfano affamato, permettendo ad un ingegnere robotico di rilassarsi: l’umanità a rischio adesso conosceva volto e nome del paladino che l’avrebbe difesa.


Avviso ai gentili lettori: il seguente link offre opportunità in extremis per contattare il Telefono Azzurro nipponico: https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448&st=60#lastpost

Edited by TsurugiTetsuya - 19/2/2022, 16:57
 
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15. MEMORIE DA VACANZA.
(ispirato a “Il Grande Mazinga, episodio 16: Sorgi, Principe di Mikene”).

Alla scuola cui ti ha iscritto “vacanze” è già di moda
tra chi con papà e mamma andrà da nonni o zii,
tutti – E' normale! – han davvero una famiglia…
E a casa ritornano, allegri, spensierati, alieni.

Girata la chiave, aperta la porta...
Nessuno... in studio immerso da mane a sera
di notte chissà, di pomeriggio no, t’allena.
Via la cartella, la pancia: - Ora di pranzo! - t'avvisa.
Solitaria cucina, fornello acceso, appare:
- Bentornato.
Non s’accontenta di “buongiorno” indaga:
- Qualcosa non va?
Nulla gli sfugge?
- Niente. Tutto a posto. A scuola tutto bene.
- Ottimo. Dunque perché quella faccia?
- Anche noi s’andrà in vacanza?

La vacanza è garantita.
Ma di fatiche sola, chi tale la direbbe?
Un bambino impreparato infatti:
- Andrem su un’isola, deserta…
novella inattesa incantato ascolta…
- Ad addestrarti, di più, e meglio.
Muta espressione di sana verità
crudo pasto inghiotte,
a digerir fredda di fatti realtà.

Coordinazione potenza agilità resistenza son doti
che esercizio costante finemente accorderà.
Lontana isola di dolor farà capaci
muscoli a proteggere ossa, visceri,
e cuore sotto sforzo respiro a dominare.
A metà dell’opera equilibrio
tra corpo e mente nervi saldi
per vincer di riflesso ogni paura
insegnano errori severe lezioni:
Rialzati!
E'così che s’impara a cadere sempre in piedi.
Volontà a nutrirsi di progressi,
endorfine ad affamar
Coraggio!

A sera, ogni istante è a rischio…
Sbadiglio… Parole sconnesse…! A sintomi accorri
e membra immature deponi a riposo nella notte.
Al risveglio trascina gambe, non leva braccia,
ma temprato riprende contro limite lotta
per assicurargli vita, forse a morte t’odierà.

Oltre la porta singhiozzi sommessi,
tendi la mano ma la trattieni…
Faresti il suo male,
quindi fai il tuo
ché ad essere padre hai già rinunciato
e come a te in metallo cuore duro si farà.

Dal culmine il carico per gradi si riduce
in tempo a fare compiti di scuola
ma soltanto finché d’obbligo sarà,
per stavolta son finite memorabili vacanze.

Per comment - o no comment: https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448&st=90#lastpost

Edited by TsurugiTetsuya - 11/6/2017, 12:56
 
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16. UN TRANQUILLO CAPODANNO PER TUTTI.
(Ispirato a “Il Grande Mazinga, episodio 17: Tetsuya esce dalle tenebre”).

Penisola Izu, 26 Dicembre.

- Mancano-pochi-giorni-a-Capo-dan-no! – cinguetta Shiro appallottolando il dolce di riso.
- Farem-volare-un-aquilone-a-Capo-dan-no! – gracchiano allegri Boss, Nuke e Mucha.
- E-poi-arriva-la-festa-di-Ju-un! – gorgheggia Tetsuya tra una botta e l’altra all'impasto del mochi

