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Daitarn origini

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view post Posted on 10/3/2021, 16:23     +1   -1
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Fratello di Trinità e Bambino

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-BREAKING NEWS-


Bright : Ben venuti all'appuntamento delle 20.30 con Sunrise News! Dateci solo cinque dei nostri minuiti e noi vi daremo tutto il mondo!! a te la parola Mirai!
Mirai : Grazie Bright! notizie sempre più preoccupanti giungono sulla minaccia meganoide. Il pericoloso gruppo di cyborg che ha preso possesso della colonia terrestre su Marte si è reso nuovamente autore della sparizione di numerosi cittadini
Bright : da qui sorge un'inquietante domanda : non c'è quindi difesa da questi esseri, ma soprattutto come riconoscerli? quanti meganoidi sono tra noi, al lavoro, sui mezzi pubblici, insieme ai nostri figli a scuola? Credo che nessuno di noi abbia dimenticato le tragedie provocate dagli uomini esplosivi che hanno mietuto numerose centinaia di vittime in tutto il mondo!
Mirai : come dimenticarlo Bright ma per fortuna la minaccia dell'altro giorno è stata sventata e di questo dobbiamo ringraziare nuovamente il fantomatico Haran Banjo e il suo robot l'invincibile Daitarn!! Diverse sezioni della città di Helligton, infatti, dopo essere state fatte evacuare da una misteriosa voce proveniente da una corazzata volante, si sono sradicate da terra cominciando a fluttuare nel cielo. Tecnologia antigravitazionale?
Bright : temo di si anche se le autorità pronunciano con cautela il termine attentato terroristico!
Mirai : la tecnologia impiegata e la successiva comparsa di un nuovo gigantesco uomo metallico non lasciano dubbi riguardo alla responsabilità dei meganoidi nella vicenda a voi le immagini

viene mandato in onda il duello tra i grattacieli della città fluttuante tra il megaborg Neros armato di due scimitarre e Daitarn 3 culminante con lo spettacolare Sun Attack e il gigante meganoide che esplode dopo essere stato trapassato dal calcio di Daitarn

Bright : Daitarn è fantastico
Mirai : assolutamente Bright e saremo di nuovo tra voi dopo un breve stacco pubblicitario

Speaker : attentati, tensioni interplanetarie, virus sconosciuti...vale davvero la pena di correre simili rischi per la vacanza dei vostri sogni?
Certo che no se noi possiamo rendere reali i vostri sogni. Provate anche voi i nostri nuovi viaggi onirici costruiti su misura per ogni vostra richiesta.
Dreamwork Company con noi ogni sogno diventa realtà! E offriamo anche prezzi modici!!!

Mirai : Eccoci di ritorno
Bright : Circa un mese fa Daitarn affrontava un altro gigante meganoide ed è trascorso proprio un mese dalla tragica dipartita di uno dei più amati volti dello spettacolo e dello show business. Il grande illusionista e esperto di escapologia Lord Sandrake ci ha infatti lasciati proprio dopo la conclusione della dodicesima edizione del concorso di bellezza mondiale da lui organizzato Miss Inter Beauty!!
Mirai : non sono chiare le cause della morte del grande mago, ma sembra che sia stato un'infarto a stroncare l'uomo in grado di aprire qualunque serratura e sfuggire da ogni trappola
Bright : Lord Sandarke prima di lasciarci però è riuscito a incoronare la sua ultima reginetta di bellezza : Beautiful Tachibana figlia di Isao Tachibana proprietario e fondatore delle Tachibana Industries.
Mirai : la giovanissima e facoltosa Beauty ha ricordato con commozione in un'intervista Lord Sandrake ringraziandolo per aver caldeggiato la propria candidatura e averle permesso di partecipare al prestigioso concorso
Bright : La Tachibana Zaibatsu si offre inoltre di finanziare le prossime edizioni di Miss Inter Beauty
Mirai : davvero un bel gesto Bright
Bright : beh non ce che dire Mirai ne vedremo delle belle!!

Il televisore venne spento di colpo
"Che idiozie" affermò Haran Banjo con aria stizzita

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Edited by GOTAN X - 12/3/2021, 10:19
 
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Fratello di Trinità e Bambino

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16
La voce in Reika


Il Megaborg Doil si immerse nelle profondità oceaniche nel tentativo di riportare in superficie la capitale dell’antico continente sommerso.
La gigantesca città aveva un aspetto quantomai futuristico : una serie di forme poligonali completamente ricoperta da una sorta di materiale vitreo che riluceva nonostante giacesse da secoli nascosto dagli oscuri abissi.
Nel basamento roccioso su cui poggiava la singolare metropoli erano incastonati dei corpi meccanici, dei giganteschi robot ormai fossilizzati e diventati tutt’uno con la terra.
Doil, trovato un punto di appoggio, cominciò a spingere nel tentativo di disincastrare l’enorme “reperto” dal fondale marino.
Improvvisamente nella mente della meganoide cominciò a risuonare uno strano suono che diventò mano mano più nitido. Non si trattava di unica voce ma come una sorta di coro, un canto intonato dall’enorme città morta, dai suoi palazzi, dai resti dei suoi robot guardiani su cui si infrangevano i flutti delle onde.
La luce, apparentemente riflessa dalle calotte vitree, sembrava ora emanata direttamente da queste ed era sempre più intensa.
Doil rimase abbagliata da quello strano sole che risplendeva nelle profondità dell’oceano, una luminescenza che sembrò assumere l’aspetto di un enorme busto umano
“ Chi sei tu perché profani il simulacro del mio riposo millenario” disse la voce misteriosa “se il segreto di Lumis sarà riportato alla luce prima che nel mondo regni la pace, ciò comporterà l’estinzione del mondo stesso!!”
Avvolto nella luce mistica il corpo di Doil si rimpicciolì perdendo le proprie fattezze da megaborg per riassumere quelle umanoidi

Il comandante Doil si risvegliò nell’infermeria della propria Deathbattle, non sapeva se quello che le era accaduto fosse stato un sogno o realtà.
Richiamata sul ponte di comando della corazzata, la meganoide venne accolta dal collega Daston.
“nonostante la potenza di cui possiamo disporre nella forma di megaborg è impossibile riportare in superficie un oggetto tanto grande usando unicamente la forza” affermò il comandante Daston “grazie al dispositivo di teletrasporto che ho ultimato però sarà uno scherzo recuperare quella strana città!!”
Doil era troppo sconvolta da quello che le era accaduto per prestare attenzione alle parole di Daston, quindi gli diede le spalle e si diresse verso i laboratori.

Sul tavolo operatorio un uomo di mezza età con dei folti baffi era collegato ad alcuni macchinari
”questo è?” chiese Doil
“Si il Lumiano che abbiamo recuperato!” rispose Daston “è incredibile il livello della loro tecnologia criogenica, il corpo era completamente integro. L’operazione di conversione ha però avuto successo e ben presto il comandante Damdes si ridesterà! La situazione è totalmente diversa da quel generale che abbiamo trovato ibernato in quella base militare abbandonata dall’ultima guerra nell’Europa dell’est. In quel caso le funzioni vitali erano compromesse ed è stata necessaria la sostituzione di alcuni organi interni”
“Credo che la cosa cambi poco” rispose seccamente Doil “dal momento che il nostro fine in entrambi i casi era convertirli in meganoidi”
Ad ulteriori domande del collega, che affermava di vederla strana, Doil rispose che era stanca e che necessitava di ritirarsi per un po’ nella propria cabina.
La misteriosa voce udita nelle profondità del mare continuava a risuonare nella memoria di Doil. Forse ridestare la civiltà di Lumis si sarebbe potuto rivelare un azzardo!

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Reika Sanjo era sotto la doccia e si stava insaponando una spalla. Gli ultimi eventi della sua vita erano stati traumatizzanti : in una delle sue prime missioni come agente dell’interpol non era riuscita ad impedire l’assassinio di Garma Zabi e in un’altra aveva visto morire il proprio superiore Tsuchida finendo prigioniera di Lord Sandrake.
Solo ed esclusivamente grazie ad Haran Banjo, a quel misterioso e affascinante miliardario che aveva intrapreso una guerra “privata” contro i meganoidi, Reika era riuscita a salvarsi.
Ora ne era certa : era lui anche quella volta, dietro la maschera, alla festa da ballo all’ambasciata di Side 3. Banjo la affascinava, ne condivideva la motivazione e gli ideali, cosa che l’avevano spinta a prendere un congedo temporaneo dall’interpol e a trasferirsi nella villa degli Haran per aiutare Banjo nella battaglia comune, anche se nel contempo lo sentiva tanto distante da lei.
Quello che sconvolgeva di più Reika però erano le sue premonizioni, le aveva sempre avute fin da bambina, ma negli ultimi tempi si erano intensificate. Quello che fino a poco tempo prima aveva identificato come un semplice “sesto senso” ora era diventato qualcosa di diverso, qualcosa che le si manifestava sotto forma di sogno, di visioni offuscate su ciò che stava per succedere o come forte empatia per quello che provava qualcun altro.
Lo aveva sentito! Il dolore di Tsuchida mentre i proiettili gli crivellavano il corpo, in quel momento il dolore e la sofferenza di Tsuchida erano diventati quelli di Reika.
La stessa cosa era avvenuta a Hellington, quando la ragazza aveva percepito il pericolo che stava correndo Toppy, quell’orfanello irritante che voleva fare l’eroe intromettendosi nella missione che lei stava compiendo insieme a Banjo.
Reika aveva sentito la paura di Toppy e, attraverso questa, aveva percepito il pericolo che stava correndo, quindi si era gettata su di lui proteggendolo dagli spari nemici.
Una strana voce, che si faceva sempre più nitida, risuonava nella orecchie di Reika, una voce che la chiamava
“Ragazza, ragazza, perché segui la via della guerra? Sai dove ti condurrà la tua battaglia?”
Reika, coprendosi con un asciugamano, uscì dalla doccia, si affacciò per vedere chi la stesse chiamando. Poi capì. Non c’era nessuno. Quella voce era in lei. Nella sua mente!

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“La signorina Reika sembra essersi ambientata bene nella villa! affermò Garrison “del resto era già da un po’ che l’aveva adocchiata vero signore?”
“Già Garrison” rispose Banjo”, “Si può dire così!”
“A proposito” aggiunse il maggiordomo “quell’uomo la sta aspettando in salotto!”

In piedi davanti al camino di villa Haran, uno strano uomo, dai capelli biondi e con gli occhiali scuri, stava aspettando Banjo. Si trattava di Char Aznable dirigente dell’interpol che aveva accolto e favorito il congedo temporaneo di Reika.
“Non avevamo mai avuto una candidata tanto dotata” affermò Char “lo stesso professor Flanagan è rimasto sorpreso dei suoi risultati”
“E’ per questo che credo stia meglio con me che con voi burocrati” rispose Banjo
“Coordinatori” rispose Char senza scomporsi e lasciando Banjo sorpreso.
“Questo dovevano essere i meganoidi, questo gli impianti bionici volti ad incrementare le capacità dell’uomo” precisò Char “coordinare l’evoluzione dell’uomo teorizzata da tuo padre, il professor Haran!”
Sentendo nominare il padre, Banjo si irritò accigliandosi, Char allora con una schicchera gli sparò contro un piccolo oggetto a grande velocità, oggetto che Banjo bloccò prontamente con una mano. Si trattava di un proiettile!
“Credi che sia tutto solo frutto di allenamento?” chiese Char “l’umanità si sta evolvendo, fisicamente e mentalmente per adattarsi alla futura vita nello spazio! I meganoidi però hanno frainteso il proprio ruolo e si sono autoeletti razza superiore, mettendosi in testa di convertire gli esseri umani in loro simili!
“Lo so” rispose secco Banjo “il corpo umano ha in se possibilità illimitate, motivo per cui non posso permettere a quei maledetti dei meganoidi di paralizzarlo per sempre in un involucro di freddo metallo!!”
“E’ quello che noi all’istituto Flanagan ci aspettiamo da te!!” concluse Char.
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Char Aznable

Mente Char, salito sulla propria macchina sportiva, stava lasciando la dimora degli Haran, Garrison chiese a Banjo se pensava veramente di potersi fidare di lui.
“Questo non importa Garrison” rispose Banjo “la lotta ai meganoidi necessita di più alleati possibili, se Char dovesse rivelarsi una minaccia lo eliminerò…con il potere del sole!!”
Banjo però continuava a pensare alle parole di Char : evoluzione e adattamento dell’umanità, lo stesso che era solito dire suo padre. Forse veramente l’umanità era entrata in una nuova fase evolutiva e lui, così come Reika e il piccolo Toppy, facevano parte di questi fantomatici esseri di nuova generazione!

“New Type” affermò Char nel suo laboratorio segreto all’istituto Flanagan “è loro il destino dell’umanità, non certo dei meganoidi”.
Detto questo, il tenebroso biondo digitò un codice su un pannello facendo aprire un hangar nascosto dove era custodito un robot gigante. Il suo corpo era identico a quello di Daitarn, da cui si differenziava per il colore rosso e nero, la croce sovrapposta ad una falce di luna sul petto e una testa dai particolari più minimalisti e meno umani, molto simile a quello di numerosi Mobil Suit.
“Che quell’idiota di Haran combatta pure i fantasmi del suo passato!” affermò Char con un ghigno “sarà utile ad epurare lo spazio dai parassiti meccanici e spianare la strada alla nuova generazione che io sto coltivando!!”

