Leggere tutto, uff, pant, ce l’ho fatta!… Mai lette così tante ff in così poco tempo!
Il mio voto non c’è ancora, devo prendermi del tempo; sarà dettato dalle emozioni scaturite dalla lettura, dalle sensazioni provate e dal giusto mix fra originalità, autenticità e stile di scrittura. Sarà un voto solo, perché preferisco di gran lunga le “eliminazioni dirette”, più chiare e meno soggette a interpretazioni e “preferenze graduali” condite di “ma”, “però”, “forse” ecc.
Il singolo voto eleva uno su tutti, a causa di preferenze personali ma non solo, ma nulla toglie agli altri sulla base del principio che c’è sempre qualcosa che si preferisce di più su tutto il resto; l’unicità del singolo è da sempre stato uno dei miei criteri di valutazione, nonostante sappia anche fare uso del compromesso.
Queste ff hanno suscitato in me sensazioni sinestetiche colorate, avendo prevalso uno o più colori nella mia mente alla lettura di ognuna di esse, forse indotti dal racconto o dalle terminologie usate…
@ Stella… l’hai presa molto alla larga, e come ti ha già detto Shooting, in principio mi son chiesta dove collocare la tua storia, dato che degli eroi più noti della stessa non c’era traccia. Hai creato uno spin off con un veghiano vittima dell’imperialismo ottuso e non di certo “pulito” del ben più noto Sire…In fondo sì, anche il popolo di Vega, di cui sappiamo ben poco, è “personaggio” dell’anime e, come altri ti hanno già suggerito, potresti usare la ff come punto di partenza per svilupparne una più articolata…
L’hai detto tu, avevi poco tempo… certamente il tuo scritto l’avrebbe meritato per la forma e l’accuratezza, ma l’idea è originale e certamente potrebbe beneficiare di una rivisitazione più ampia!
Complimenti.
Colore: Giallo!
@ Annushka… eh sì, Queneau è un gran maestro! La relatività e non neutralità di ogni singolo evento, anche del più piccolo, è stata elevata all’ennesima potenza dalla genialità di uno scrittore che non a caso viene citato e studiato anche a scuola. Gli eventi si interpretano, si vedono diversamente e le loro angolazioni sono singolari, affascinanti e quindi motivo di contrasti “di stile”. Ognuno troverà la versione più consona alla sua personalità. Potremmo dire che non c’è supremazia di una versione sull’altra, ma la discussione è aperta, fatto più che mai attuale nella nostra società postmoderna per tanti versi insicura. Hai avuto la brillante idea di creare uno spaccato molto divertente oltre che ironico, in vero stile Queneau, su quel momento speciale di 40 anni fa che andò a colpire una generazione intera di giovanissimi ma non solo!
Ben scritto e spigliato. Mi sono divertita.
Due note (perdono, sono quella del bastone e della carota, lo so, ma non vale solo per te e starò nel tecnico): avresti dovuto citare la tua fonte d’ispirazione e non lasciarla sottintendere; in questo modo chi non la conosce potrà cercarla e assaporare il piacere di immergersi nell’”universo Queneau” che non è solo lettura ma anche analisi sfaccettata di uno sviluppo umano, mentale-intellettuale e sociale che mai si é visto prima del 20°secolo.
La seconda è la metrica dell’Haiku: l’idea l’hai data bene, si riallaccia in maniera divertente al Giappone, ma per definirsi tale, anche se solo per ridere, omettendo pure i riferimenti alla natura e alle stagioni ecc, avrebbe dovuto essere formata da 17 sillabe suddivise in 5-7-5.
Ciò non toglie che mi complimento per come hai omaggiato quel momento di 40 anni fa!
Colore: Rosso!
@ Shooting:
CITAZIONE
Sono sempre i ragazzi che vanno in guerra. Che vanno in guerra, e rischiano una vita che hanno conosciuto troppo poco per rendersi conto di ciò che possono perdere.