Dannazione! - il fascio di raggi nemico ha centrato in pieno la calotta di Condor: – Che bagliore! Ma strizzate le palpebre, tutto andrà posto.
Tesa avanti la mano del Great, osservandola… la vista ancora si sfuoca… E di fronte al buio che tutto oscura, improvviso il panico t’aggredisce:
- Dottore non vedo più! – allora gridi all’intercom con voce che non t’appartiene!
Via radio un’esclamazione incredula dapprima ti risponde, poi, per la prima volta, la voce del Dottor Kabuto ti propone la ritirata... Se non che, quell'invito del tutto inatteso ha l'inspiegabile effetto di generare in te reazione esattamente contraria:
No, posso farcela! – l’istinto ti dice, mentre all'istante il cuore accelera i battiti e…
...
Vittoria! - Così ti ritrovi adesso, ai comandi incredulo come autista che abbagliato, dopo aver guidato contromano a folle velocità, miracolosamente si scopre ancora vivo…
Come hai fatto?!
Beh, forse perché allenato ad evitare da bendato una spada di kendo basandoti solo sul fruscio che produce?
Anche se da bambino consideravi assurdo quell'esercizio e mai avresti pensato, un giorno, di dover ringraziare il Dottore per avertici costretto.
Comunque, sempre da orbo ora dovrai cercare di rientrare con Mazinga…
E per i tuoi preziosi, infallibili undici decimi sei seriamente preoccupato.

- Che giornata, ragazzi! – appena raggiunti in mensa i due figli adottivi Kenzo Kabuto esala nel piombare sulla sedia.
Perché sarà così stanco? - dal canto suo si domanda Tetsuya il quale, nonostante la medicazione a coprirgli completamente gli occhi, ha colto l’affaticamento nel tono del Dottore - Neanche avesse pilotato lui il Grande Mazinga!
- Ma dov'è Shiro? – Jun invece indaga, infastidita dai regolari ritardi a cena del bambino.
- È alle prese coi compiti, – Tetsuya informa – ma dato che il sottoscritto è accecato e non può aiuta…
- Dottore, cos'hai? – interrompe allarmata Jun una volta accortasi che Kabuto, cosa non da lui, se ne sta accasciato sulla sedia con le braccia penzoloni… Che il vicino forno a microonde interferisca coi suoi circuiti? - e premurosa la figliola s’avvia a spegnere l’elettrodomestico incriminato mentre al tavolo Tetsuya, del tutto privo di riferimenti visivi, resta seduto composto in paziente attesa d’aver notizia che la cena è servita…
- Oggi ho davvero temuto di non riuscire a reggere quel mostro! - di fronte al ragazzo si sfoga finalmente il Dottore.
- Ti riferisci alla signora Shiratori, eh!? – il cieco afferra al volo – Anche a me è bastato restare due minuti in compagnia della madre di Aruna per preferirle lo scontro con Mikenes: mi sarò giocato la vista, ma almeno i miei timpani e i miei nervi sono salvi!
- Esatto. – Kenzo condivide - E uscendo in battaglia non sai quel che ti sei risparmiato: dal momento che sei decollato col Brain Condor, prima ha avuto una crisi di nervi in sala d’aspetto dove Shiro, poveretto, se la stava sciroppando, e lì è svenuta una prima volta, cosicché ho dovuto farla riaccompagnare a casa. Dopo di che, proprio nel pieno dello scontro, i tecnici me l’hanno dovuta passare al telefono in sala controllo, ché insisteva per parlare con me, e così coi suoi acuti da arpia attraverso la cornetta m’ha rotto un timpano! E per finire in bellezza, quando ben le abbiamo riportato la figlioletta sana e salva, ha festeggiato svenendomi di nuovo sul pavimento della terrazza!
- Spero non ti sia toccato anche di rianimarla, Dottore?! – Tetsuya si augura.
- Oh, per carità! – drammatizza Kenzo mentre di fronte a lui il ragazzo, reggendo esitante il bicchiere che la commilitona gentile gli ha appena assicurato nella mano, va sperando sia vero il detto che la bocca la si trova anche al buio, quando:
- Fossi in te, Dottore, – improvvisamente Jun interviene nella conversazione - ci penserei bene a parlare in questi termini della signora Shiratori. - suscitando la curiosità anche del non vedente…
- Perché dici questo, Jun? – sorpreso le domanda Kabuto.
- Perché Aruna è la fidanzatina di Shiro, – spiega lei – quindi tu, Dottore, potresti un giorno trovarti la signora come consuocera – e a quelle parole il sorso d’acqua strozza Tetsuya! Vita d’ace-pilot a repentaglio, tra rantoli e colpi di tosse, nel dispensare misurate pacche all'ampia schiena del commilitone, Jun amabile termina - Non ci avevi pensato, Dottore?