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Edited by GOTAN X - 12/3/2021, 10:20
 
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Desiderio di rivalsa


Kidogawa e Milene erano uno davanti all’altra, completamente nudi e immersi nell’oscurità. Il particolare cerchio che portavano sulla fronte permetteva loro di scambiarsi sensazioni, pensieri, ricordi.
L’animo di Kidogawa sembrava mano mano fortificarsi mentre nella sua mente si focalizzava sempre di più l’immagine di Haran Banjo e il suo odio per lui.

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Toppy sdraiato sul pavimento era tutto intento a leggere il proprio fumetto quando una voce interruppe la sua concentrazione
“Ehi tu malefico marmocchio” Beauty entrò nel salotto su tutte le furie “è la mia biancheria quella appesa all’asta della bandiera”
“Non lo so cosa vuoi che ne sappia” rispose il bambino frugandosi nel naso
Beauty era su tutte le furie e ovviamente accusava Toppy di aver issato il suo reggiseno e le sue mutandine al vento, quando fece il proprio ingresso anche Reika in vestaglia appena uscita dalla doccia.
“Ehi tu cosa pensi di fare” inveì Beauty sostenendo che Reika si era fatta vedere apposta in desabiliè per la villa per farsi notare da Banjo.
Mentre le due ragazze battibeccavano, Toppy andò alle spalle di Reika e le sfilò la vestaglia che cadde lasciandola quasi nuda. Le due ragazze si misero ad inseguire il bambino per tutta la casa.
“Ma si può sapere cosa sta succedendo?”
“Banjo è stato lui a farmi cadere la vestaglia!!”, “Ma se era quello che aspettavi”, “Non ascoltarle sono due streghe” ognuno dei tre stava dando la propria versione dei fatti ad un Banjo molto basito che aveva appena rimesso piede nella villa dopo la consueta corsetta mattutina

“Sbaglio o ultimamente questa casa si è fatta molto più movimentata?” chiese l’imperturbabile Garrison
“Si credo proprio che lo sia diventata, ma temo di non poterci fare niente” disse Banjo alzando le spalle ed emettendo un verso di esasperazione.

La porta suonò e l’anziano maggiordomo andò ad aprire. Si trattava di Chobi, la piccola amica di Toppy che era venuta a trovarlo dal golfo di Suraga e che per qualche giorno si sarebbe trasferita a villa Haran.
“Non mi sembrava che mi avessi chiesto di ospitare un’amica” disse Banjo
“Non ti ho chiesto neanche in prestito la moto, ma è con quella che andrò a scuola e vedrai farò un figurone!!” rispose senza ritegno il bambino, mandando Banjo su tutte le furie

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Toppy in effetti era diventato una piccola celebrità nella scuola cittadina in cui si era trasferito da quando viveva con Banjo e la sua “posizione di aiutante” del pilota del mitico Daitarn 3 gli aveva procurato parecchi ammiratori tra i compagni
“Caspita fratellone non sapevo che fossi tanto famoso!! affermò Chobi
“Non lo è affatto” rispose una voce sprezzante. Si trattava di Pino Sanders circondato dai suoi amichetti-seguaci.
Ad una piccata risposta di Toppy, Pino aggiunse che Banjo non era un eroe ma solo un ladro
“Ha rubato a mio padre la sua teoria sull’energia solare!!”
La lite tra i due ragazzini alla fine sfociò in una sfida. I due si sarebbero confrontati dopo scuola in una corsa con le moto : l’harley di Banjo per Toppy contro la futuristica Sky Mobil di Pino.

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I due ragazzini sfrecciavano sui loro veicoli nella brulla zona rocciosa poco fuori dal centro abitato, seguiti dai loro amici sulle proprie piccole Sky mobil. Dopo aver urtato per errore un grosso masso venendo sbalzato, Toppy riuscì ad eseguire un atterraggio fortunoso sorpassando Pino.
Proprio in quel momento una gigantesca astronave con un mostruoso volto sullo scafo oscurò il cielo prendendo i ragazzini a bordo grazie ad un raggio traente.
Pino sembrava mostrare molta dimestichezza negli ambienti interni dell’astronave e con l’equipaggio, ma Toppy e Chobi erano molto allarmati riconoscendo, tanto nella foggia dell’astronave quanto nelle strane divise azzurre dei piloti, i tratti distintivi delle forze armate meganoidi.
Dalla fortezza volante si sganciarono quattro piccoli velivoli dalla forma vagamente simile a quella di fiori, l’unione dei raggi lucenti emessi dai loro globi centrali provocò la disintegrazione di un’intera area abitata!!

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In quel momento Banjo stava per eseguire un tuffo acrobatico dal trampolino della propria piscina, quando la radio trasmise la notizia della distruzione improvvisa dell’intera area industriale della città di Delia. Il ragazzo, distratto, atterrò malamente nell’acqua, riemergendo a pacia sotto come un morto a galla e raggiungendo tutto frastornato il bordo.
Proprio in quel momento Garrison avvisò il proprio padrone che era arrivata una videochiamata per lui.
Vedendo apparire sullo schermo il vecchio compagno Kidogawa, Banjo lo prese sotto gamba e lo canzonò appellandolo come “l’eterno secondo” e non prestando troppa attenzione al suo avvertimento di “guardarsi dall’amico che non si vede da tre giorni”, prendendola per l’ennesima provocazione dell’ex compagno sempre pronto a sfidarlo.
Il ragazzo però cambiò espressione quando Kidogawa rivendicò la responsabilità dell’attacco a Delia invitando Banjo al proprio palazzo.

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Proprio nel fastoso castello di Kidogawa era infatti atterrata la Deathbattle dei meganoidi.
Sullo schermo gigante della sala comandi, Koros mosse un serio rimprovero al professor Sanders
“Don Zauker è molto contrariato” affermò la donna “un simile attacco gratuito, oltre a privarci di possibile mano d’opera da convertire in soldati, potrebbe far scoprire alle forze di difesa terrestri la nostra posizione!”
Una simile infrazione del codice meganoide comportava la condanna a morte.
Kidogawa, entrato con non chalance dalla porta, invitò Koros a rassicurare Don Zauker e affermò che la nuova arma ad energia solare era stata completata e che il professor Sanders aveva svolto egregiamente il proprio lavoro.
Lo scienziato rimase agghiacciato, dopo essere stato tradito dal proprio collega Kamikita e privato della possibilità di svolgere le proprie ricerche da Banjo, era stato supportato dai meganoidi, ma ora che non serviva più, sarebbe stato gettato via come un rifiuto.
Ciò che spaventava di più Sanders era però il destino che sarebbe toccato a suo figlio Pino, tuttavia non poteva sottrarsi al proprio dovere di comandante meganoide.
Sottoposto ai raggi della Macro macchina lo scienziato si ingigantì assumendo le fattezze del megaborg Death Sunder.
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Megaborg Death Sunder

Il gigante azzurro si levò in volo emettendo dalle ali cristalline che aveva sulla schiena un fascio di energia solare contro dei giganteschi pannelli. Ad un cenno di Kidogawa la fila di pannelli si aprì rivelando una struttura a ventaglio che riversò sul megaborg un’irradiazione ancora maggiore di energia solare.
Pino assisteva atterrito allo spettacolo del padre che veniva liquefatto, mentre i suoi vecchi amici invenivano su di lui insultandolo e chiamandolo meganoide.
“Brutto traditore”, “figlio di un mostro!!” i ragazzini si erano avventati su Pino prendendolo a calci e pugni, mentre lui, accovacciato per terra, era combattuto tra la sofferenza per la perdita di suo padre e il rancore che gli portava per essere stato la causa di quello che ora gli stava capitando.
“Adesso piantatela se non volete vedervela anche con me” si intromise Toppy in soccorso di Pino riuscendo a far indietreggiare gli altri compagni

Nel frattempo Koros faceva presente a Kidogawa che il problema era serio : Pino e gli altri erano stati testimoni delle azioni dei meganoidi e conoscevano l’ubicazione della base, ma non era possibile trasformarli in meganoidi e cancellare loro la memoria. All’impero servivano soggetti adulti per la conversione e dei bambini non sarebbero stati utili in nessun modo.
A risolvere la questione fu la bionda dottoressa Milene che, entrata nella sala comando, invitò dolcemente i bambini a seguirla.
Kidogawa rise di sottecchi, avendo capito benissimo a quale trattamento li avrebbe sottoposti la scienziata, dopodichè assicurò a Koros che il proprio piano per eliminare Haran Banno sarebbe andato a buon fine.
La rossa gerarca “interpretando” l’ennesimo rantolio di Don Zauker, concesse fiducia al comandante e chiuse la comunicazione.

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Arrivati al palazzo di Kidogawa a bordo della Match Patrol, Banjo Beauty e Reika furono accolti con tutti gli onori dal padrone di casa.
Banjo non risparmiò le solite battute chiedendo a Kidogawa se questa volta aveva intenzione di sfidarlo ad una gara di calcio o di corsa, le ragazze invece furono rapite dalla bellezza del sontuoso castello, dai suoi quadri e dai suoi arazzi, lasciandosi andare anche a commenti sugli anelli con diamante che Kidogawa portava ad ogni dito.
“Certo che voi notate proprio le qualità più profonde in un uomo!!” affermo imbronciato Banjo, dopodichè chiese a Kidogawa di finirla con i convenevoli e di mostrargli la Deathbattle con cui aveva devastato Delia.
Senza scomporsi, Kidogawa fece strada a Beauty e Reika attraverso un passaggio segreto, passaggio che si chiuse alle sue spalle, tagliando Banjo fuori. Nel contempo le scale del castello si livellarono formando una sorta di scivolo mortale che trascinò inesorabilmente Banjo verso un baratro.

Beauty e Reika, invitate a pranzo, assaporarono con gusto i cibi raffinati e il vino di annata offerto da Kidogawa, chiedendosi perché un comandante meganoide fosse tanto gentile con loro e soprattutto che fine avesse fatto Banjo.
Le ragazze rimasero di stucco nel vedere il giovane Haran vestito da cameriere portare loro i vassoi con la seconda portata. Sulla sua fonte c’era un cerchio luminescente.
Alle domande piccate delle due ragazze, Kidogawa sghignazzò lodando l’efficacia del dispositivo di controllo mentale della dottoressa Milene, grazie al quale Banjo, il suo più acerrimo rivale, ora era diventato un burattino alla sua merceè.
“Si forse non sarebbe male trasformarmi in megaborg e farmi servire il dessert direttamente dal Daitarn!!” affermò il meganoide scoppiando in una risata malefica.
Reika fu pronta a sfoderare la pistola e a intimare a Kidogawa di lasciare libero Banjo, Beauty però fece notare all’amica che quella forse non era la mossa più saggia : la sala infatti era piena di soldati meganoidi che le tenevano sotto tiro.
Proprio quando tutto sembrava perduto, l’intero vassoio con il cocktail di scampi fu rovesciato sulla testa di Kidogawa
“Tu maldetto come hai fatto a sottrarti al controllo!!”
Banjo riuscì facilmente a farsi largo tra le raffiche di mitra dei soldati e sfuggire dal salone rompendo il vistoso finestrone.

Facendosi strada sul cornicione del palazzo, il ragazzo entrò nella finestra della camera della dottoressa Milene.
“Hai provato a controllare la mia mente bellezza” disse Banjo immobilizzando la meganoide e sbattendola sul letto “beh ora vedremo se saprai ripetere l’impresa!!”. Detto questo, Banjo baciò Milene con passione. La meganoide presto smise ogni resistenza abbandonandosi al giovane.
“Allora come vedi ci sono varie forme per assumere il controllo e credo di avere vinto io questo round!!” affermò Banjo
“Il signor Kidogagawa sarà…” cercò di dire Milene
“Vuoi dire che lui è meglio di me” ribattè Banjo fissandola negli occhi
“no tu, tu sei, molto meglio di lui” affermò Milene distogliendo lo sguardo arrossita, affascinata e nello stesso tempo umiliata dal fatto che un umano potesse non solo resistere al suo diadema di controllo, ma addirittura riuscire a propria volta a piegarla grazie al proprio magnetismo.
“Bene ora mi dovrai dire dove nascondi Toppy e gli altri” le ordinò Banjo.

Il ragazzo rimase agghiacciato nel vedere Toppy, Pino insieme a Chobi e gli altri guardare tranquillamente un programma in tv in un piccolo ma ben arredato saloncino. Sulle loro fronti era stato posto il diadema di controllo.
“E’ questo il trattamento che ho sviluppato” disse Milene “loro sono ancora piccoli per essere trasformati in soldati, ma così sarà possibile tenerli sotto controllo fino a quando avranno raggiunto l’età utile per la conversione!”
Banjo, si tutte le furie inveniì contro la mostruosità della scienziata costringendola a disattivare i dispositivi di controllo.
I bambini si ridestarono di colpo, rimanendo smarriti e non capendo ne dove si trovavano ne cosa era successo.
“Fratellone sei qui!!” affermò Toppy correndo incontro a Banjo.
Proprio in quel momento il sistema di controllo della stanza si attivò e i piccoli gargoyle sulle pareti cominciarono a bersagliare gli intrusi con raggi mortali emessi dagli occhi.
Banjo coprì i bambini, aprendo loro la strada verso l’uscita, mentre Milene fu centrata alla schiena da uno dei raggi dei gargoyle finendo carbonizzata.