La saggezza racchiusa nel tuo racconto struggente sta nel suo incipit. È sempre solo dopo che ci si rende conto del valore perduto, ma il passato spesso muore assieme a colui che lo ricorda, a meno che qualcuno non l’abbia scritto, ma ugualmente le cattive abitudini sono dure a morire; così il ricordo svanisce come le ceneri di quei giovani che non hanno potuto assaporare la bellezza della vita, o evaporano come le lacrime di coloro che la vita non l’hanno vissuta e sono diventati morti senza nome.
L’onda dei rimpianti lambisce la sabbia di quella spiaggia che è la nostra memoria, e così capita che cancelli dolori e i ricordi che fanno male, ed è un sollievo… ma così l’orrore saprà di poter tornare indisturbato a violare una mente che si ostina a non voler ricordare… è la nostra maledizione di esseri fragili evolutisi per puro caso!
Mi è piaciuto che sia stato Procton a ricordare, vibrando in sintonia con quel figlio particolare che si è trovato. Lui, l’eroe, compare poco, ma per quel poco lascia il segno. Gli altri certamente sono loro come ce li immaginiamo, e così ci hai regalato piccoli momenti ilari in un racconto che invero è crepuscolare. Del resto a mio modo di vedere non poteva essere altrimenti. Molto realistico, scritto con eleganza e capace di indurre a riflessione.
Forse non proprio quello che ci si attende per una festa di compleanno ma a me è piaciuto molto!
Colori: grigio, bianco accecante, nero e viola scuro.
@ Josomenda: consentimi di dire che era ora che tu tornassi a deliziarci con una FF. La tecnologia non eccede ma è logica e semplice da comprendere per chi suona, come la sottoscritta, altre corde; é bello avere una visione nitida e chiara di ciò che accade! La storia non fa una piega è molto “lineare” e forse é quella che tutti avremmo voluto per i nostri beniamini: le famiglie si sono ingrandite, con rispetto, amore e dolore. Sacrifici ne hanno fatti tutti e i rimpianti per ciò che non fu sono stati trattenuti… Ma fino a quando si può trattenere? Ma fino a quando ci si deve sacrificare se la vita è una soltanto?
Donna integra e fedele, Venusia è una Penelope, e ben merita un riconoscimento. Meglio tardi che mai, anche se non so se la “mia Venusia” avrebbe atteso così tanto! Fossi in lei potrei essere un po’ arrabbiata: 40 anni sono una vita per aprire gli occhi! Vabbè il Principe è saggio, è un uomo impegnato e saprà farsi perdonare di tutto!
Mi ha lasciato un po’ perplessa la reazione di Maria, anche se ammetto che Koji si merita tante sfuriate, e non solo da parte di lei! Deve essere un tratto in comune fra chi, come te, ama Koji come personaggio, dato che una reazione simile in una situazione altrettanto simile se l’è presa anche per mano del nostro Alcor nella sua FF! Mi è piaciuto comunque il divenire di Koji: un imprenditore ricco e di successo che ha fatto fortuna in America! Ci sta benissimo!
Anche se non ho provato quei brividi d’emozione che cerco quando leggo, la tua FF mi è piaciuta per lo stile pulito e chiaro. Complimenti.
Colore: blu.
@ Alcor: sei un mago che ha sortito dal suo cappello uno spettacolo pirotecnico. Tutti sono arrivati, in una bella rimpatriata. Ammetto, non li conosco tutti per cui ti faccio fede e seguo tutta la frenesia degli eventi che hai concatenato. Idea molto originale, come pure quella di te che, narratore, subentri a dialogare con il lettore.
Come per Stella, credo che il breve lasso di tempo concesso dal bando di concorso ti abbia giocato contro: hai tante idee, voglia di scrivere ed entusiasmo ma… avresti necessitato di più tempo per forma e accuratezza. Quindi, ora che hai iniziato, ti invito a far crescere questa storia, a svilupparla e a focalizzarti sui particolari che di sicuro avevi davanti agli occhi ma che i 40000 caratteri e il poco tempo ti hanno indotto a sorvolare…
I miei complimenti per aver iniziato e per indurti a continuare.
Colore: verde.
E infine grazie ancora a chi mi ha concesso una preferenza …
Edited by pianetaazzurro - 16/4/2018, 19:56