Dopo cena l’infortunato si è lasciato guidare da Jun sino alla propria stanza, e sempre grazie al di lei aiuto ora siede sul letto con tanto di pigiama in grembo, mentre non potendo far altro, ripensa al colpo “alla doppio fulmine” con cui la commilitona poco fa ha annientato il Dottore: inchiodato l’uomo con l’allusione alla paternità di Shiro, spietatamente l’ha poi fulminato per minaccia di parentela con la Shiratori! - Se Jun in battaglia potesse usare la sua lingua come arma, - all'ace-pilot vien da pensare - io potrei appendere subito il casco al chiodo… - Senti Jun, – chiede allora il curioso – di’ un po’: che faccia ha fatto il Dottore quando gli hai prospettato la madre di Aruna come consuocera?
Osservando il commilitone seduto sul letto (Tetsuya con quelle bende agli occhi fa una tenerezza, pare un bimbo da mettere a nanna), lei:
- Oh, dovevi vederlo: sembrava in tilt!

Stamattina, all'alba, in campo di battaglia Tetsuya ti ha chiamata “tesoro”!
L’avrà detto scherzando, ma lo ha detto. Anche se subito dopo ti ha brutalmente proiettata in mare, lasciando Venus a testa in giù e gambe all’aria, quella semplice parola pronunciata da lui ti ha mandata in confusione totale e l’emozione è stata così forte che ti sei trovata ai comandi di Venus senza più sapere ciò che stavi facendo: non fosse stato per il pronto intervento di Boss, avresti persino fatto esplodere l’albero in cui la bimba era prigioniera! E Borot, che ai tuoi raggi ha fatto da scudo, è finito in mille pezzi, poverino! Per farti perdonare ti sei spinta ad abbracciare con trasporto lo sgraziato robot, al che Boss s’è montato la testa e così, per calmarlo, hai dovuto ricorrere alle maniere forti…
Sì, perché conoscendo Tetsuya… Le sue battute in merito si fanno sempre più pungenti… Ma davvero si è messo in testa che tu nutri del tenero per il pilota di Borot?!



I giorni a seguire furono, a memoria del pilota del Great, i più sereni dell’intera guerra contro Mikenes.
Per ottenere un simile stato di grazia, a Tetsuya era bastato notare l’effetto che la propria temporanea invalidità sortiva su Jun.
Dal giorno dello scontro che gli aveva offeso la vista infatti, la commilitona si mostrava particolarmente premurosa: Jun sembrava sensibile ad ogni minima richiesta dell’infortunato, ogni desiderio del quale rischiava d’essere esaudito ancor prima ch'egli l’esprimesse.

Molto bene – si disse un Tetsuya privo di scrupoli e quanto mai determinato - Cieco e costretto ad una frustrante inattività, ma almeno servito, riverito… e coccolato!

Al mattino, Jun lo raggiungeva in stanza, a dargli il buongiorno, per poi assisterlo con grande disponibilità in tutte le operazioni d’inizio giornata, dalla vestizione alla colazione; poiché lui non poteva vedersi allo specchio, lei lo pettinava, ravviandogli i capelli con tocchi delicati delle dita… E prima di congedarlo, le leggiadre manine non mancavano di sistemargli con cura il bavero della blusa…
Più tardi, a tavola, Jun provvedeva ad ogni necessità dell’invalido, compreso sminuzzargli le pietanze nel piatto: per farlo, s’accostava tanto che le abbondanti femminili sporgenze lo sfioravano di continuo…
Accidenti! – di sotto le bende Tetsuya sbarrava gli occhi accaldato.