“Daitarn come here” Banjo richiamò a distanza il Daifigher grazie al proprio medaglione e, dopo essersi inserito nell’astronave con la Match Patrol, attivò il cambio di configurazione facendole assumere quella di robot antropomorfo da combattimento.
“Per la pace del mondo combatterò voi meganoidi con il Daitarn 3! Se non hai paura di questa potenza combatti!!”
Esposto ai raggi della macromacchina, Kidogawa si ingigantì assumendo la propria forma di Megaborg.
Ora i due rivali di sempre erano uno davanti all’altro pronti per darsi battaglia.
La velocità di Kidogawa, unita alla sua abilità nell’utilizzo delle spade, misero in difficoltà Daitarn che fu disarmato della Daitarn Zamba e trafitto dalle lame alle gambe e ad un braccio.
Banjo riuscì in extremis ad evitare un ulteriore attacco del nemico, liberandosi delle spade che lo avevano inchiodato al suolo.
Non restava altra scelta che usare il Sun Attack. Una brutta sorpresa però attendeva Banjo : con un vorticoso movimento delle braccia, che sembrò farle centuplicare, Kidogawa sguainò tutte le spade che aveva sulla schiena. Dal “ventaglio” di lame fu emesso un fascio di energia solare che intercettò il Sun Attack. I due colpi si annullarono a vicenda!

“Si è il dispositivo di attacco!!” affermò Pino che osservava la battaglia da una delle finestre del palazzo “è il dispositivo di attacco ad energia solare che aveva messo a punto mio padre!”
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Pino

Visto che l’utilizzo dell’attacco solare di uno avrebbe annullato quello dell’altro, ai due giganti di metallo non restava altro che scontrarsi con le altre armi a loro disposizione.
Compreso lo schema di attacco di Kidogawa e la sua tecnica con le spade, per Daitarn fu relativamente facile avere ragione dell’avversario. Prima un colpo di Daitarn Javelin, poi una scarica di Daitarn Missile, poi il Daitarn Cannon.
Il Megaborg Kidogawa era ormai ridotto ai minimi termini, ma pur reggendosi in piedi a stento, continuava ad incitare Banjo a colpire.
Il ragazzo era ormai pronto a dare il colpo di grazia all’avversario che un tempo era stato suo amico. Aveva delle esitazioni, ma non doveva lasciarsene influenzare, un meganoide così pericoloso andava eliminato!

“No Banjo fermati, non farlo!!” Beauty, Reika e Toppy esortarono il pilota a risparmiare Kidogawa informandolo che questo aveva già liberato loro e gli altri ragazzini prima della battaglia.
A Banjo allora furono drammaticamente chiare le intenzioni di Kidogawa che, reo di aver rinunciato alla propria umanità e provocato la morte di tante persone solo a causa del proprio desiderio di primeggiare si Banjo, aveva deciso di trovare la morte in battaglia!!
Con un colpo di Daitarn Snapper, Banjo centrò quindi il dispositivo di trasformazione al polso del megaborg, provocando così la regressione di Kidogawa alla forma umana.

Sceso da Daitarn, Banjo teste la mano a Kidogawa per aiutarlo a rialzarsi.
Proprio quando il meganoide si era convinto ad accettare l’aiuto dell’ex rivale, un raggio laser gli trapasso il cuore dalle spalle. Mentre il fiore all’occhiello di Kidogawa andava in mille pezzi, questo cadeva a terra privo di vita di fronte allo sguardo sgomento di Banjo e degli altri.
“Voi avete ucciso mio padre!!” diceva rabbioso Pino tenendo tra le mani un fucile “prima lo avete ingannato e sfruttato per i suoi studi e poi lo avete eliminato!! Non perdonerò mai voi maledetti mostri e vi combatterò come fa il Daitarn 3!!”
Dopo aver gettato l’arma, Pino cadde in ginocchio tra le lacrime mentre il sole tramontava.
Banjo non poteva fare a meno di riconoscere nella rabbia del ragazzino la propria

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Ninja e rane


“Tutto va secondo quanto è stato pattuito”
Affermò la comandante ninja Sumika comparendo dal nulla e inginocchiandosi alle spalle di Koros
“Don Zauker ne sarà oltremodo lieto” ribatteè lapidaria la rossa gerarca.
“l’alleanza con Side 3 è troppo preziosa per noi e un capro espiatorio come Jiraiya sarà fondamentale per non farla vacillare!!”

Sulla piazza principale di Side 3 era stato preparato il patibolo per il traditore.
Sotto lo sguardo di Franken, che lo fissava sprezzante dal balcone del palazzo, Jiraiya giudicato colpevole dell’assassino di Giren e Kycilia Zabi, era incatenato ed era stato trascinato e fatto inginocchiare su una gigantesca piattaforma, piattaforma che presto si sarebbe aperta per farlo piombare nell’acciaio fuso.
Improvvisamente dei micidiali shuriken raggiunsero alle spalle le guardie, mentre un’ombra piombò fulminea alle spalle di Jiraiya
“Sumika tu? ma..” affermò stupito il meganoide
“non fare domande e affrettati a scappare!!” rispose Sumika.
Sebbene ritenesse che Jiraiya fosse un individuo grezzo e maldestro, Sumika non ce la faceva a lasciarlo nelle mani dei boia a pagare per un delitto che non aveva commesso e tutto solo per cementare delle alleanze politiche.
Loro due erano cresciuti nello stesso villaggio ninja, prima di diventare meganoidi e Sumika ricordava perfettamente il comportamento turbolento di Jiraiya che si era ribattezzato Goemon Ishikawa XIII e insieme alla sua congrega di amici compiva furti di ogni tipo nei paesi vicini, ma ne ricordava anche la generosità nel donare i frutti delle sue scorribande ai più poveri e ai bambini del villaggio.

Jiraiya e Sumika, fuggendo dal fuoco serrato delle truppe degli Zabi, si stavano dirigendo presso lo spazioporto del Side dove era ormeggiato un razzo spaziale che li avrebbe condotti verso la libertà.
Ad un certo punto la donna si accasciò, un colpo l’aveva raggiunta al fianco danneggiando la sua unità energetica, ma riuscì ugualmente a respingere i propri assalitori lanciando a terra delle bombe fumogene simili a piccoli gusci di lumaca
Jiraiya sgomento e allarmato ignorando l’invito di Sumkia ad abbandonarla e a mettersi in salvo, l’aveva aiutata ad alzarsi e a raggiungere la navicella dalla particolare forma bombata delle poppa che ricordava anch’essa una lumaca.
Il decollo non fu privo di problemi, ma i due riuscirono a sottrarsi ai colpi nemici e ad allontanarsi da Side 3
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Jiraiya
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Sumika

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“Insomma possibile che devo immergermi proprio io” protesto Toppy riemergendo in superficie con la sua tuta la palombaro “è da due ore che stiamo cercando e poi mi è venuta fame”
“Toh” disse Beauty infilando una polpetta in bocca al bambino e chiudendo bruscamente lo sportello del suo casco.

Banjo era molto divertito mentre prendeva il sole sulla sdraio a bordo piscina e si stava gustando una bevanda fresca servitagli da Garrison. Diffondere la notizia che il fantomatico oro con cui era fuggito da Marte si trovava nelle profondità marine proprio fuori gli scogli che circondavano la baia adiacente alla villa era stata un’ottima idea. Toppy e le ragazze sarebbero stati impegnati per un po’ nella ricerca e lui avrebbe avuto qualche ora di pace.

Nel frattempo un battello si avvicinò alla nave delle ragazze e il capitano chiese loro se andava tutto bene.
“accidenti” esclamò Reika “siamo rimaste a secco!”

Mentre l’imbarcazione stava trainando Reika e gli altri verso la baia, un ghigno di soddisfazione affiorò sul volto di Jiraiya nascosto dal cappello di capitano. I suoi uomini sott’acqua avevano fatto un ottimo lavoro, mentre lui distraeva gli amici di Banjo, e ora infiltrarsi nella villa alla ricerca dell’oro trafugato sarebbe stato uno scherzo!!!

Infatti Banjo accolse con grande riconoscenza il capitano del natante e i suoi mozzi (sebbene fosse un po’ deluso che i ragazzi avessero fatto ritorno così presto alla villa) e chiese a Garrison di farli accomodare in sala da pranzo e servire loro la colazione.

Mentre Jiraiya e alcuni dei suoi soldati travestiti da mozzi assaporavano i manicaretti di Garrison, altri sgherri, che avevano riassunto il loro aspetto da soldati ninja, si diramarono per 4 angoli della tenuta alla ricerca dell’oro.
Uno dei ninja, che si stava nascondendo appiattendosi dietro un albero, fu colpito improvvisamente da una ghianda caduta. Non fece in tempo a chiedersi cosa stava succedendo che fu raggiunto da una cascata di piccole ghiande e poi schiacciato da una ghianda gigantesca!

“centrato” disse Beauty che trafficava con i pulsati della sala comandi
“Proprio terribili le donne!” disse Toppy”
“E’ vero” rispose Garrison

Un altro ninja di Jiraiya che stava sgattaiolando a quattro zampe si trovò incollato ad un pavimento di carta moschicida all’interno di una strana casetta di cartone in cui si era infilato senza accorgersene

“C’è cascato” disse Reika che trafficava con i pulsati della sala comandi
“Proprio terribili le donne!” disse Toppy”
“E’ vero” rispose Garrison

Un altro ninja invece fu spiaccicato da un gigantesco scacciamosche meccanico
“ne ho colpito un’altro” disse Beauty che trafficava con i pulsati della sala comandi
“Proprio terribi” disse Toppy”
“E’ vero” rispose Garrison
“Ehi non mi hai fatto finire la frase!!” protestò il bambino

Jiraiya, in contatto radio con i suoi uomini, sobbalzò dalla sedia, proprio mentre Banjo entrando nella sala da pranzo gli chiese se c’era qualcosa che non andava
“no niente niente”, dissimulò il meganoide tra i denti. La missione non stava dando l’esito sperato e ritrovare l’oro trafugato da Banjo era quanto mai prioritario.
Alla mente di Jiraiya riaffiorò l’immagine di Sumika richiusa in una capsula di vetro e legata ad un’apparecchiatura che la teneva in vita.
“Jiraiya sia tu che Sumika siete due traditori per l’impero meganoide” diceva un vecchio in sovrappeso e dalla lunga barba bianca “ma penso di potervi essere d’aiuto…. in cambio delle tue impareggiabili doti di ladro Goemon Ishikawa XIII”
La situazione di Jiraiya era molto seria, Wenner aveva accolto lui e Sumika nella propria base sulla Terra e aveva messo la donna in uno stato di animazione sospesa, ma non avrebbe esitato un attimo a “staccarle la spina” e a gettarla in una discarica se la missione del furto dell’oro di Banjo fosse fallita.
A Jiraiya non restava che giocare il proprio asso nella manica : incrociando le dita ed estendendo gli indici il ninja pronunciò strane formule segrete e improvvisamente la stanza venne invasa da una moltitudine di rane : da sotto i mobili, dal lampadario, addirittura da sotto il coperchio del vassoio del dessert che Garrison stava per servire.
I viscidi animali in breve invasero la villa, entrando anche nella doccia di Beauty, che urlò coprendosi con un asciugamano, ma il più terrorizzato, inaspettatamente, era proprio Banjo che da sempre aveva provato un vivo ribrezzo per i rospi e che, impallidito, cercò indecorosamente la fuga cercando di scalare comicamente la parete del soggiorno!!
Le ranocchie di Jiraiya però non erano dei comuni animali : immuni ai colpi di pistola di Reika, estendendo la loro lingua elastica riuscirono a disarmare la giovane agente e a strappare gli abiti a lei e a Beauty (che nel frattempo si era frettolosamente asciugata e vestita).
“Uno spettacolo davvero poco consono” sentenziò Garrison coprendosi gli occhi
“Non lo so sono ancora troppo piccolo” ribattè Toppy.
Allo stesso Jirayia venne la bava alla bocca nel vedere le ragazze in mutandine e reggiseno, ma si riprese subito : salvare Sumika aveva la priorità!!

Banjo intanto era riuscito a trovare riparo dietro al passaggio segreto del camino e da qui a raggiungere la Mach Patrol, quindi ad attivare il Daitarn.

