Non entro nel merito di chi abbia ragione perché, uhm, da "esterno" alla questione e amante del cinema di genere (italiano) ritengo che ... abbiano ragione entrambi.
Nel senso che è un dato di fatto che dopo un certo anno c'è stato un fortissimo calo di produzioni che ovviamente è equivalso a un fortissimo calo di pubblico. Chi diceva che negli anni '90 stavano chiudendo un grandissimo numero di sale ha la memoria corta: ci sono articoli di giornale che già a metà anni '80 denunciavano il drastico calo d'interesse e una prima, grossa diaspora di sale. E' vero sì che il cinema di genere non si è fermato al 1983, ma dopo ... è stata un'altra cosa. Se prima il pubblico si accontentava di qualsiasi pellicola uscisse (non importa se fossero cloni dei cloni di produzioni americane, il cosiddetto 'cinema bis italiano' veniva apprezzato lo stesso, fosse solo per curiosità o per passare una serata collettiva tra la gente in sala), dopo c'è stato un collasso e i generi hanno cominciato a tirare a campare (a stento). Si sono salvati solamente i "film di cassetta", per così dire, cioè le commedie (più sfarzose e meno volgari, almeno finché non irromperà il duo Boldi-De Sica a metà anni '90) con cast di prestigio e l'attore di punta, che contemporaneamente ha cominciato ad ottenere successo televisivo (e quindi riusciva a staccare il pubblico dal telecomando e riportarlo al cinema) e poco altro.
A cosa è dovuto questo inesorabile calo? I fattori sono tanti, in primis c'ha messo lo zampino lo Stato che ha cominciato a legiferare CONTRO il nostro cinema, per favorire l'importazione di film yankee (a un certo punto i vari studios americani avevano aperto le loro filiali in Italia). E non a caso i grandi successi in sala, salvo sparute eccezioni, da lì in poi sono stati tutti blockbuster hollywoodiani, che dopo qualche anno replicavano i fasti in televisione (viene quasi da chiedersi se un certo Zeelvyo non stesse già tramando per portare acqua al suo mulino...). Il secondo motivo, ovviamente, è la televisione stessa, che ha fatto decadere lo status di aggregatore sociale che era il cinema. Non credo che abbia contato molto l'home video perché di solito i film che uscivano direttamente su vhs non passavano per le sale e, viceversa, prima di uscire su vhs dovevano venire proiettati al cinema.
Meno pubblico=meno soldi e le produzioni ne hanno pesantemente risentito, oltre al fatto che gli esercenti erano ormai i produttori stessi (da un lato le sale di Cecchi, dall'altro quelle di Zeelvyo, e in mezzo ci sarà stato pure qualche pesce ormai piccolo perché oltre a loro due nessun altro disponeva di network privati...) e quindi i film finivano per sottostare a un regime televisivo più che cinematografico. Venivano cioè prodotti già pensando che finito il giro in sala avrebbero dovuto riempire i palinsesti. I vecchi generi, "liberi" perché appunto destinati unicamente alla sala, non avrebbero potuto reggere ad una serie di regole limitanti (no parolacce, no nudo a meno che non fosse 'commerciale', no qua, no là...). Si sono citati gli horror che da "La Casa" sono nati come seguiti apocrifi, appunto per sfruttare un filone, ma - occhio - un filone di gran lunga meno remunerativo (di nicchia, quindi) e che si è esaurito molto prima di qualsiasi altro genere. Questo non significa che, boh, dopo il 1990 non siano più usciti film di genere: hanno continuato, solo che ne venivano prodotti molti meno, al punto che per DECENNI si è detto e stradetto che l'ultimo horror "di genere" italiano fosse stato Dellamorte Dellamore (anno di grazia 1994). Non è vero, poi ne sono usciti altri, ma di fatto quello è stato l'ultimo che per un bel po' di tempo "ha fatto scalpore", che è rimasto nell'immaginario insomma, perché quell'anno tutti ne parlarono (a torto o a ragione ... in effetti, a rivederlo oggi, pare quasi un barzelletta-movie... Non dico 'una ca*ata pazzesca' solo perché ci sono affezionato!!). Non è che da lì a "Lo chiamavano Jeeg Robot" non è uscito nient'altro che valesse, però ecco, da un certo anno in poi è palese che gli assetti si sono spostati in tutt'altra direzione, al punto che - ben prima dell'avvento dei social e delle piattaforme streaming - oggi possiamo tranquillamente affermare che il cinema inteso come lo abbiamo sempre inteso è praticamente morto, una nicchia della nicchia che è destinata a scomparire a breve. La gente non esce più ... Non so dalle vostre parti ma qui in zona, a parte DUE cinema dell'oratorio che ancora resistono (e per sopravvivere devono fare commercialate per famiglie, sennò chi ci va più), le poche multisala rimaste sono tutte impiantate all'interno di grossi centri commerciali. Così la gente il weekend va a fare la spesa o solamente a farci un giro e magari le famiglie, già che si fermano la sera per una cenetta, portano i pargoli in sala a vedere l'ultimo Pixar ... Ma chiaramente non li avrebbero portati a vedere "L'Inceneritore 2 - Padova brucia ancora", per così dire... Oggi sopravvivono gli autori e per assurdo è quasi scomparsa la commedia (a parte il solito Zalone che fuoriesce ogni cinque anni).