Durante il giorno, ad intervalli regolari Jun compariva per informarsi circa stato di salute ed eventuali bisogni del commilitone; allora lui, senza ritegno, attaccava a lamentarsi di quanto fosse penoso esser costretto al riposo forzato, di quanto frustrante fosse il pensiero di non poter intervenire in caso di rinnovato attacco: “Ah, come desiderava guarire in fretta per esser di nuovo pronto all'azione!”. Al che, consolanti carezze e massaggini ristoratori piovevano sul ferito, accompagnati da melodiose parole di conforto e d’incoraggiamento…

Il massimo però aspettava la sera, al momento d’andare a dormire, quando provato dalla lunga e noiosa giornata, il degente ovviamente faticava a compiere alla cieca le complesse operazioni della svestizione e dell’indossare il pigiama senza inciampare ovunque, così Jun, amorevolmente, lo aiutava a togliersi gli abiti ed a sistemarsi per la notte… E qui il gioco per l’ace-pilot si trasformava in un pericoloso esercizio d’autocontrollo, che lui - dannazione a sé – non mancava mai di portare a termine!
Regolarmente poi, rimboccategli le coperte, Jun gli si sedeva accanto, sul letto, per scambiare due parole mentre gli accarezzava una guancia… arrivando infine a posargli un morbido, tenero bacio della buonanotte sulla fronte… Una tortura infernale! - si diceva ogni sera Tetsuya, ogni sera incapace di sottrarvisi.

Il desiderio che il celestiale periodo durasse il più a lungo possibile spinse il convalescente, ormai in via di guarigione, a ricorrere persino alla menzogna. E anche quando la vista gli si fu completamente ristabilita, nel trovarsi solo con Jun, il pilota continuava ad accusare tanto fastidiosi quanto inspiegabili disturbi agli occhi:
- Ma tu non dire niente al Dottore, - raccomandava il malato immaginario alla commilitona – ché non vorrei si facesse problemi a farmi uscire in missione!
Finché Jun, seriamente preoccupata per la salute del compare, si era decisa a far partecipe l’autorità superiore dei suddetti problemi oftalmici…

A tratti i fuochi d’artificio coloravano l'oscurità sopra Suruga Bay mentre affacciato alla vetrata panoramica della sala controllo, lo staff della Fortezza delle Scienze al completo assisteva allo spettacolo pirotecnico regalato dalla vicina cittadina costiera in festa per la notte di Capodanno…
Indagato con lo sguardo l’ace-pilot rimirante giochi di fontane policrome e cascate di dorati lapilli:
- Tetsuya… – chiese pacatamente il Dottor Kabuto - Vedi bene?
- Benissimo – assicurò serenamente l’incauto.
- Allora vedi – fu il sibilo di Kabuto – di riferire a me personalmente qualunque disturbo tu accusassi alla vista, perché se devo mettere in cantiere un cane-robot per ipovedenti, gradirei saperlo col debito anticipo – e addolcito il tono – Anche per trovargli un nome adatto… A te la scelta, Tetsuya: preferisci “Grande Briciola” o “Fido Diabolico”???
Miracolo!
Alle prospettive del Direttore, gli occhi del pilota conobbero istantanea, irreversibile guarigione!


Per commentare i poteri taumaturgici di Kabuto, o per votare il nome del cane-robot da affiancare all'ipovedente Gureto: https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448&st=90#lastpost

Link a "Il Grande Mazinga (epiosodio17) - Capodanno 2017":
Video

Edited by TsurugiTetsuya - 25/9/2020, 13:30

Attached Image: Dogashima_in_festa

Dogashima_in_festa

 
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17. FOLGORAZIONE.

Isole Izu, arcipelago meridionale.

