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Votes taken by shooting_star

view post Posted: 18/12/2022, 19:09     +1Il nome "Duke Fleed" non mi quadra - Goldrake Saga
CITAZIONE (gigi la trottola @ 18/12/2022, 18:21) 
Protessar potrebbe avere a che fare con il mirino, visto che esistono delle fotocamere con questo nome.

In effetti Pro-Tessar é uno storico obiettivo della Zeiss. Chissà, il nome potrebbe essere nato come "protector", poi magari suonava un po' duro e uno dei collaboratori aveva un grandangolo con un nome che suonava bene... et voilà.
view post Posted: 18/12/2022, 18:55     +1Il nome "Duke Fleed" non mi quadra - Goldrake Saga
Il problema è sempre lo stesso: il giapponese é una lingua con meno suoni dell'inglese e con un sistema di scrittura sillabico che limita molto la possibilità di trascrivere lingue straniere. /r/ e /l/ coincidono, /v/ non esiste proprio e può essere trascritta in due modi diversi, trasformandola in "b" oppure basandosi sulla vocale "u". Non ci possono essere due consonanti consecutive (con l'eccezione di "n") di conseguenza per rendere parole straniere che presentano queste caratteristiche si ricorre a sillabe che finiscono con "u", visto che questo suono si sente appena (ad esempio "purotessaa", Protesser). In inglese (britannico: buffo, perché poi i giapponesi studiano di solito l'americano) la -r finale non si pronuncia ma diventa una sorta di "a" (uno schwa, per la precisione) e quindi la si traslittera con "aa".
Quando una parola "nasce" in giapponese, soprattutto se ha un suono volutamente esotico, spesso la si può trascrivere in diversi modi: non ce n'è uno "vero" o "giusto", finché non lo si trova scritto in un testo per l'estero. Ma non é detto che tale trascrizione sia coerente nel tempo.

In Grendizer, il cattivissimo バレンドス (barendosu) noi lo chiamiamo Barendos, ma Valendos o Balendos o Varendos sarebbero tutti ugualmente corretti, perché queste quattro parole, a un orecchio giapponese, suonano praticamente identiche.
view post Posted: 18/12/2022, 18:37     +1Il nome "Duke Fleed" non mi quadra - Goldrake Saga
プロテッサー, "purotessaa", si traslittera in "Protesser". Google Translate traduce questa parola in "protector", ma se traduciamo "protector" in giapponese otteniamo il più logico プロテクター, "purotekutaa". Forse un nome basato su una pronuncia giapponese "alternativa" (un po' imperfetta) della parola inglese?
view post Posted: 18/12/2022, 16:24     +1Il nome "Duke Fleed" non mi quadra - Goldrake Saga
Probabilmente (se ė stato mantenuto in italiano l'originale giapponese) si chiama デッリンガ― (Derringaa). Che si traslittera sia Dellinger che Derringer...
view post Posted: 18/12/2022, 11:49     +2Il nome "Duke Fleed" non mi quadra - Goldrake Saga
Se il Roman Album (che non ho) è tutto in giapponese, il problema non si pone... フリード, letteralmente furiido, si può traslitterare a piacere in Fried, Freed e Fleed.
In giapponese il suoni /r/ e /l/ corrispondono allo stesso fonema, sono per così dire intercambiabili (non è strano, capita anche in italiano con suoni che a noi sembrano uguali ma non lo sono.. discorso lungo). Poiché quasi tutti i kana sono composti da una consonante + una vocale, e l'unica consonante "singola" è ん (n), e poiché nella traslitterazione ci si basa sul suono e non sui caratteri della lingua di arrivo (quindi in inglese il suono /i/, che sia scritto "i", "e" "ee", "ie" o "ei" si traslittera in giapponese sempre con イ o con un kana che termini con il suono "i") per forza di cose "Flee" o "Frie" o "Free" si scrivono "Fu ri".
Non so se è chiaro, o non so se era già chiaro a tutti e così è di troppo...

In ogni caso, la traslitterazione per il mercato occidentale può tranquillamente essere stata fatta in un secondo momento. Mi sembra di ricordare che Grendizer in origine non fosse pensato per il mercato estero, ma di questo non mi ricordo assolutamente la fonte.