Emerso dalle acque del lago artificiale in cui confluiva l’acqua della baia circostante, il Daifighter assunse la propria configurazione antropomorfa.
Trovandosi di fronte il gigantesco robot, anche Jiraiya non perse tempo e, attivato il proprio macro dispositivo da polso, azionò la trasformazione in megaborg.
Il ninja si ingigantì mentre la sua pelle veniva ricoperta da una corazza d’acciaio dorata e il suo copricapo si trasformava in una rossa chioma simile a quella degli attori del teatro Kabuki
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Megaborg Jiraiya


“Per la pace del mondo, combatterò i meganoidi con il Daitarn 3, se non hai paura di questa potenza..combatti!!” declamò Banjo
“Piantala di fare il buffone e pensa a difenderti!!” ribattè Jiraiya facendo allungare i propri capelli e avvolgendo il nemico in una presa mortale.
Daitarn si liberò tagliando i capelli del megaborg con la lama della propria Zamba, quindi si lanciò all’attacco di Jiraiya che però riuscì facilmente a sottrarsi all’assalto effettuando una tecnica di moltiplicazione corporea.
Centrato nell’addome da un colpo di Daitarn Cannon, che fece svanire tutte le copie, Jiraiya utilizzò una nuova tecnica ninja e sollevò una nuvola di polvere ai propri piedi che una volta dileguata rivelò…. un rospo gigante.
Approfittando del nuovo spavento venuto a Banjo, il Megaborg lanciò un attacco combinato sputando fuoco dalla bocca e nel contempo facendo secernere sputi corrosivi al rospo che cavalcava.
Daitarn era in netta difficoltà, la saliva fangosa del rospo di Jiraiya aveva ricoperto il diadema del Sun Attack corrodendolo, pertanto era impossibile lanciare l’attacco finale senza danneggiare il circuito interno. Jiraiya approfittò dello stallo dell’avversario atterrandolo con un colpo di naginaga alla gamba.
Improvvisamente Banjo scorse nel prato qualcosa di interessante..qualcosa che avrebbe potuto essergli senz’altro utile. Afferrato con le gigantesche dita del Daitarn il buffo serpentello che stava strisciando tranquillamente tra l’erba, Banjo lo mise sotto il naso del megaborg Jiraiya che cominciò a sudare freddo.
Jiraiya infatti aveva tanta paura dei serpenti, quanto Banjo ne aveva delle rane!!!
“Serpentello, serpentello” diceva Banjo dispettosamente facendo oscillare la biscia, mentre Jiraiya cercava disperatamente la fuga trovandosi sempre di fronte l’orrendo animaletto e per il terrore perse la concentrazione utile a mantenere lo stadio di megaborg rimpicciolendosi e riassumendo le proprie fattezze umane.
Banjo era pronto per schiacciare Jiraiya sotto il piede del Daitarn quando si accorse che questo, accucciato su se stesso, non era più terrorizzato ma sembrava piangere lacrime di rabbia maledicendo la propria debolezza!!

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L’informe e inquietante palazzo di Wenner fu devastato da una serie di esplosioni. Il Daitank vi aveva fatto irruzione cominciando a demolire ogni cosa a colpi di cannone.
Banjo, trafficando nell’abitacolo di comando, aprì uno sportello laterale e porse a Jiraiya uno strano circuito
“Ma questa è!” disse incredulo il ninja
“Di cosa ti stupisci” rispose Banjo “Daitarn è stato creato con la stessa tecnologia dei meganoidi, è naturale che abbiano unità energetiche compatibili!!
Jiraiya, commosso, ringraziò Banjo, ma questo lo ammonì seriamente : ormai lui e Sumika erano dei fuggiaschi e avrebbero dovuto nascondersi sia dagli umani che dai meganoidi e il destino che li aspettava non sarebbe stato affatto facile.
Coscio delle difficoltà che lo aspettavano, ma per nulla intimorito, Jiraiya si congedò da Banjo raggiungendo la capsula criogenica di Sumika, ormai divelta dalle esplosione, e montò nel fianco della donna il dispositivo di alimentazione sostitutivo.
Sumika aprì gli occhi e si risvegliò dal lungo e forzato sonno guardandosi intorno e domandandosi allarmata : “Jiraiya ma cosa è?”
“Non ti ricordi che siamo fuggiaschi”, gli rispose il ninja “non dobbiamo farci troppe domande ma allontanarci in fretta. In breve qui si scatenerà l’inferno!!”

Tra le macerie del palazzo, si faceva largo Wenner barcollando e tenendosi il petto in preda a spasmi.
“Sei troppo vecchio per giocare a fare il meganoide” affermò sarcasticamente Banjo tenendolo sotto tiro “dopo una certa età è pericoloso sottoporsi alla riconversione! da piccolo ne ho visti tanti morire come te : vecchi disperati che cercavano la giovinezza eterna!
“Stai zitto Banjo” gridò Wenner “chi credi che mi abbia costretto a diventare un meganoide? Dopo che hai sottratto l’oro che avevo il compito di custodire sono caduto in disgrazia presso la World Banca e l’unica possibilità di recuperare il mio onore era riconvertire il mio corpo!!”
“Sta zitto Wenner” ribattè Banjo per nulla impietosito “quell’oro è stato estratto dalle miniere di Marte grazie al lavoro e al sudore di esseri umani e appartiene all’umanità! Rinunciando alla tua cosa pensi di aver ottenuto?”
Ancora contorcendosi dal dolore, il vecchio Wenner azionò in dispositivo di controllo facendo aprire le gigantesche paratie antistanti al palazzo. Dal un cumulo di lingotti d’oro che il meganoide era riuscito a trafugare alla banca mondiale, emersero le teste serpiformi di una gigantesca creatura meccanica che prese Wenner a bordo.
“Nelle mia condizioni non potrei sopportare la trasformazione in megaborg” disse Wenner ai comandi “proprio per questo ho fatto costruire questo mostro meccanico : Yamata no Orochi il mitologico serpente a Otto Teste ti manderà all’Inferno!!”
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Wenner
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Yamata No Orochi

Rientrato nel Daitarn, Banjo effettuò la trasformazione da carro armato a robot ma lo scontro con il mostro si rivelò più ostico del previsto.
Il potenziale bellico del Daitarn, già danneggiato dal precedente combattimento e privo dell’unità energetica donata a Jiraiya, era notevolmente ridotto e questo aveva notevoli difficoltà a fronteggiare Yamata No Orochi.
Avvinghiato da quattro delle otto teste e bersagliato dal fuoco sputato dalle altre, Banjo gemeva nella cabina di pilotaggio mentre Wenner ghignava sadicamente nella propria.
Per salvarsi, al ragazzo non restava che giocare d’astuzia : azionando il Daitarn Snapper il robot prese al laccio due delle teste del mostro, mentre infilando le mani delle fauci di altre due teste strappò il circuito che le permetteva di emettere le fiamme, quindi le recise con la Daitarn Zamba riuscendo ad allontanarsi per bersagliare il nemico con i Daitarn missiles e il Daitarn Hammer.
“E ora a me la potenza del sole..colpo mortale Sun Attack” il diadema del robot si illuminò sparando il micidiale proiettile luminoso. “Daitarn Crash!!” Banjo completò l’opera trapassando Yamata No Orochi con un calcio nel punto colpito dal Sun Attack.
Mentre Wenner periva tra le fiamme dell’esplosione di Yamata no Orochi, la nave a forma di lumaca di Jiraiya e Sumika decollava lasciandosi alle spalle il tetro palazzo che stava crollando.

“Che storia romantica, due ninja disertori in fuga” disse Beauty sulla Match Patrol che imboccava la via del ritorno
“Ma perché un finale così smielato? Non mi va non mi va non mi va!!” protestava Toppy
“Certo Banjo che sei stato fin troppo generoso con quei due, donargli addirittura una delle unità energetiche del Daitarn!!” affermò Reika
Beauty però ribatte che era proprio quello che rendeva Banjo tanto affascinante, Reika concordò e le due emisero un sospiro estasiato, sotto lo sguardo ingrugnato di disapprovazione di Toppy.
Banjo però non era dello stesso parere delle ragazze e il proprio comportamento in quell’occasione gli provocava dubbi e un senso di inquietudine : come mai era stato così generoso con Jiraiya e Sumika e aveva regalato loro la possibilità di una nuova vita, mentre non aveva mostrato nessuna empatia verso Wenner? E pure quel povero vecchio aveva perso ogni prestigio in seguito al furto dell’oro e non aveva avuto altra scelta che affrontare un’operazione pericolosissima alla sua età come la conversione in cyborg.
La condanna inappellabile di Banjo nei suoi confronti era forse un modo per controbilanciare il senso di colpa che provava per essere stato lui la causa della disgrazia di Wenner, oppure era un giusto senso di riprovazione verso la strada malvagia intrapresa da quell’uomo divorato dal senso di vendetta?

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view post Posted on 10/11/2021, 14:40     +2   +1   -1
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Fratello di Trinità e Bambino

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19
Bellezza e lacrime di roccia


“Garrison, nessun messaggio da Reika?”
“No signor Banjo”, rispose, come sempre imperturbabile, il maggiordomo.
Banjo era molto preoccupato poiché l’apparecchio di Reika era scomparso dopo lo scontro con alcuni caccia meganoidi nella zona montuosa che circondava la città.
Toppy era zelante e pronto ad entrare in azione, mentre Beauty era restia all’idea di lasciare la compagna al proprio destino nonostante Banjo avesse più volte ribadito loro che la guerra contro i meganoidi doveva essere combattuta con risolutezza estrema, mettendo in conto anche di sacrificare la vita di un compagno se la situazione lo avesse richiesto.
Anche il ragazzo però stavolta appariva nervoso e impaziente e nei suoi occhi si poteva leggere la determinazione ad agire, accantonando ogni possibile cautela.

“Reika è lui”
“Si lo so Marine, ma…” rispose la giovane liceale castana alla sua amica con i codini e le lentiggini
“Non ti noterà mai se non ti fai avanti!” rispose con tono deciso la ragazzina tirando Reika per una manica e dirigendosi verso il gruppo di ragazzi per rompere il ghiaccio.
“Quanto invidio Marine”, pensava Reika “lei non ha mai nessun problema ad esprimere quello che prova e ha una propensione naturale a rapportarsi con la gente!”

I ricordi che ritornavano alla mente della ragazza, vennero bruscamente interrotti quando questa riprese bruscamente conoscenza, mentre veniva estratta dai soldati meganoidi dal rottame del proprio elicottero.
La voce della comandante del plotone le sembrava estremamente familiare…somigliava a quella di Marine! L’aspetto della donna cyborg però era totalmente diverso : alta, slanciata e dai lineamenti perfetti, ma con uno strano colore verdastro della pelle e dei capelli.
Ad un certo punto Reika strabuzzò gli occhi notando lo strano pendente che aveva al collo la meganoide.

“Specchio, specchio delle mie brame” ripeteva il comandante supremo della base meganoide mentre si rimirava nella tecnologica parete riflettente che adornava il muro della sala comandi.
Zeta era stata una scoperta di Lord Sandrake, che l’aveva resa una meganoide e aveva fatto in modo che la sua bellezza, che le aveva valso più volte il primo premio del concorso Miss Interbeauty, non fosse scalfita dallo scorrere del tempo. Alla morte di Sandrake, Zeta aveva assunto il suo ruolo nella gerarchia dell’impero.
“comandante Zeta, Don Zauker in video comunicazione” disse l’ancella, del tutto identica a Zeta nell’aspetto, ma dalla pelle colore di rossastro. Un’altra ancella con pelle e capelli viola se ne stava in disparte osservando la conversazione..
“Quali intenzioni ha Comandante Zeta! Domandò la glaciale Koros comparsa in videocomunicazione al fianco del trono di Don Zauker”. La gerarca stava infatti chiedendo conto a Zeta dello strano comportamento che aveva tenuto da quando era diventata comandante, prelevando numerose prigioniere e sottoponendole ad un’operazione diversa da quella dei soldati standard, operazione che rendeva i soggetti in tutto e per tutto simili a lei.
“Don Zauker, sapete che quello che ricerchiamo noi meganoidi è la perfezione.” rispose Zeta senza scomporsi “Lord Sandrake aveva riconosciuto in me questa perfezione! Quindi non c’è nulla di strano cheio mi basi sui miei parametri fisici per modellare i soldati!”
La calotta vitrea di Don Zauker si illuminò e questo emise uno strano rantolio. “Don Zauker le concede fiducia, ma ci faccia costantemente rapporto! sentenziò Koros chiudendo la videocomunicazione.
“Quella Koros è ridicola!” disse tra se e se Zeta, “si proclama la portavoce di una razza superiore e non si rende conto che non c’è nessuna superiorità della disomogeneità. Solo quando tutti saranno perfetti come me, la razza meganoide sarà superiore!” “Anzi non proprio come me” aggiunse la comandante rivolgendosi con disprezzo e derisione alle sue sottoposte “posso concedervi il mio aspetto, ma i colori ripugnanti delle vostre pelli serviranno a ricordare qual è l’unico e il solo originale!”
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Comandante Zeta

Banjo, Beuty e Toppy nel frattempo avevano fatto irruzione con la Match Patrol nella base meganoide e avevano ingaggiato uno scontro a fuoco con le soldatesse nemiche.
Nonostante le truppe di guardia sembrassero non finire mai e i rinforzi giungessero in continuazione attraversando come fantasmi le pareti specchiate del corridoio, alla fine il lanciamissili montato sul fucile di Banjo spianò la strada verso la sala comandi.
Avvicinandosi alla superficie riflettente, il ragazzo rimase però di sasso e altrettanto fecero Beauty e Toppy, che continuava a specchiarsi da varie posizioni sopraffatto dall’incredulità.
Non erano le loro immagini quelle riflesse dallo specchio, ma quelle di tre bellissime donne completamente nude e dai lunghi capelli.
Mentre Beauty sbraitava, lamentandosi di essere più bella, Banjo volse lo sguardo verso i resti delle soldatesse abbattute e in particolare verso di una, a cui l’esplosione aveva fatto saltare via il casco. Il suo volto era uguale a quello riflesso nello specchio!!
“Di cosa ti stupisci Haran Banjo?” disse la voce del comandante Zeta, affacciatasi dalla sala comando, che il sollevarsi di una saracinesca aveva reso ora visibile. “ben presto tutti quanti avranno una bellezza simile alla mia al posto dell’imperfezione dei loro corpi naturali!!”
Imprecando contro l’ennesima, abietta mostruosità partorita dalla mente meganoide, Banjo aprì il fuoco verso la comandante, che però trovò facilmente una via di fuga dirigendosi verso la macromacchina.