Verso mezzogiorno il cielo minaccioso che opprimeva l’isola s’apprestava a scaricare tutta l’energia cumulata per la gran calura tropicale. Dal tavolo ove stava annotando gli esiti dell’addestramento da poco concluso con Tetsuya, Kenzo Kabuto dalla finestra aperta colse il bagliore d’un lampo ad annunciare la tempesta… E al primo tuono sommesso in lontananza, alzatosi il vento, il Dottore s’avviò a chiudere l’imposta.
Nel ripetere l’accorgimento nel resto delle stanze però, s’avvide che il ragazzino non era in nessuna di queste. Allora lo chiamò… Ma senza risultato.
Altro lampo all'orizzonte, e il tuono entro breve a seguire: perturbazione in rapido avvicinamento!
Affacciatosi all'uscio quindi, Kabuto scrutò i dintorni del cottage… Ma di Tetsuya, neanche l’ombra. In compenso, una folgore imponente a dividere il cielo plumbeo, e il tuono stavolta le fu a ruota. Etere crepitante, fenomeni meteo in crescendo d’intensità e frequenza, Kenzo, riflettendo che i luoghi ove cercare sulla piccola isola non erano poi molti, s’avviò a passo deciso in direzione della spiaggia.

Là giunto, la costa gli apparve deserta, ma qualcosa sul bagnasciuga attirò l’attenzione dello scienziato, che riconosciuto un mucchietto di vestiti, spostò lo sguardo all'oceano… Immerso alle spalle nell'acqua livida ancora tranquilla, Tetsuya era in acqua, e guardava il mare aperto… Impietrito, Kenzo osservò il ragazzino intento a saette impressionanti, che ramificandosi schioccavano sul mare tra boati di tuoni ormai laceranti… A quella visione Kenzo ristette, fin quando una prima prepotente folata di vento arrivò a increspare l’acqua spazzando la costa, riscuotendo il professore, spingendolo a coprire di corsa la distanza che lo separava dalla battigia:
- Tetsuya, esci subito dall'acqua! – l'ingegnere gridò al ragazzino, che tuttavia sembrava non aver udito quel richiamo. Allora, alzando il tono: - Tetsuya! – urlò di nuovo l’uomo dalla spiaggia, e stavolta il giovane bagnante si voltò – Presto, esci, è pericoloso stare lì!
Rivoltosi di nuovo alla furia degli elementi, come faticasse a distaccarsene, Tetsuya finalmente, un po’ nuotando, un po’ camminando, con calma s’era riportato a riva da dove lesto Kenzo, raccolti i suoi abiti, lo trascinò in direzione del cottage.

Al riparo della veranda giunsero umidi delle prime calde, pesanti gocce di pioggia.
Recuperato un telo di spugna, nel porgerlo al figliolo il Dottor Kabuto chiese:
- Tetsuya, cosa facevi in acqua con questo tempo?
Fregandosi i capelli nell'asciugamano:
- Dovevo guardare il temporale – rispose il ragazzetto, e quando la sua testa dalla chioma più scompigliata che mai riemerse dal telo - I fulmini sono uno spettacolo - affermò - e io devo guardarli!
Vinto l’attimo di perplessità:
- Non sai che è molto pericoloso stare in acqua durante una tempesta?! - ammonì Kenzo - Se un lampo cadesse anche solo vicino, moriresti fulminato!
- Non preoccuparti, Dottore, - rassicurò il fanciullo con convinzione - non mi succederà.
Sorpreso, il Dottor Kabuto scrutò attentamente il bambino prima di domandargli:
- E chi te lo dice? Come fai ad esserne così certo?
Tetsuya parve riflettere, poi alzò le spalle e rispose:
- Non lo so. Ma non mi succederà, ne sono sicuro. Lo faccio sempre!
Come folgorato, Kenzo si chiese se davvero fosse possibile che il fato lanciasse segnali tanto espliciti; spesso s’era interrogato circa la scelta fatta… e oggi ne aveva ricevuto la conferma?!
Riacquisita lucidità, lo scienziato fu tuttavia colto dal dubbio che i singolari comportamenti del figliolo dipendessero da disturbi latenti della sua personalità; a pensarci, il Dottore dovette ammettersi che in effetti, da che l’aveva adottato, l’umore di Tetsuya sembrava fosse andato sempre più peggiorando.