Edited by shooting_star - 18/12/2022, 11:52
view post Posted: 16/12/2022, 14:40     +1Il nome "Duke Fleed" non mi quadra - Goldrake Saga
Certo, tanto la traslitterazione è identica. Anch'io lo davo per scontato, ma forse non tutti leggono tutti i post del forum... ;)
Il mio commento riguardava solo la presunta poca chiarezza del testo postato da Antonella, che mi sembrava emergere dalla risposta di Riccardue.

Edited by shooting_star - 17/12/2022, 08:53
view post Posted: 16/12/2022, 00:27     +3Il nome "Duke Fleed" non mi quadra - Goldrake Saga
Allego l'immagine del testo tradotto automaticamente con Google Lens :via:
IMG_20221216_000415_0
Ovviamente la traduzione è lontana dalla perfezione.
La "tabella del 50 sillabario" è il il "gojūon" (50音), la lista dei kana, i caratteri sillabici giapponesi. In effetti per passare da Siegfried (Shīkufurīdo) a Duke Fleed (Dyūkufurīdo) basta cambiare il primo kana da ジ a デュ: forse intende questo, anche se i caratteri nella tabella non sono in posizioni analoghe.
view post Posted: 15/12/2022, 12:22     +4Morto Ichiro Mizuki - NewsNet
Ieri sera è stato ricordato su "Blob" con il tema di Mazinger Infinity...
www.raiplay.it/video/2022/12/Blob-...a74671cab8.html
dal minuto 10.13 circa.

:imageedit_92_7784871543:

(grazie TsurugiTetsuya per l'informazione)

Edited by shooting_star - 15/12/2022, 12:38
view post Posted: 13/12/2022, 13:45     +1Ultimo film visto - Cinema & TV
A me il film (visto al cinema) è piaciuto, o meglio, mi sono divertita molto a guardarlo. Molte le scene-fotocopia dell'originale, che avevo ripassato la sera prima, ma era quello che chi andava a vedere il film si aspettava e probabilmente cercava. Le sequenze di volo sono emozionanti, ma non riuscivo a togliermi di testa una domanda...
se la missione metteva a tal rischio le preziose vite dei piloti, perché non usare i droni?
view post Posted: 11/12/2022, 21:54     +17° Concorso di Go Nagai Net - Fan Fiction - commenti - I Concorsi di GoNagaiNet
Apro qui il thread per commentare i racconti del 7° concorso di Go Nagai Net (che si possono leggere qui) in attesa che comincino le votazioni.

E comincio commentando l'unico racconto disponibile - Il lungo viaggio, di Luce - specificando che l'ho letto, per precisa scelta, solo dopo aver postato il mio.

Scene spicy... povero Duke, un po' di gioia anche per lui, e per la povera ragazza che sa già, da subito, che la sua storia con il bellissimo principe non potrà avere un futuro. È questa la cosa che mi ha colpito di più: la consapevolezza di Kyra del suo presente e del suo futuro, e il modo in cui proprio grazie a questa è in grado di cogliere l'attimo e godere del momento - non senza un tocco di malinconia, che in fondo è una delle note dominanti di Grendizer.
Il passato non smette mai di inseguire Duke Fleed, e arricchisce il suo presente e il suo futuro: la sua storia con Hikaru - una storia che Kyra conosceva già, e che può realizzarsi anche grazie al suo sacrificio - si rafforza e si arricchisce di significato anche per questo.

Come ero sicura che sarebbe stato, nonostante l'argomento non c'è nulla che possa urtare la suscettibilità di un animo sensibile... è solo amore, no?
Complimenti!

Edited by shooting_star - 18/12/2022, 21:36
view post Posted: 11/12/2022, 21:40     +1Mitologia e Religione nell’animazione giapponese - Scienza e Conoscentia
Riguardo al nome Hibiki (che a quanto ho visto in giapponese siginfica "eco") sei proprio sicuro della derivazione? La "h" in giapponese non è muta, "hi" è un suono ben distinto da "i", e in giapponese "ibis" si dice "toki". Io questa assonanza non ce la vedo (ma non conosco Raideen se non di nome).

Per quanto riguarda Daitarn, ribadisco la mia ignoranza, ma ricordo quando, a una mostra dedicata ai samurai, mi sono resa conto di come le corna così esotiche per noi italiani dei robottoni fossero per i ragazzi giapponesi una citazione familiare, e forse l'unico modo per immaginare un elmo.
kabuto_001_001
elmo_samurai_italia
Sbaglierò, ma a me Daitarn sembra molto più giapponese che egizio.
Pero... non sfuggirà, in alto nelle corna del secondo elmo, un motivo a piccolo cuore. Potremmo forse, alla luce della nostra moderna simbologia occidentale, attribuire al guerriero che lo portava l'intenzione di stabilire un contatto amoroso con il suo avversario? (ok, scherzo, ma spero di aver reso chiaro il mio punto).