“il dispositivo per la conversione è pronto, ora lasciatemi sola con il soggetto ” disse il capitano dalla pelle verde che aveva catturato Reika congedando i suoi sottoposti che lasciarono, seppur con qualche riluttanza, la camera.
Le manette ai polsi di Reika si aprirono automaticamente lasciandola libera. Superato un primo momento di stupore, la ragazza si rivolse alla meganoide che le aveva dato le spalle esortandola a fuggire.
“Ho riconosciuto il pendente che porti al collo! È quello in cui hai conservato l’osso del tuo cane! Tu sei Marine!!” gridò Reika.
“Io sono solo un soldato scelto agli ordini del comandante Zeta” ribattè la verde “affrettati a scappare prima che cambi idea, tu non sei idonea per la conversione in cyborg!”
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Marine

Reika però non si fece demotivare dalle parole della donna e continuò ad incalzarla ricordandole i bei tempi quanto invidiava la sua originalità e la sua schiettezza e domandandole perché avesse deciso di cambiare il proprio aspetto diventando simile ad un algida e perfetta bambola.
Tutt’un tratto, la verde si accasciò a terra, mentre il suo corpo era scosso da spasmi.
La comandante Zeta, esposta ai raggi della macromacchina si era ingigantita assumendo la propria configurazione di megaborg, una gigantesca e bellissima donna robot la cui armatura sembrava composta da pietre preziose; al contempo anche le soldatesse, formate a sua immagine e somiglianza, stavano subendo una mutazione, trasformandosi però in deformi esseri che sembravano composti da un materiale bianco simile a quello delle stalattiti.
Sotto lo sguardo sconcertato di Reika anche Marine era diventato un mostruoso essere di roccia, rinnovando però all’amica l’invito a scappare.
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Megaborg Zeta

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Mostro Stallattite

“Daitarn Come Here!!” al richiamo di Banjo, il grande robot aveva fatto irruzione nella base assumendo la configurazione da battaglia.
Per Daitarn non fu troppo difficile avere ragione del megaborg Zeta, ben meno imponente e svantaggiato nel corpo a corpo. Proprio però quando il robot di Banjo aveva messo il nemico con le spalle al muro, su di lui si avventarono, come tanti giocatori di football, le creature rocciose perforando la corazza di Daitarn con gli aculei che spuntavano dai loro corpi.
Colpite in pieno al raggio di Zeta, le donne stalattite ne amplificarono il potere riversandolo su Daitarn.
Banjo gemeva dal dolore, ma ebbe la prontezza di azionare la trasformazione in carrarmato del robot “Change Daitank”.
Il Daitank riuscì ad aprirsi un varco tra i corpi rocciosi che lo stavano schiacciando e a sparare un colpo di cannone contro Zeta, che però riuscì agilmente ad evitarlo.
Proprio in quel momento la fronte del megaborg fu colpita da una scheggia luccicante.
“Quello..quello è l’osso del cane di Marine!!” gridò Reika sporgendosi dalla parete rocciosa dietro alla quale aveva trovato riparo.
“Tu miserabile copia cosa pensi di fare contro la perfezione del tuo originale!!” gridò Zeta.
“Sei tu ad avermi reso una tua copia! Ma io sono Marine, io ho la mia personalità, le mie caratteristiche e tu non potrai mai cancellarle” ribattè la gigante di stalattite gettandosi sulla propria creatrice e infilzandola con i suoi aculei.
“Non c’è un momento da perdere!” esclamo Banjo mentre Daitarn riassumeva la propria configurazione da robot.
“No Banjo non farlo, Marine è!!” gridò disperatamente Reika.
Il Sun Attack però centrò in pieno la schiena del mostro roccioso e la oltrepasso raggiungendo il petto di Zeta”.
“Non sono io ad ucciderti, ma la rabbia di tutte le donne vittime della tua abominevole vanità! Perdonami Marine! Daitarn Crash!!”
La base meganoide fu squassata dal fungo atomico dell’esplosione del megaborg.

Sulla pila di resti del corpo roccioso dell’amica, Reika appese mestamente il pendente con dentro l’osso dell’amato cane. Marine non era bella, era un po’ stravagante, ma era riuscita a vivere con dignità e a farsi valere rimanendo se stessa, fino a quando qualcuno si era arrogato il diritto di trasformarla in qualcosa che riteneva migliore!

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20
Il prezzo della vita


L’Avio Match sfrecciava velocemente nei cieli dirigendosi verso la Deathbattle dei meganoidi.
Sembrava un pomeriggio come gli altri e Banjo se ne stava pigramente sdraiato su un divano a leggere una rivista quando una notizia lo fede drizzare di colpo : Garrison aveva captato un SOS da parte di un certo Minamoto in fuga da Marte su una capsula spaziale.
Minamoto, il primo collaboratore di suo padre, l’unico che avrebbe potuto rivelargli fino in fondo la verità sulla ribellione dei cyborg e sulla nascita della civiltà meganoide. Certo i militari della colonia marziana, forti del loro nuovo corpo meccanico, avevano mosso guerra al governo terrestre, ma come aveva fatto Don Zauker, un semplice robot dotato di intelligenza artificiale costruito per scopi bellici, a diventare il loro capo? Chi o cosa si nascondeva dietro questa figura?

La capsula di Minamoto era stata però intercettata da una fortezza mobile meganoide ed era stata catturata dai suoi tentacoli. Banjo doveva essere molto abile per aggirare i sistemi di difesa della Deathbattle e penetrarvi.
L’Avio Match dopo essersi aperta un varco nel punto cieco della fortezza, vi aveva fatto irruzione e Banjo, sceso dall’abitacolo, aveva fatto fuori i soldati meganoidi nella sala di controllo.
Solo il comandante, nascosto dietro ad un vetro speciale, era uscito illeso irridendo il giovane Haran.
“Generale Jamitov” esclamò Banjo riconoscendo l’anziano uomo sotto l’elmo rotondo, ma il meganoide lo corresse affermando che il proprio nome ora era Don Haun, guardia imperiale scelta agli ordini di Don Zauker.
Le invettive di Banjo contro il traditore che aveva venduto l’anima alle macchine venne prontamente stoppata da una fredda domanda di Don Haun : e a Kasha cosa lei hai detto quando l’hai uccisa?”
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Don Haun

Fuori di se dalla collera, Banjo montò un piccolo lanciamissili sul lato del proprio fucile e sparò in direzione della cabina di Don Haun, lasciando al suo posto solo un enorme cratere.
Sebbene la guardia imperiale fosse comunque riuscita a trovare una via di fuga, Banjo sfruttò l’enorme crepa che aveva provocato per calarsi nei meandri della Deathbattle fino a raggiungere il luogo dove era stipata la capsula di Minamoto.
Nel rivedere l’assistente del padre, Banjo rimase nuovamente scosso nel notare quanto era invecchiato e provato fisicamente. Quell’uomo, che pur aveva messo presto i capelli grigi, ora sembrava dimostrare il doppio dell’età che effettivamente aveva.
“E’ quello che succede al corpo umano al contrario di quello dei meganoidi” affermò Minamoto intuendo il perché dell’espressione stupita sul volto di Banjo.
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Minamoto
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Don Haun messosi in salvo su una navicella di fuga si mise in video contatto con Marte.
“Se l’è lasciato sfuggire” esclamò glacialmente Koros in piedi al fianco del trono di Don Zauker “Minamoto, quell’essere disgustoso che si è rifiutato di diventare un meganoide per non rinunciare ai piaceri della carne!”
Alla domanda di Don Haun sul perché Don Zauker si interessasse così tanto di un essere così deprecabile, la teca di vetro che conteneva il cervello del sovrano si illuminò e questo emise un rantolio
“Minamoto è uno degli scienziati più validi alle nostre dipendenze” rispose Koros “inoltre quello che ha trafugato da Marte deve assolutamente tornare nelle nostre mani”.
Don Haun sull’attenti garantì che sarebbe riuscito nell’impresa, dopodiché chiuse la comunicazione.

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Banjo intanto si era interessato della sorte del fuggiasco Minamoto fino a quando non si inasprì scoprendo che per tutto quel tempo aveva lavorato come tecnico a servizio dei meganoidi. L’attempato ricercatore cercò di discolparsi affermando che se aveva servito i meganoidi lo aveva fatto solo per salvare la propria vita e aggiunse che era fuggito da Marte quando Don Zauker gli aveva chiesto di creare un nuovo modello di androide, modello che ha portato con se e che ora intendeva dare a Banjo.
Il ragazzo rimase scettico non capendo cosa intendesse Minamoto e perché volesse “portargli in dono un meganoide”, ma Minamoto precisò subito che i due prototipi che aveva realizzato, contenuti nelle due grosse capsule cilindriche alle sue spalle, non erano dei cyborg ma degli androidi costruiti con gli avanzati corpi artificiali degli attuali meganoidi, ma dotati di un cervello sintetico come quello dei primi androidi realizzati dal professor Haran.
Ad opinione di Koros, infatti, gran parte dei fallimenti riportati dai comandanti era da attribuire al loro cervello umano, ma, creando un essere evoluto dotato di un cervello sintetico che avrebbe obbedito solo a chi lo aveva programmato, si sarebbe potuto ottenere il guerriero definitivo.
Banjo non era per nulla rincuorato dalle parole di Minamoto : “se quei due esseri sono dotati del cervello sintetico creato da mio padre vuol dire che questo è un cervello di tipologia Magellan! Lo stesso di Don Zauker!”
Minamoto aveva trafugato i due modelli Special 1 e Special 2 ed era disposto a consegnarli a Banjo se questo lo avesse nascosto sulla Terra e difeso dalle ritorsioni dei meganoidi. Negli ospedali terrestri era sempre più praticato il trapianto di organi artificiali e Minamoto era un esperto in quel campo, Banjo grazie alle proprie risorse avrebbe potuto facilmente dargli una nuova identità e un nuovo lavoro permettendogli di vivere in pace.
“Tu sei un pazzo!” inveisce Banjo “prima hai tradito gli umani lavorando per i meganoidi e ora pretendi che ti protegga, ti dia una nuova vita in cambio di questi mostri?”. Il ragazzo era fuori di se e aggiunse che se i due special erano dotati dello stesso cervello di Don Zauker, il dominatore di Marte, non c’era nessuna garanzia che obbedissero a chi li avesse programmati.
“Non è così” si difese Minamoto “il caso di Don Zauker è diverso, lui è diventato tale perché nel suo cervello Magellan è stata trasferita la coscienza di tuo..”.
Lo scienziato non riuscì a finire la frase, le due capsule cilindriche si aprirono improvvisamente facendo uscire Special 1 e Special 2, due creature, una gialla e l’altra verde, totalmente glabre, prive di testa e con un gigantesco occhio al centro del corpo. I due mostri si avventarono su Banjo e Minamoto.
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Special 1
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Special 2

“Qualcuno deve aver azionato il sistema di apertura” esclamò Minamoto “con la programmazione originale loro ci vedono come loro nemici!”
Banjo dopo aver sparato inutilmente una raffica di mitra attutita dalla particolare pelle dei due Special, afferrò Minamoto dichiarando che d’ora in avanti si sarebbe dovuto considerare suo ostaggio, dopodiché si diresse di corsa con lui verso la Match Patrol.

Il velivolo di Banjo era riuscito a lasciare la Deathbattle, ma un’amara sorpresa attendeva il ragazzo : quello che riteneva essere Minamoto improvvisamente cominciò a mutare forma assumendo quella di Special 2, dalla sua pelle verde e trasparente era ora chiaramente visibile il globo meccanico che ne conteneva il cervello artifiale.
L’androide allungando le proprie braccia tentò di strangolare Banjo, ma questo riuscì a divincolarsi e infine a espellerlo dalla cabina di pilotaggio aprendo il tettuccio e azionando il sedile eiettabile.
La creatura però non precipitò nel vuoto, ingigantendo invece le proprie dimensioni come un megaborg, pur non modificando il proprio aspetto.
“Daitarn Come Here”, era venuto il momento di combattere il fuoco con il fuoco e Banjo, dopo aver chiamato tramite il controllo a distanza l’astronave Daifghter, si inserì in questa facendole assumere la configurazione robot da combattimento. “Daitarn 3!”

Lo scontro con Special 2 si rivelò più difficile del previsto : oltre ad allungare il proprio corpo a piacimento, lo strano megaborg era in grado anche di rigenerare ogni tipo di ferita, perfino gli arti tagliati.
Anche una scarica di Sun Attack fu facilmente evitata da Special 2 con un contorsionistico e gommoso movimento del corpo.
Ma non era finita : anche il giallo Special 1 si era ingigantito e aveva lasciato la Deathbattle. La caratteristica di questo Megaborg era quella di generare calore dal proprio corpo e la usò per avvinghiare Daitarn e tentare di squagliarlo.
La mossa dello special però gli si ritorse contro in quanto la distanza ravvicinata lo rese un facile bersaglio per il Sun Attack.
Colpito in pieno, Special 1 utilizzò le sue ultime forze per lanciarsi in un attacco kamikaze e disintegrarsi insieme ad una gamba del Daitarn.
Privo di arto e poggiandosi malfermo sul Daitarn Javelin, il robot di Banjo fu avvinghiato da Special 2 che allungò il proprio corpo avvolgendo l’avversario come un serpente.
Con un colpo di lancia, Daitarn tagliò in due il mebaborg riuscendo a liberarsi, ma le due parti di questo immediatamente si rincollarono tra loro.
A Banjo non restava che un’ultima disperata mossa : lanciare un doppio attacco solare. Proprio come le due palle di un biliardo, i due globi iridescenti del Sun Attack si urtarono tra loro deviando la propria traiettoria proprio in direzione della deformazione attuata da Special 2 per schivarle.
Dopo essere stato centrato da un primo proiettile luminoso, il megaborg fu facilmente raggiunto dal secondo e finito con un doppio calcio di Daitarn nelle zone già colpite.
Special 2 esplose.