Per far notare a Kenzo che l’umore di un bambino, a quelle condizioni, difficilmente è destinato a migliorare: https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448&st=105#lastpost

Edited by TsurugiTetsuya - 25/9/2020, 16:17
 
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18. ELEMENTI di PALEONTOLOGIA.
(Ispirato a “Il Grande Mazinga, episodio 18: La trappola nera”).

Nota introduttiva. Questo flash-racconto contiene puntuali rimandi all'episodio citato, a parer mio uno dei più godibili della serie. Prima, dopo o anche al di là della lettura, se avete occasione, gustatevelo allo schermo!


Penisola Izu, mattino di pieno inverno. Nell'ora del coffee break alla Fortezza delle Scienze, improvvisamente tutto inizia a tremare…

- Riparati subito, Tetsuya, presto!
- Non ci penso nemmeno! - Che buffo vedere il Dottore, un giapponese che non teme neanche il demonio, farsela sotto per una scossetta di terremoto! - e il sisma, che non perdona, ti invia dal soffitto un pannello dritto in testa… Che male pazzesco!!! Allora, come il resto dei comuni mortali, ti rifugi anche tu sotto il tavolo dove Jun, accovacciata stretta a Shiro, infierisce sul tuo orgoglio dandoti dello spaccone… Ammettendo che non ha tutti i torti, t’avvedi del faccino di Shiro affondato nel di lei generoso petto… e improvvisamente realizzi tutti i vantaggi d’un sano terrore per il terremoto!


Fortezza delle Scienze, ore 19.30, sala mensa.

Tartina d’antipasto tra i denti, punti il telecomando e accendi la tivù, curioso di sentire cosa avranno il coraggio di raccontare al telegiornale di stasera a proposito d’una certa notizia “scientifica”!
- Tetsuya, - s’informa il piccolo Shiro – come hai fatto a capire da subito che quello sulla montagna era un mostro guerriero e non un fossile??
- Già, come hai fatto?? – fa eco Jun.
Brutta faccenda aver sempre ragione, anche in questa giornata iniziata con un terremoto ad ammaccarti il cranio e un cerotto stampato in fronte, per cui tutti si sono divertiti alle tue spalle; poi, rifiutandoti d’impiegare il Grande Mazinga per recuperare il presunto fossile, ti sei anche preso del “criminale che attenta alla cultura”!!! In tutto ciò, le uniche parole sensate sono state quelle di Boss quando, spina nel fianco, ha perfettamente azzeccato il motivo per cui hai seguito Jun in missione con la moto…
In ogni caso, ora eccoci alla resa dei conti:
- Jun, Shiro, dove si è mai sentito che un rettile mesozoico si sia conservato perfettamente integro, addirittura nelle parti molli? Era chiaro già dalle prime notizie che l’archeologo s’era preso un abbaglio. - Shiro spalanca la boccuccia, Jun sgrana gli occhioni belli, il Dottore invece fa l’indiano, ma al grande scienziato stavolta non la farai passare liscia, altro che “al servizio delle grandi scoperte”! - Conservato per congelamento! – ti sbellichi - Dal Mesozoico!! Lo sanno tutti che non è possibile, anche i bambini delle elementari, tranne Shiro, che confonde l’Era di Mezzo con l’Età della Pietra!!! Ah, e… Dottore, dicevi? Chi ce lo ha mandato sul posto il luminare dell’archeologia?? La prossima volta, se si tratta di fossili, è meglio che ci mandi un paleontologo, non credi??? Comunque, adesso mangiamo, ho un appetito, cosa c’è di cena, tagliata di stechiosauro?!
… Majiin' go!
In sala mensa, adesso regna religioso il silenzio.

Per compiacersi del fatto che ogni tanto Kabuto si piglia indietro dal suo figliuolo qualche mazzata sulle orecchie, oppure per chiederci “Cosa mandiamo Shiro a scuola a fare?!?!”: https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448&st=105#lastpost


PS: avrei voluto incollarvi il link all'episodio 18 del GM, ho trovato solo due spezzoni, eccoli:

- Video

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Edited by TsurugiTetsuya - 9/2/2017, 15:25
 
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