Per cui ciò che dicono i nostri due contendenti è altrettanto azzeccato. Sacha ha il piglio "popolare" mentre Knight ragiona più da studioso/critico, per forza dunque non potranno mai andare d'accordo, da che mondo e mondo sono due approcci antitetici. Però entrambi hanno praticamente detto la stessa cosa, con l'eccezione che se PRIMA dell'84 le sale erano sempre stracolme, DOPO è cominciata la lunga crisi del cinema che è arrivata ad oggi in stato comatoso e senza più la domanda e l'offerta che fu. Ciò non ha impedito ad altri film di genere di uscire, solo che sono diventati una nicchia della supernicchia, che al cinema MANCO CI ARRIVANO. Farò due ultimi esempi eclatanti: dopo il successo di Bastardi senza Gloria di Tarantino - film ispirato da un vecchio exploitation movie di Castellari, Quel maledetto treno blindato (l'ho visto anni fa in tv con mio papà e cacchio, quanto ci siamo divertiti!!) , proprio Castellari decise di seguire l'onda rilanciandosi con un film di genere di una bassezza senza precedenti, Carribean Bastards. Girato all'estero e doppiato in italiano, ma al cinema non si è visto manco di striscio. E' uscito direttamente su dvd, e ce lo siamo comprati in DUE. Non che meritasse, eh: ha tutti gli stereotipi di un film di genere, ma è stato girato con cinque euro di budget, e si vede. Chiaro che non avrebbe mai potuto sfondare (e difatti anche i due che si sono comprati il dvd se lo sono dimenticato).
Ultimo esempio, adesso non ricordo il titolo esatto ma era credo l'ultimo film girato da quel genio che era Ruggero Deodato: una storia ispirata ai fatti di cronaca di qualche anno fa (Amanda Knox ecc.... QUEI fatti). Se ho potuto vederlo, è solo e unicamente perché fu proiettato in una proiezione speciale, con Deodato presente, in quel di Milano qualche annetto fa. In un posto che non era neanche un cinema e che oggi non esiste più. E il film non è manco uscito in dvd, figuriamoci in sala. Eppure era completo e non era neanche malaccio ... Anche questo possedeva tutti gli stilemi del film di genere, ma è come se non esistesse, perché NON SI E' VISTO. Se non spendi tre milioni di euro minimo, non è un film che possa andare in sala. Ed è questa la tragedia principale per cui il cinema di genere è morto: non è riuscito a stare al passo coi tempi. Negli anni d'oro il cinema bis lo si faceva con due lire e riusciva a incassare comunque. Al mega budget da film USA si suppliva con l'inventiva italiana. C'erano veri e propri maestri dell'arte analogica e soprattutto c'era la concretezza di un artigianato che si poteva 'toccare con mano'. Scomparsi loro "in favore" del digitale, che in Italia c'ha messo almeno due decenni a diventare tecnicamente dignitoso, non è rimasta più nessuna magia. La gente s'era stufata di vedere il palese fantoccio crivellato di colpi per creare una scena drammatica, ormai certi trucchi si sgamavano al volo.
L'innalzamento dei costi ha ucciso il cinema di genere, e nel frattempo le sale hanno cominciato a sparire.
Non c'è più stato "un genere" in Italia, da moltissimi anni ormai. I filoni si sono arrestati, perlopiù si è trattato di "esperimenti" che magari andavano bene ma poi ... morivano lì. Pensate all'animazione italiana: l'ultimo film degno di nota che mi possa venire in mente era quello ispirato a un'opera di Buzzati (qualcosa a che fare con gli orsi...) ma se devo pensare a ritroso mi vengono in mente solo titoli ormati vetusti come La gabbianella e il gatto o La freccia azzurra, che sono usciti qualcosa come 25 anni fa. Un po' come il succitato caso di Dellamorte Dellamore, che dopo di quello pare non ne siano usciti altri. Non è che non siano usciti, è che non c'è stato più alcun filone da sfruttare, ma solo perché i produttori non hanno mai più voluto rischiare. Difatti i produttori vecchio stile, escluso il mitico Fulvio Lucisano che però ormai viaggia attorno ai cent'anni (!!!), non esistono più. Adesso esiste solo il marketing, e i film di genere, col marketing, non sono mai andati a genio ...