CITAZIONE
don zauker è il signore di Marte, il signore della sabbia rossa di Marte, quindi è anche seth

Non sono esperta di miti egizi, ho controllato Wikipedia. Vero che Seth è il signore della sabbia rossa del deserto (in contrapposizione al fertile limo del Nilo - Horus), ma gli egizi sapevano che Marte è un deserto rosso? Da quel che ho trovato sempre su Wikipedia, Marte non è collegato con Seth ma con Ra, ma il rosso deriva dal sangue del suo parto... però forse ci sono altri miti a cui fare riferimento e sarei felice di conoscerli.

Infine... sono una donna sposata, ho avuto le mie esperienze. So come è fatto uno scroto. Forse ho incontrato solo uomini con caratteristiche inconsuete, ma io nella testa di Don Zauker vedo un cervello, una noce... uno scroto, proprio no.

Ognuno è ovviamente libero di fare nella sua mente i collegamenti che preferisce, cioè quelli che a lui la visione di determinate immagini suscita: tali collegamenti sono senz'altro veri per lui. Ma non credo possano essere veri a prescindere.
Per dire, in una mia ff io ho fatto andare in crisi Daisuke alla visione di un documentario sulla guerra di Troia che gli ricordava l'invasione di Fleed. Ma non credo che il cavallo di Troia fosse alla base dell'invenzione dei mostri di Vega.


Edited by shooting_star - 11/12/2022, 22:49
view post Posted: 11/12/2022, 16:48     +2Mitologia e Religione nell’animazione giapponese - Scienza e Conoscentia
Credo che chi sceneggia una storia, in questo caso un anime, tragga ispirazione da tutto ciò che si trova intorno. Conosco poco Daitarn, ma è nota l'influenza su Nagai da parte della cultura occidentale - Dante, le illustrazioni di Doré - inevitabilmente filtrate dalla sua cultura: i suoi simboli, anche quando formalmente identici, non per forza hanno lo stesso significato che hanno per noi, proprio perché il retroterra cultura giapponese é diverso dal nostro.
Per citare un anime più recente, in Mazinger Z the impact si mescolano la mitologia greca e i miti nordici, entrambi svuotati del loro significato.
Credo che ci sia differenza tra citare e ispirarsi, e credo che ciò che molti autori fanno sia proprio questo: si ispirano - per i nomi, per l'estetica, per una svolta nella trama - ma non citano, non c'è reale corrispondenza, se non superficiale, con i miti di altre civiltà.

Avete presente cosa fanno gli stranieri quando vogliono cucinare italiano? Anche noi quando vogliamo usare elementi "alieni" spesso non li usiamo con precisione, per dare un tocco esotico ai nostri piatti.
Credo che questo sia quello che succede con le croci (sono sulle chiese e sulle lapidi, i cristiani le portano al collo, sono un simbolo positivo: perché non anche sugli alberi di Natale?) e con altri simboli di culture esotiche per i giapponesi. Non sempre, ma spesso.
view post Posted: 10/12/2022, 14:54     +27° Concorso di Go Nagai Net - I Concorsi di GoNagaiNet
Il Covid non so, l'influenza è stata bella tosta e la tosse ancora non è passata. Vero che faccio il mestiere sbagliato per salvaguardare la gola :prof:

Comunque ho postato il mio racconto. Siamo solo due... chi viene a far compagnia a Luce e me nel thread?
view post Posted: 10/12/2022, 13:52     +77° Concorso di Go Nagai Net - Fan Fiction - I Concorsi di GoNagaiNet
Il racconto si svolge subito dopo l'ep. 5, "Una serata di gloria".

PROPOSTE


Doveva arrivare, prima o poi.
La busta dai bordi blu e rossi era la prima nella vaschetta portacorrispondenza della sua scrivania. Curioso come la grafia di Sayaka, così spigolosa, diventasse morbida e arrotondata quando si trattava di scrivere in caratteri latini.
Mr. Koji Kabuto,
Space Research Center…

Sfilò il temperino dalla tasca posteriore dei jeans e aprì con attenzione la lettera. Sulla velina quella scrittura innaturale riprendeva il suo familiare zigzag.