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Un nuovo contingente di soldati intanto aveva ripreso il controllo della Deathbattle e ricatturato Minamoto, rimasto a bordo.
Koros dallo schermo stava dando alle truppe l’ordine di rientro su Marte quando si accorse che uno dopo l’altro i suoi soldati stavano cadendo sotto il fuoco di un mitra che Minamoto aveva strappato ad uno di essi.
I rimanenti soldati risposero al fuoco ferendo lo scienziato, ma questo continuò a sparare disperatamente bersagliando anche l’immagine di Koros sullo schermo, ignorando gli inviti di lei a calmarsi e appellandola come maledetta
Era stato sfruttato dai meganoidi, rifiutato da Banjo, a Minamoto non restava altro che la frustrazione e la vendetta. In un ultimo atto di ripicca, il ricercatore premette il pulsante di espulsione rilasciando una piccola capsula cilindrica dell’atmosfera terrestre; al suo interno c’era l’ultimo prototipo rimasto di cervello artificiale Magellan.

Koros voltò le spalle di fronte allo spettacolo della Deathbattle che lasciava l’atmosfera terrestre per disperdersi nello spazio con il morente Minamoto. Non era tanto la perdita dei modelli special il motivo del cruccio della gerarca, per lei quell’uomo rappresentava l’ultima speranza per curare Don Zauker e cercare di ridestarlo dal suo stato di catalessi.
Anche Banjo osservava con la stessa amarezza Minamoto che si allontanava per sempre dalla Terra. La scomparsa di una figura così controversa forse poteva rappresentare un bene per l’umanità, ma Banjo non riusciva a dimenticare che quell’uomo gli era stato vicino più un padre durante l’infanzia e che lo aveva protetto dai primi cyborg ribelli.
Al ragazzo però non restava che trattenere le lacrime. Finchè un modello di cervello Magellan fosse rimasto sulla Terra questo avrebbe rappresentato un grave pericolo e andava pertanto individuato e distrutto il prima possibile.

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Nel frattempo la navicella di Don Haun non aveva fatto ritorno su Marte ma aveva trovato rifugio in una base segreta nel Cross Karakorum sull’Himalaya.
Qui ad attenderlo c’era l’allampanato comandante Anton, un membro molto discusso dell’esercito meganoide che aveva una passione smodata per le macchine da guerra ed era solito fare un uso improprio dei soldati impiegandoli anche per mansioni a cui non erano destinati; per lui qualunque cosa o persona era un “ingranaggio” o un pezzo intercambiabile.
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Comandante Anton

Anton azionò un comando facendo aprire la vota del laboratorio sotterraneo e mostrando due robot giganteschi simili a Daitarn. Il primo aveva una sorta di maschera sul volto ed il petto privo di decorazioni, il secondo un volto umanoide come quello del robot di Banjo e una stella incastonata all’altezza dello sterno. Entrambi intorno alla sfera al centro della forte avevano una raggiera
“Inizialmente il Daitarn era stato costruito da noi meganoidi per effettuare dei test” espose Anton “successivamente Haran Banjo rubò il prototipo e lo modificò per farne il suo personale robot da guerra. Partendo dallo stesso progetto non è stato difficile anche per noi creare dei robot simili a suo”.
Don Haun si mostrò soddisfatto del lavoro svolto, con questi robot sarebbe stato possibile uccidere Banjo e occupare la Terra facendone il più grande serbatoio di umani da trasformare in soldati, ma non per Koros e Don Zauker.
“Dannata” disse tra se e se Don Haun “so che sei stata tu ad uccidere la mia piccolina, ma vedrai! Con il mio nuovo esercito arriverò su Marte e lo sottometterò dando la morte anche a te e a quel fantoccio in cui hai trasferito la coscienza del tuo amato!”
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21
Solo una mente viva può morire


La guerra tra umani e meganoidi aveva raggiunto la sua fase più calda e il conflitto era ormai esteso a tutto il globo.
Contrariamente ai pronostici però il conflitto volgeva favorevolmente dalla parte degli uomini, non solo per la presenza di Daitarn 3, ma anche per una serie di vittorie riportate nel pacifico dalle flotte della Nazioni Unite, grazie al genio tattico del generale James Okita che era riuscito ad abbattere ben cinque Deathbattle
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Ammiraglio James Okita

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“Insomma papà fin quando dovremo aspettare” esclamò Beauty stizzita al genitore, un ometto grassoccio e dai folti baffi. Il facoltoso industriale invitò placidamente la figlia a calmarsi, ma un sorriso di sottecchi di Reika irritò nuovamente Beauty dando vita all’ennesimo litigio tra le due ragazze davanti ai costernati Banjo e Garrison.
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Signor Tachibana

Banjo era comunque molto interessato alle ultime armi varate dal Comando della Difesa e chiese informazioni a Tachibana sugli ultimi modelli di Mobil Suit realizzati. La guerra infatti non si svolgeva solo sul fronte marino o aereo e, nel caso le truppe meganoidi fossero riuscite a sbarcare, era necessario tenerle testa anche sulla terra ferma
“Wow, ma, ma quello sembra Daitarn” esclamò sorpreso Toppy nel vedere il nuovo Mobil Suit esposto nella base.
La somiglianza dell’unità, chiamata Gunboy, con il suo robot stupì anche Banjo. “Beh non è che un omaggio al nostro eroe in fondo” disse Tachibana.
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Gunboy

Una voce anziana però invitò il gruppo a bordo facendo scendere il ponte mobile che permetteva l’accesso alla futuristica corazzata su cui erano stati stipati i robot da combattimento.
L’ammiraglio James Okita voleva conoscere di persona il famoso Haran Banjo e i suoi compagni e li guidò fino alla cabina centrale. Il giovane Haran era però molto insospettito dal fatto che il militare non si fosse vivo di persona ma comunicasse con loro attraverso dei particolari interfono sormontati da un piccolo globo simile ad occhio meccanico.
Banjo però dovette ben presto rimandare le perplessità a dopo : una Detath Battle aveva lanciato un bombardamento repentino alla corazzata proprio nel momento del varo.

“Daitarn Come Here” Banjo era pronto a combattere e, grazie alle armi del suo robot, non gli fu particolarmente difficile abbattere alcuni dei caccia bombardieri rilasciati dalla fortezza nemica. Ben più arduo si rivelò lo scontro con la Dearthbattle, sia perché era pesantemente armata, sia per l’abilità del comandante.
Prima che Daitarn fosse costretto a ricorrere al Sun Attack però i cannoni al plasma della corazzata terrestre si attivarono riuscendo ad aprire una falla nella nave meganoide.

A bordo della Deathbattle il comandante Katroff, impreco sotto i suoi folti baffi, invitando però nel contempo i soldati a mantenere la calma. Penetrare nella corazzata era prioritario e Katroff lo sapeva bene.
Pochi giorni prima era stato chiamato a rapporto da Koros che gli aveva affidato la missione di recuperare il cervello artificiale Magellan recuperato dall’esercito terrestre e connesso al computer centrale dell’avveniristica nave da guerra.
Katroff stupito dalla richiesta della gerarca, le domandò perché non far esplodere la nave con tutto il cervello anzicchè impiegare tempo e risorse in un’operazione meticolosa e rischiosa come il recupero del Magellan.
“La risposta la dovrebbe immaginare” rispose freddamente Koros. Fino a quel momento si erano registrati numerosi fallimenti a causa dell’indisciplina dei comandanti, pertanto dotare un corpo meganoide di un cervello artificiale preprogrammato che non si ribellasse agli ordini, avrebbe permesso ai meganoidi di perfezionarsi e diventare più forti.
“Su chi intendete montare il cervello Magellan?” chiese Katroff con un filo di preoccupazione. Il comandante sapeva infatti che per le proprie doti militari e fisiche e per il fatto di non possedere una memoria, in quanto soggetto reticente al momento della conversione, lui era il candidato ideale.
Katroff detestava l’idea di diventare una macchina a tutti gli effetti. Non aveva ricordi della propria vita da umano, questo è vero, però ne aveva accumulati ormai di numerosi nella sua nuova vita da cyborg, andava fiero della propria capacità di giudizio e della propria abilità che gli avevano permesso di assurgere al grado di comandante. L’idea di diventare un tutt’uno con il Magellan lo ripugnava e il fatto che la corazzata ora li stesse attaccando gli dava l’insperata possibilità di distruggere lei e il cervello artificiale una volta per tutte.

Gli eventi presero una piega inattesa quando l’ammiraglio Okita ordinò di cessare l’attacco e invitò anche il comandante Katroff a raggiungerlo sul ponte di comando della corazzata.
Ne Banjo ne Katroff rimasero però troppo stupiti nel vedere il cervello artificiale custodito in una teca di vetro che era collocato al centro della corazzata.
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Magellan

“Sapevo che c’era qualcosa di strano” disse sprezzantemente Banjo “avevo raccolto alcune informazioni secondo cui il grande ammiraglio Okita era gravemente malato”
“Sbagli” ribattè il cervello artificiale “il corpo umano è debole e transitorio, per questo prima di morire ho trasferito la mia coscienza dentro a questo computer”.
“E cosa diavolo vuoi da me?” chiese furioso Katroff, a cui il Magellan Okita rispose senza turbarsi : “voi meganoidi siete dei cyborg e vi ritenete degli esseri superiori, pertanto è necessario che io vi elimini e allontanarti dalla tua Deathbattle era il modo più sicuro di farlo. Non può esistere che un unico Dio!”
Banjo scoppiò a ridere : i meganoidi si credevano una razza superiore e ora anche Okita si paragonava ad una divinità; per lui avevano entrambi ceduto alla stessa degenerata utopia propugnata da suo padre.
Katroff però non prese bene le provocazioni di Banjo, affermando di essere diverso da un Magellan e aggiungendo che glie lo avrebbe dimostrato.
Fattosi largo tra i laser disseminati tra i corridoi della corazzata, Katroff si gettò in mare aperto azionando il proprio macro dispositivo da polso e trasformandosi in megaborg.
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Megaborg Katroff

Lo scontro tra la corazzata Magellan e il megaborg Katroff si rivelò però impari e il comandante riuscì ad evitare la fine sganciando la testa dal proprio corpo, liquefatto da un colpo di cannone al plasma.
Katroff riconfigurò la propria testa in modo che le trivelle disposte ai lati e sulla sommità dell’elmo formassero un triangolo mortale, dopodiché si lanciò in un attacco kamikaze contro l’ammiraglia riuscendo ripetutamente squarciarne lo scafo e a trapassarla da parte a parte.
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Okita però non era per niente preoccupato, la teca che conteneva il suo cervello avrebbe potuto resistere anche alla bomba h e finchè questo fosse rimasto illeso, avrebbe potuto impiantarlo su qualunque altra corazzata o mezzo futuristico.
Banjo però sapeva bene che un cervello sintetico per vivere aveva comunque bisogno di un supporto vitale, lo sapeva perchè era presente il giorno in cui suo padre montò il primo prototipo su Don Zauker, e questo supporto nel caso di Okita era la cabina centrale stessa, munita dei pannelli di comando attraverso cui il cervello Magellan poteva impartire i suoi comandi.
Banjo cominciò a bersagliare a colpi di mitra i pannelli, mentre il cervello si dimenava disperatamente all’interno della propria teca di vetro, quasi nel tentativo irrazionale di fuggire da quella che, da involucro protettivo, si era trasformata nella sua prigione.
Dopo pochi minuti era cessata ogni attività, il cervello artificiale Magellan era morto e con esso la coscienza dell’ammiraglio Okita.

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Su una spiaggia poco distante, la testa del megaborg Katroff aveva riassunto le proprie fattezze umane. Appoggiato ad uno scoglio e mentre fissava i gabbiani che volavano verso il tramonto, alla mente del meganoide riaffiorarono tutti i ricordi di infanzia che gli erano stati cancellati con l’operazione di conversione in cyborg. Un sorriso affiorò sul volto stanco e ormai arrivato al limite di Katroff che si spense felice di aver finalmente ritrovato la propria identità perduta.

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Sebbene danneggiata, la corazzata terrestre era salva e con essa i Mobil Suit che trasportava.
Il signor Tachibana aveva stretto un accordo vantaggioso con l’esercito e non poteva fare a meno di gongolare per il fruttuoso affare andato in porto.
“Mio padre non cambierà mai” sospirò Beauty ad un assorto Banjo
“Stai pensando a quel comandante, Katroff, verò?” chiese Reika
“Già” ribattè Banjo “sono stato davvero fortunato a non doverlo affrontare in battaglia!”
“Ti capisco un uomo pronto a tutto pur di vincere è…”, “no” Banjo interruppe Reika
“Un meganoide non è più e non potrà essere mai più considerato un uomo”.
Banjo però era ignaro dei patimenti di Katroff, del suo desiderio di mantenere una propria coscienza e dei ricordi che aveva ritrovato poco prima di morire.