“Ciao Koji-kun, come va?
Hai pensato alla proposta della scorsa lettera? L’ingegner Watson ha insistito che ti scrivessi di nuovo anche se non hai ancora risposto…”

Nello scomparto inferiore della vaschetta, un’altra busta dai bordi blu e rossi e un’altra velina, letta e riletta. E nel cestino… no, la donna delle pulizie l’aveva svuotato. Chissà cosa aveva pensato nel vedere tutte quelle minute appallottolate: probabilmente che aveva un problema con la fidanzata. Magari fosse stato così semplice… Sayaka gli mancava, certo, ma in quei giorni non aveva avuto tempo di pensare a lei, non in quel senso. E poi “fidanzata”… non era niente di ufficiale, ecco.
La proposta.
La proposta non era di Sayaka, ma dell’ingegner Watson in persona. Gli proponeva di tornare a lavorare presso il laboratorio. Adesso il suo progetto di disco volante gli interessava?
Mi è toccato costruirlo a mie spese. Era il mio progetto di laurea, e dopo che ci avevo lavorato mesi mi vengono a dire che non rispondeva ai requisiti? Non ne avevano dati, di requisiti, a parte la velocità ultrasonica e la possibilità di trasportare più persone. “Date sfogo alla vostra creatività”, avevano detto: e il suo prototipo poteva avere due posti ed era il più veloce tra tutti quelli presentati – 4 Mach, qualcosa che finora era stato raggiunto solo dagli aerorazzi. Era sicuro che il TFO li avrebbe lasciati tutti senza parole…
“Ma che cos’è, un UFO?” aveva riso Gregory Lachlan quando aveva visto il progetto. No, un disco… un disco volante, come quelli che lo avevano fatto sognare da bambino. Ma questo era reale, velocissimo e anche dotato di armi, all’occorrenza.
“I razzetti… certo, puoi usarli per sparare agli alieni!” Lachlan sembrava strozzarsi dalle risate, i suoi amici facevano altrettanto, e Sayaka cercava di guardare da un’altra parte. Watson aveva interrotto l’increscioso siparietto appena un attimo prima che Koji stampasse un pugno sul muso di quell’idiota.
“La corsa allo spazio è finita, Kabuto” aveva commentato l’ingegnere, con quello che gli era sembrato un sospiro. “Con i sovietici, ormai, facciamo missioni congiunte. Abbiamo una guerra da vincere, e la vinceremo; ma non con le armi.” Aveva sollevato gli occhi dal progetto e con lo sguardo aveva abbracciato il laboratorio pieno di giovani scienziati. “Sarà la nostra superiorità tecnologica a schiacciare i comunisti."
Poi era passato a esaminare gli altri progetti.

“Il suo progetto è interessante, signor Kabuto – gli aveva fatto scrivere Watson dalla sua segretaria il giorno dopo – ma non riteniamo sia adatto alla realizzazione.”
Non adatto. Perché non andava a dirlo al figlio di Umon, che al suo piccolo disco aveva dovuto la salvezza in almeno un paio di occasioni? Per fortuna i fondi non gli mancavano: l’eredità di nonno Juzo gli aveva permesso di realizzare il prototipo, e ora poteva dimostrare che aveva ragione… no, in realtà non poteva. L’attacco degli alieni di Vega sul Giappone era strettamente top secret. Del resto, dove erano gli USA quando c’era bisogno di salvare la Terra dalle mire di conquista del Generale Inferno?
Quando il TFO si era sollevato nel cielo di Houston per partire alla volta del Centro Ricerche del prof. Umon, i suoi ex compagni di studi erano rimasti a bocca aperta, Sayaka glielo aveva confermato nella sua prima lettera. Tutti, anche Gregory, con cui il giorno della presentazione dei progetti aveva avuto un chiarimento appena fuori dall’ingresso del Watson Institute e che aveva sottovalutato l’efficacia delle arti marziali così ben padroneggiate da quel piccolo Jap, alto almeno otto pollici meno di lui.

Poche righe più sotto Sayaka aggiungeva che si stavano selezionando astronauti per la missione Skylab 5, se mai ci fosse stata; oppure per il nuovo progetto cui anche lui stava collaborando prima di decidere di partire senza terminare gli studi, la nuova frontiera delle missioni spaziali americane, una navetta spaziale riutilizzabile.