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Il cadavere di Katroff, intorno a cui si erano appollaiati diversi gabbiani, fu ritrovato sulla spiaggia dalla diletta Mazzony che come lui era stata privata della memoria e che proprio lui aveva forgiato rendendola un’abile guerriera e un comandante.
“Di solito disprezzo gli uomini e la loro vanagloria, così come disprezzo le macchine come quella che sono stata costretta a diventare” affermò la comandante con un filo di voce “ma tu eri diverso…tu per me eri come un padre!.
Poi Mazzony si rivolse alla giovane ragazza bionda che la accompagnava : “guarda bene come è morto e vissuto quest’uomo, non un meganoide, non un umano, ma prima di tutto un guerriero, perché la vita di ognuno è una battaglia. Rammentalo affinchè anche tu possa trovare il coraggio per combattere la tua Russian”

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22
La Guerra dei Daitarn


Il conflitto aveva raggiunto delle dimensioni e un’estensione preoccupanti. Il piano delle Nazioni Unite di tenere lontane le Deathbattle dalla terra ferma per mezzo della marina aveva funzionato per un po’, ma poi i meganoidi erano riusciti a sbarcare in più punti.
Nella guerra i Mobil Suit avevano avuto sempre più spazio, nonostante il grande impiego della guerriglia e dei servizi segreti per colpire il nemico dentro la sua tana. Le città spesso venivano devastante dagli scontri tra i giganti di metallo e aumentarono gli sfollati, ma il fenomeno più preoccupante riguardava il comportamento che entrambe le fazioni avevano tenuto nelle zone occupate : se i meganoidi erano soliti convertire gli abitanti in soldati cyborg all’interno dei loro laboratori, l’esercito terrestre aveva cominciato a reclutare, a volte forzatamente, a volte attraverso un’abile propaganda, i civili come piloti di mezzi bellici.
Per gli sfollati entrare a far parte dell’esercito significava avere un riparo e da mangiare, ma si era diffusa anche una profonda ostilità verso le forze armate con tanto di manifestazioni in piazza e vari atti di vandalismo.
Sebbene le Nazioni Unite continuassero a mantenere il proprio vantaggio, molte parti del globo si erano trasformate in colonie meganoidi e altre in terra di nessuno dominate dalla delinquenza e dall’anarchia.

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Sempre più preoccupazione destava un gruppo di meganoidi, composto unicamente da cyborg donne e solite utilizzare cavalli veri e armi rudimentali come archi, frecce e lance, nei loro assedi.
Il comandante Mazzony, era riuscita ad addestrare un esercito esemplare, ma le sue idee anticonvenzionali le avevano provocato diversi richiami da parte di Koros che tuttavia, visti i successi ottenuti in battaglia, aveva preferito non rimuovere la comandante dal suo ruolo.
L’errore che però decretò la sconfitta di Mazzony fu la sua iniziativa di guidare un attacco verso il Giappone, attacco volto a vendicare il proprio mentore, Katroff e far uscire Haran Banjo allo scoperto.
Questa manovra si rivelò vantaggiosa anche per l’esercito terrestre e per la sua propaganda di arruolamento : ai ragazzi serviva un simbolo che li motivasse ad entrare nell’esercito e quale miglior simbolo di Daitarn 3 che affronta i meganoidi per difendere la propria patria?

In verità i mezzi di Banjo si rivelarono decisamente superiori a quelli di Mazzony e il Daitarn fu utilizzato solo per fronteggiare i vascelli a forma di cavallo in forza alle meganoidi e successivamente la stessa Mazzony trasformatasi in megaborg.
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Megaborg Mazzony

La donna però, vedendo di avere la peggio con il possente robot, riassunse le fattezze umane e chiese di poter affrontare Banjo in un duello corpo a corpo, utilizzando soltanto una lancia e i cavalli.
“Non farlo Banjo, vuole solo tenderti una trappola!” lo ammonì Beauty
“Già la forza di un uomo è nettamente inferiore a quella di un meganoide!” esclamò Reika.
Il giovane Haran però sembrava deciso ad accettare le condizioni dell’avversaria.

I cavalli si lanciarono uno contro l’altro come in una giostra medioevale, Banjo evitò la carica di Mazzony saltando dal cavallo con un balzo acrobatico e trafiggendola con un colpo di lancia in mezzo alle scapole.
“Sei un bastardo Haran Banjo ma ti ringrazio di avermi permesso di morire come un essere umano” disse Mazzony con un filo di voce prima di spirare.
Tra le fila di Mazzony, una giovane soldatessa bionda corse incontro alla sua comandante.
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Russian

“Perché, perché lo hai fatto” chiese disperatamente Russian “sapevi bene che il comandante Mazzony aveva riportato un grave danno al fianco durante lo scontro con Daitarn, perché le hai permesso di combattere sciogliendo la trasformazione?”
“E’ quello che mi ha chiesto lei” ribatteè freddamente Banjo “una lurida meganoide che sceglie di morire come un essere umano e tu mi accusi essere stato scorretto verso una creatura il cui corpo, anche se ferito, era comunque molto più forte del mio?
Detto questo, Banjo piantò la lancia nel terreno e diede le spalle a Russian che era rimasta senza parole. Il feroce spettacolo aveva lasciato ammutoliti anche Beauty, Reika e Toppy.
“Perché” si chiese Banjo tra se e se “perché questi dannati cyborg non fanno altro che parlare dei loro sentimenti, mentre io non riesco più a provarne? E’ come se si divertissero a ricordarmi che nonostante i circuiti che hanno nel loro corpo sono più umani di me!”

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Intanto Koros su Marte era fortemente preoccupata per lo svolgimento degli eventi : le risorse stavano diventando insufficienti e inoltre il fatto che il conflitto si fosse spostato interamente sulla Terra e fosse diventato così serrato aveva dato troppo potere decisionale a Don Haun.
“Quel maledetto conosce il segreto che mi lega a Don Zauker..inoltre non mi fido affatto di lui”.
Certo sarebbe stato possibile mandare nuove truppe da Marte e da Zion e riprendere il controllo della situazione, ma nello stato attuale sarebbe stato troppo dispendioso e avrebbe indebolito Marte esponendolo al rischio di possibili attacchi.

Tali considerazioni erano le stesse che stava facendo, con ben altro spirito, Don Haun. La guardia imperiale era pronta a dare il via al proprio piano e per questo chiamò a rapporto i comandanti meganoidi che controllavano le zone da lui occupate : Tors, Brudle, Daston e Gal, ordinando loro di tenersi pronti al momento opportuno; dopodiché si rivolse ad Anton dicendogli che era giunto il momento do far scendere i Daitarn sul campo di battaglia
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Le incursioni dei due Daitarn meganoidi avvennero in diverse città : arrivati sul luogo in modalità astronave come il Daifighter, avevano assunto la configurazione di robot e avevano cominciato a portare il proprio attacco indiscriminato. Possedevano tutte le armi dell’originale e uno si differenziava da questo per i ventagli argentati anzicchè gialli, l’altro per la stella sul petto più piccola, in grado però di essere utilizzata come boomerang o arma da lancio.
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La maggior parte della popolazione, che non aveva mai visto Daitarn 3 di persona e lo conosceva solo dalle notizie dei media o dalle sequenze di battaglia riprese dal telegiornale, in un primo momento pensò che si trattasse davvero del robot di Banjo, magari assoldato in una guerra tra due paesi industrializzati.
Comunque l’operazione psicologica era riuscita e Daitarn, da protettore del genere umano, cominciò a essere visto da molti come un nemico, accusandolo, se non direttamente degli attacchi, almeno dei numerosi danni collaterali provocati alle città durante le sue battaglie.
Numerosi furono i cortei di protesta e anche la villa di Banjo fu oggetto di alcuni atti vandalici.

Banjo in preda alla furia stritolò il bicchiere da cockail che teneva in mano ferendosi e sanguinando vistosamente sul tappeto.
“Visto che Daitarn è un derivato di un prototipo in dotazione ai meganoidi non era da escludere che potessero costruirne uno anche loro” affermò con tono turbato ma sempre professionale Garrison “l’unica cosa che mi stupisce è che ci abbiano messo così poco tempo”.
Daitarn restava comunque più potente di ogni imitazione per un qualcosa di unico : il Sun Attack. “I meganoidi non possono aver replicato anche quello?” chiese veementemente Banjo al professor Hisaemon Kamikita, convocato con urgenza alla villa.
“Non lo escludo” rispose lo scienziato “Gli unici ad aver portato avanti studi di questo tipo siamo stati io e Sunder e ora che lui è morto…”
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Professor Hisaemon Kamikita

Proprio in quel momento i due malefici Daitarn atterrarono sul suolo giapponese, mentre un messaggio video invitava Banjo a scontrarsi con loro.
Questa era l’unica occasione per distruggere le copie e riaffermare definitivamente il proprio ruolo di salvatore e Banjo non era certo disposto a tirarsi indietro nonostante l’apprensione di Beauty, Reika e Toppy.
“Ma signore, Daitarn 3 potrà anche possedere il Sun Attack, però per il resto..” osservò Garrison
“Già quei due robot sono dotati della stessa potenza e delle stesse armi del tuo robot e prima di poter usare l’attacco solare ti troveresti ad affrontare una lotta impari” precisò Kamikita.
“Non ha importanza” ribattè Banjo lasciando la sala comando e dirigendosi all’hangar del proprio robot.
“Mother aggiornami sullo stato attuale del Daitarn, poi forniscimi informazioni dettagliate sui due robot nemici” chiese Banjo al compuer. In realtà queste informazioni erano superflue, poichè il ragazzo conosceva benissimo la situazione, ma sentire il resoconto del cervello elettronico programmato con la voce della madre gli dava un senso di serenità mentre stava andando incontro ad un concreo pericolo di morte.
“Mamma l’ultima volta che ho sentito la tua voce, mi invitavi a scappare e a vivere senza problemi una vita pacifica con loro che mi avevi donato. Perdonami se ho scelto di combattere fino all’ultimo!”

Purtroppo lo scontro prese la piega prevista da Garrison e Kamikita e dopo uno scontro serrato Banjo fu sopraffatto dal sovrannumero del nemico. Privato di un braccio e trafitto e inchiodato al suolo dalla lancia di un dei due Daitarn, il robot di Banjo fu bombardato dagli attacchi al plasma, che i due automi scagliavano dal centro del loro diadema al posto dell’attacco solare, sotto lo sguardo sghignazzante di Anton che osservava la sena in piedi su una specie di carrarmato hovercraft

Anche Don Haun stava assistendo alla battaglia con godimento “Kasha il ragazzo che ti ha fatto tanto soffrire sta finalmente per essere ucciso e dopo toccherà anche a Koros e Don Zauker!”
Nel frattempo i comandanti attivarono la macromutazione.
La popolazione fuggì in preda al panico dalla città costiera sottoposta all’attacco di ben quattro megaborg!
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Proprio mentre Banjo era ormai rassegnato a ricevere il colpo di grazia, un boomerang a forma di stella colpì alla mano uno dei due Daitarn nemici disarmandolo della spada che stava per affondare nell’avversario.
Banjo incredulo alzò lo sguardo per vedere chi lo aveva salvato; quello che aveva davanti non era un Mobil Suit ne un Daitarn ma sembrava riunire le caratteristiche di entrambi.
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Red Comet

“Penso che tu abbia fatto l’eroe a sufficienza e poi se ti facessi ammazzare ora per me sarebbe una seccatura”.
Banjo riconobbe la voce del pilota del robot : Char Aznable.
Quindi anche Char in segreto aveva costruito un robot basato sul Daitarn, ma furbo com’era, aveva aspettato il momento giusto per entrare in azione.
Anche se sospettoso verso il suo ambiguo alleato, Banjo trovò conveniente unire le forze contro il comune nemico e azionò la trasformazione in Daitank in modo da ridurre al minimo l’handicap dovuto al danni subiti.
Mentre il carrarmato di Banjo bombardava uno dei due Daitarn, il robot di Char, il Red Comet, intraprese uno scontro corpo a corpo con l’altro.
“Sono sicuro che a pilotare i robot sono comuni soldati meganoidi” affermò Char. Banjo restò sorpreso da quanto aveva sentito, ma capì benissimo cosa fare : dopo aver fatto incagliare il Daitarn nemico contro le rocce, il ragazzo scese dal proprio mecha e, utilizzando un rampino, si agganciò a quello meganoide, scalandolo e raggiungendo la sala di comando, dopodichè freddò prontamente il pilota con un colpo di pistola.
La situazione ora si era invertita, Banjo aveva preso il comando di uno dei due Daitarn e lui e Char tenevano sotto scacco quello rimanente.
In preda al panico,il soldato che ne era ai comandi si gettò fuori dall’abitacolo, facendo un paio di bracciate a rana nel vuoto prima di precipitare.
“Idiota che cosa hai fatto” sbraitò Anton che però venne squassato e gettato al suolo da un missile che colpì il suo velivolo.
“Questo è quello ti meriti per aver dato in mano un robot tanto potente ad un semplice soldato” disse Banjo prima di spiaccicare il comandante meganoide sotto il piede del Daitarn.

Lo scontro con i due Daitarn meganoidi era finito, ma la minaccia incombeva ancora : i quattro Megaborg stavano radendo al suolo la città!
Non c’era un minuto da perdere e bisognava mettere in atto un piano di emergenza.
Seguendo le indicazioni via radio di Banjo, Beauty e Reika raggiunsero la costa con i loro elicotteri e balzarono ai comandi dei due Daitarn. A Toppy invece fu affidato il Gunnboy, ma con esso anche l’incarico più rischioso : quello di fare da esca e di attirare i Megaborg verso l’anfratto roccioso uno alla volta in modo che potessero essere abbattuti dal fuoco congiunto del team.
Il piccolo Mobil Suit, dotato di due propulsori dietro la schiena e equipaggiato solo con un fucile e uno scudo, balzò davanti ad uno dei mostri che stavano devastando il centro abitato e cominciò a sparargli addosso e a burlarsi di lui in modo da farsi seguire.
Ma se l’operazione ebbe successo con il longilineo megaborg Daston, che cadde subito sotto i proiettili di plasma dei due Daitarn e il cannone a ioni del Red Comet, ben più problemi li riservò il secondo avversario, Brundle, in grado di staccarsi la testa e usarla come una palla da bowling.
Mentre la squadra stava ancora finendo l’avversario, un altro megaborg arrivò da solo alla scogliera, il verde Gal che attaccò i robot con le sue spore, presto raggiunto dal compagno Tors.
Gli equilibri della battaglia si erano spostati in favore dei megaborg : i Daitarn delle ragazze vennero gravemente danneggiati e sbattuti al suolo, mentre Tors si caricò sulla schiena il Gunboy di Toppy cercando di spaccarlo in due.
Per fortuna l’attacco congiunto di Banjo e Char evitò il peggio : Il Red Comet fece saltare la testa a Tors salvando Toppy, mentre Daitarn 3, sebbene privo di un braccio, riuscì a respingere le spore di Gal con il ventaglio per poi finirlo con il Sun Attack.

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Approfittando dei robot impegnati in battaglia però, Don Haun raggiunse la villa di Banjo grazie ad una corazzata di medie dimensioni in grado di muoversi nel sottosuolo e occupò la sala comandi prendendo in ostaggio Garrison e il professor Kamikita.
Un ultimo modello di cervello artificiale Magellan era rimasto e non si trattava di un cervello comune ma del computer Mother che sovraintendeva a tutte le funzioni della base e su cui erano caricati gli aggiornamenti del Daitarn. Se Don Haun fosse riuscito ad impossessarsene sarebbe stato in grado di riprodurre anche il Sun Attack!
Grazie ad una microspia nascosta nel taschino, Garrison riuscì a mandare il segnale di sos a Banjo prima di essere disarmato e poi, grazie all’abilità conservata nonostante gli anni, a mettere fuori combattimento il soldato che lo stava perquisendo e a rientrare in possesso della propria pistola.

Mentre Banjo, sganciata la Match Patrol dal Daitarn, raggiunse la villa utilizzando lo stesso tunnel scavato da Don Haun, Garrison era riuscito a impossessarsi del proprio fucile e, grazie alla sua mira infallibile, a fare fuori diversi soldati.
Infine Banjo fece irruzione nella sala comandi finendo i soldati restanti a colpi di mitra.

Banjo e Don Haun erano ora faccia a faccia.
“Non posso credere che tu sia diventato un tale mostro, da bambino ti chiamavo zio, ho trascorso tanto tempo a casa tua!” inveii Banjo.
“Però hai provocato la morte di mia nipote, tu e la tua famiglia per me siete stati una piaga!” rispose Don Haun.
“Non avrei mai voluto la morte di Kasha, non so chi sia stato a” disse Banjo tra i denti.
“Koros, la cara assistente di tuo padre per salvare la sua reputazione!” sentenziò Don Haun
Banjo rimase sbigottito, quindi Koros il braccio destro di Don Zauker era stata l’assistente di suo padre Haran Sozo? Perché servire quei mostri che l’avevano ucciso, perché diventare una meganoide.
Lei come Minamoto erano rimasti su Marte con Don Zauker, ma chi era in realtà Don Zauker?
“So cosa ti stai domandando Banjo” disse Don Haun ridendo maleficamente”vuoi sapere chi è in realtà Don Zauker? Quale coscienza credi sia stata trasferita nel suo cervello Magellan? Don Zauker in realtà è…”
Don Haun non fece in tempo a finire la frase perché Banjo gli sparò un colpo di pistola in mezzo alla fronte
“Don Zauker è l’assassino della mia famiglia” concluse Banjo.

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La salma di Don Haun fu riportata su Marte dove ricevette un funerale di stato con tutti gli onori.
Alla fine gli unici a conoscere il segreto di Don Zauker, Minamoto e Don Haun, erano morti, però Koros mentre assisteva alle esequie non era affatto tranquilla. Chi poteva assicurarle che Don Haun prima di morire non avesse detto a Banjo tutta la verità?
Lo sguardo della donna si rivolse malinconico verso il trono su cui sedeva il grande sovrano dei meganoidi, chiuso del suo muto silenzio e nel suo segreto, forse senza più nessuno che potesse rivelarlo, ma anche senza più nessuno che potesse ridestarlo.
“Se Haran Banjo sapesse che sei privo di coscienza, se sapesse che sei l’uomo che gli ha dato la vita…” penso Koros.

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Banjo fece visita alla tomba della famiglia Jamitov, certo Kasha, dato era morta su Marte non si trovava li, ma portarvi dei fiori sembrò comunque al ragazzo un modo di dire addio alla propria amica di infanzia, sentendosi quasi rasserenato dalle lacrime che gli scendevano sulle guance….lui che ogni giorno uccideva degli esseri abominevoli che rivendicavano di avere dei sentimenti, era ancora capace di provarne di veri.
Poi Banjo rivolse il suo pensiero a Koros : “adesso ho capito, Don Zauker non è il vero capo dei meganoidi. Chi possiede un cervello Magellan non può provare emozioni, ma obbedire soltanto a chi lo ha programmato…Koros! Padre hai avuto il destino ingrato che meritavi, perfino la tua più fidata collaboratrice ti ha tradito. Ma un giorno ritornerò fino a Marte e ripulirò il pianeta rosso da questi esseri abominevoli che si credono superiori agli umani!”

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Edited by GOTAN X - 9/2/2023, 15:50
 
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EPILOGO
Haran Banjo che cosa hai fatto?


Garrison aveva appena chiuso il cancello principale della villa con un pesante lucchetto.
La grande residenza degli Haran ora era deserta e avvolta nell’oscurità. Nelle stanze i mobili erano coperti e non si udiva ormai alcun tipo di suono, di voce, ne rumore di passi.
Niente litigi tra Beauty e Reika, niente schiamazzi del piccolo Toppy.
In tutta la casa solo una finestra, posta nell’ala più nascosta, accessibile attraverso un cancello secondario, era illuminata da una flebile luce.
All’interno della camera, seduto sul letto e con la schiena ricurva, Banjo aveva ancora addosso la propria tutta da pilota rossa e arancione.
“Haran Banjo cosa hai fatto?”
“No io non volevo!!”
“Haran Banjo cosa hai fatto?”
“No io non volevo!!”
Il giovane miliardario, l’eroe pluri acclamato della guerra contro i meganoidi, non si era mai sentito così ferito e indifeso. Era come un bambino.
Era sempre stato determinato a chiudere i conti con i meganoidi, quegli orrendi robot che avevano distrutto la sua famiglia e la sua esistenza in nome del loro ideale di razza superiore, ma ora che c’era riuscito, sentiva dentro di se solo un senso di vuoto.
Eppure aveva salvato la Terra. Eppure il pericolo contro cui aveva combattuto era serio e reale. Il pianeta Marte, spostato dalla propria orbita, si sarebbe schiantato contro la Terra, oppure avrebbe provocato immani catastrofi come conseguenza dei mutati equilibri tra le forze gravitazionali dei due corpi celesti.
A nessuno sarebbe mai venuto in mente di muovere a Banjo nessun tipo di accusa, eppure lui si sentiva enormemente colpevole!

I suoi compagni di lotta, nonostante il velo di mistero che lo aveva sempre avvolto, avevano finito per comprenderlo molto bene e per questo, rispettosi della grande ferita che si portava nell’animo, avevano deciso di lasciarlo solo, almeno per un po, forse coltivando in loro la speranza che un giorno Banjo sarebbe guarito e si sarebbe riunito a loro.
Ma come ignorare gli occhi di Koros crivellata di colpi mentre chiedeva mestamente l’aiuto di Don Zauker? Come dimenticare la premura e la dolcezza con cui il gigantesco essere, destatosi dal suo sonno, si era chinato sulla donna agonizzante che aveva dedicato la propria esistenza a rendere reale il suo sogno?
Come dimenticare le parole del padre, Haran Sozo, che avevano risuonato nella testa di Banjo proprio nel momento in cui il gigantesco megaborg stava per avere la meglio su di lui?
Proprio le parole del padre avevano ridestato la rabbia e il furore di Banjo, spingendolo a reagire e a vincere con le proprie forze. Forze umane opposte a quelle dell’imperatore dei megaborg che, colpito in piena fronte dal Sun Attack, era finalmente deflagrato portando con se ogni pericolo per la Terra.
Ma morendo cosa aveva gridato questo sovrano del male? Un disperato appello alla sua amata Koros! appello a cui la moribonda aveva mestamente risposto, reggendosi a stento ad una colonna, prima di accasciarsi al suolo!
Daitarn aveva sconfitto innumerevoli nemici, ma mai come in quel momento il “male” si era mostrato agli occhi di Banjo così vulnerabile, così sofferente, così umano.
Una cosa che non avrebbe potuto essere cancellata da niente, neanche dalla più ferma consapevolezza di stare combattendo dalla parte della ragione.
Guardando il cadavere di Koros, Banjo aveva compreso tutto : era stata lei anni prima a spingerlo telepaticamente a fuggire da Marte anche se la sua voce gli risuonava come quella della madre.
Era stata lei a trasferire nel cervello artificiale di Don Zauker la coscienza del padre, vittima della prima, violenta, rivolta dei cyborg marziani.
Se solo si fossero fermati li, Banjo non avrebbe dovuto combatterli, ma non sarebbero arrivati neanche li se il loro animo non fosse stato già pervaso dall’utopia di creare un nuovo futuro per la specie umana. Ma che futuro ci poteva essere nella trasformazione in cyborg? Nella sottomissione forzata di miliardi di innocenti?
“Padre perché hai voluto questo da me!” diceva Banjo tra i denti “per fermarti, per mondare l’universo dalla tua colpa ho dovuto a mia volta macchiarmi di una colpa indelebile! Quella di ucciderti! Come sempre non hai pensato a me, come sempre sono rimasto escluso dai tuoi piani e come sempre, nel tentativo di ribellarmi e di affermare la mia persona, ho finito per eseguirli!!”

“Hai finito di compiangerti?”, una figura aveva fatto silenziosamente il proprio ingresso nella stanza, una figura che Banjo sembrava conoscere molto bene.
“I cyborg progettati da tuo padre non potevano certo rappresentare l’ideale a cui tende la razza umana, ma hanno spianato la strada a quell’evoluzione che potrà ora essere possibile!!
“E’ appena finita una guerra, ne vorresti cominciare un’altra?” rispose Banjo al misterioso uomo biondo con gli occhiali scuri.
“Per cominciare una guerra bisogna avere le mani sporche di sangue no?” rispose Char “e chi più di te è adatto a questo scopo!!”
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Gli anni erano passati, ma la minaccia dei meganoidi non era estinta. Mano mano l’impero si era riorganizzato ed era profondamente mutato : coloro che possedevano un corpo meccanico erano solo il residuo di un passato quasi dimenticato e nel mondo si parlava sempre più frequentemente di New Type, esseri umani di nuova generazione nati in seguito alla sempre più massiccia emigrazione dell’uomo nel cosmo.
Disgustati dalla debolezza e dalla fragilità dei burocrati della federazione terrestre, molti New Type avevano finito per muovere guerra all’antico mondo. Loro erano esseri superiori, loro rappresentavano il domani, loro erano i meganoidi!!

“Daitarn Come Here!!” il gigantesco oggetto volante effettuò il cambio di assetto assumendo la configurazione da robot da combattimento, quella dell’invincibile Daitarn V.
Ai comandi del possente robot, un giovane ragazzo dai capelli corti e ricci e con le lentiggini sulle guance, teneva fermamente tra le mani i comandi frapponendosi alla flotta di Mega Armor che aveva aperto un fuoco serrato sulla città!!
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Toda Totta "Toppy"

E adesso a me il potere del sole, colpo mortale! Sun Attack!! Daitarn V lanciò il suo devastante attacco contro lo stormo nemico polverizzandolo.
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Daitarn V

Un uomo con una divisa rossa e un elmetto che si allungava anche sugli occhi come una sorta di mascherina, si mise sull’attenti davanti ad uno sfarzoso trono.
“Sommo Don Zauker, abbiamo subito una nuova perdita! Non avremmo mai pensato che il furto del Daitarn V da parte di Toda Totta ci avrebbe procurato tanti problemi! Del resto non è quello che avevate detto anche voi?”
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Char Aznable

“Se non avete da dire altro potete congedarvi Char Aznable”, rispose il sovrano avvolto in un mantello scuro.
Rimasto solo nella sala del trono Don Zauker avanzò verso la luce che filtrava dalla grande vetrata che aveva alle spalle. Ora era visibile anche il suo volto e la sua fiammeggiante chioma verdastra cinta da un’appariscente diadema.
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Don Zauker

“Toppy ora quindi è giunto il tuo turno! Chi tra di noi uscirà vincitore?”

FINE



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Edited by GOTAN X - 2/2/2023, 16:02
 
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:sd-daitarn-3: Aggiunto nuovi episodi : 21 e 22
 
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