Il primo astronauta giapponese. Avrebbe potuto mostrarsi un degno membro della gloriosa dinastia dei Kabuto ed entrare nella storia… impossibile, gli americani non avrebbero mai concesso a uno straniero un ruolo di tale importanza – a un giapponese, poi. La guerra era finita da tempo, ma non tutti si fidavano dei “musi gialli”, se non a parole nei fatti. Sayaka e lui erano gli unici nel gruppo a non essere di nazionalità americana, non c’era nessun nero e l’unico asiatico presente, George Takei, era trattato con sufficienza dai giovani ingegneri bianchi, anche se già suo nonno era nato negli USA e il suo giapponese, che si sforzava di usare quando parlava con lui e con Sayaka, era pessimo. Ma allora, perché Watson aveva chiesto a Sayaka di insistere?

Aveva imparato molto al Watson Institute, senza dubbio. Aveva conoscenze molto più approfondite di quelle che si era fatto sul campo – quando aveva iniziato a pilotare Mazinga Z le sue nozioni di meccanica si limitavano a quanto serviva per far raggiungere velocità illegali alla sua motocicletta, e durante la guerra non aveva avuto tempo di affrontare uno studio sistematico. Senza quegli anni negli USA il TFO non avrebbe mai visto la luce. Riprese in mano la lettera.

“...Il Dr Watson mi chiede spesso tue notizie. Gli dispiace che una mente così brillante non sappia adattarsi al lavoro di squadra…”

Sbatté il palmo sulla scrivania, facendo volare per aria penne e matite. Questa, poi. Watson lo diceva spesso, ma lei lo sapeva che non era così. Avevano sempre lavorato in squadra. Lui, Sayaka, Boss. Anche quando erano andati ad aiutare Tetsuya…

“…e io sono costretta a dargli ragione. Tu non sai lavorare in squadra. Tu vuoi essere il leader di una squadra. Hai fatto lo stesso anche qui: hai lavorato da solo, e il tuo progetto era l’unico che non si raccordava con gli altri…”

Perché era il più innovativo, il più originale e creativo. Se vedessi cosa riesco a fare, qui, con il TFO…

“…ma riguardandolo, il Dr Watson e il comitato di valutazione hanno dovuto riconoscere che era il progetto più innovativo e originale tra quelli presentati. Credo che sia per questo che insistono tanto per il tuo ritorno. E poi, anche George ed io saremmo felici di riaverti con noi.”

Koji si grattò la nuca. Come, “George ed io”? In effetti, ora erano loro due gli unici asiatici dell’Istituto. E lei era l’unica straniera…

“Me l’hai scritto subito, che non ti trovi bene con 'quello spocchioso del figlio del direttore'. Forse perché è il figlio del capo e non ti riconosce come suo superiore? Il solito problema… ma sei là da così poco tempo che non se la prenderanno se dici loro che preferisci tornare negli USA. Troveranno certo un nuovo collaboratore. E qui tu potrai primeggiare.”

Tutta colpa di quella stupida prima lettera. Che imbecille che era stato a scriverla, senza aspettare di sbollire la rabbia, la sera che aveva conosciuto Daisuke – prima di sapere. Aveva sperato che andasse perduta, ma le poste funzionano benissimo proprio quando non dovrebbero. Ora tutto era diverso, ma non gli era permesso spiegarle il perché. C’era una nuova guerra in corso, e lui doveva difendere la Terra… no, doveva aiutare a difendere la Terra.
Strinse i denti: doveva farsene una ragione. Con Grendizer in campo, l’unico ruolo possibile per lui e il TFO era quello di gregario, sempre che Daisuke glielo permettesse. Ma se Grendizer non ci fosse stato… meglio non pensarci.

La luce rossa dell’interfono si accese. “Koji, puoi raggiungermi nel mio ufficio?”
“Subito, prof. Umon.”

“Sono stanca di parlare solo inglese.”

E questo è il massimo che Sayaka può fare per dirmi che le manco. Ridacchiò. Certo che se l’alternativa a lui era George…
Posò la lettera: era alle ultime righe, rimanevano solo i saluti da porgere a tutti, anche a suo padre e a Shiro quando li avesse incontrati.


“Eccomi, professore… dov’è Daisuke?”
“Alla fattoria.” In piedi davanti alla sua scrivania, Umon si rigirava la pipa tra le mani.
“L’avrai capito… combattere contro Vega lo appassiona molto meno che occuparsi degli animali. Ma, se necessario, posso contare sul fatto che sarà qui in un istante.”
Koji abbassò lo sguardo. Il giorno prima lui era stato molto meno veloce nel rispondere ai richiami del Centro Ricerche. “Professore…”
“Ho appena ricevuto una telefonata del professor Yumi, che mi riferisce della sua corrispondenza con l’ingegner Watson di Houston. Mi ha detto che l’ingegnere sarebbe disposto a riaverti nella sua squadra.”
Il professore battè con delicatezza il fornelletto della pipa sul bordo della sua scrivania, poi si chinò per cercare il tabacco nel cassetto.
“Hikaru mi ha detto che se la gara di volo non fosse stata interrotta dall’attacco di Vega tu l’avresti sicuramente vinta. E poi… sei salito su un minidisco di Vega e sei riuscito a pilotarlo. Non credo ci siano molti altri piloti al tuo livello.”
Alzò la testa verso Koji e lo guardò negli occhi. “Se ne è reso conto anche l’ingegner Watson. Saprai meglio di me quali sono i progetti su cui stanno lavorando a Houston… è stato contattato dal prof. Pepin, che cerca uomini per le nuove missioni spaziali. Gli ha detto che è di persone come te che hanno bisogno. Capaci di pensare velocemente e risolvere situazioni difficili usando non solo le competenze, ma l’istinto.”

Koji era senza parole. Pepin, il direttore del Lunar and Planetary Institute. Come dire, la NASA. Il primo astronauta giapponese.

“Visto il tuo curriculum, sarebbero pronti a passar sopra a qualche piccola incomprensione che pare si sia verificata con i tuoi colleghi… potresti anche avere una corsia preferenziale per ottenere la cittadinanza americana. La tua carriera di astronauta sarebbe assicurata.”
Esaminò nuovamente la pipa e sorrise. “Io non posso che confermare la tua abilità. Sei riuscito ad essere di grande aiuto a Daisuke in situazioni difficili.”

Cosa gli aveva scritto Sayaka? “Tu non sai lavorare in squadra.”

Con delicatezza, Umon pigiò il tabacco nel fornelletto. “Daisuke non si può ancora considerare un pilota esperto, ma Grendizer è potentissimo. Posso capire che per te guidare un mezzo d’appoggio quando per anni sei stato il punto di forza della tua squadra sia frustrante. E capisco ancora di più che tu sia stanco di combattere.”

“Tu vuoi essere il leader di una squadra”... no, non era vero. Non più. Le avrebbe dimostrato che era cambiato… no, lei non l'avrebbe saputo. Lo avrebbe dimostrato a sé stesso.

Koji prese fiato. Doveva trovare le parole giuste. “Il TFO è sicuramente inferiore a Grendizer, ma vedo che mi considerate un pilota di buon livello.”
Umon annuì mentre avvicinava l’accendino alla pipa.
“E, non per mia scelta, ho una certa esperienza di guerra… forse potrei essere più utile qui che a Houston.”
Umon si sfilò la pipa dalle labbra.
“L’occasione che ti propone la NASA è di quelle che capitano a pochi. Non si ripeterà.”
Koji si appoggiò con le due mani sulla scrivania. “Me ne rendo conto professore, ma… ma a cosa servirebbe una stazione spaziale orbitante se gli alieni conquistassero la Terra?”
“Non la conquisteranno, finché Grendizer combatte per difenderla.”
“Ma io posso servire… io posso dare una mano.”
Umon non replicò; rimise in bocca la pipa e aspirò piano. Il profumo del tabacco si diffuse nella stanza.
Koji sentì che le guance gli si arrossavano. “Sono stato un incosciente ieri. Non ho dato retta alle chiamate e ho messo in pericolo i miei amici… e anche Grendizer. Non succederà più.”
“Devo dire al professor Yumi che rifiuti l’offerta?”
“Gli dica che sono molto onorato dell’offerta, ma che il mio posto è qui, al Centro Ricerche. Lo sarà finché Vega non sarà sconfitto.”
Umon abbassò appena il capo. “D’accordo, allora” tese la mano.
Koji la strinse con forza.
“E ora, professore, se non le dispiace, dovrei andare a scrivere una lettera.”

Edited by shooting_star - 15/2/2023, 21:20
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