Destini incrociati
Parte III: Il poeta e la scrittrice
Londra, 1812Il rapporto amoroso tra Lord Byron e Lady Caroline Lamb fu uno dei più scandalosi, discussi e tormentati che la società aristocratica londinese ricordi. Ironicamente, durò solo due mesi, si svolse tra l'aprile e il maggio 1812.
Dopo la sua iniziale reticenza, Caroline divenne presto vittima del fascino melancolico e tenebroso di Byron: gli scrisse alcune lettere anonime, attizzando il suo interesse. Poco dopo essergli stata ufficialmente presentata, Caroline scrisse nel suo diario, "Non l'ho mai visto più bello di ieri, ma era la bellezza della morte".
Byron venne a trovarla da solo, un giorno; non c'era nessun ricevimento, nessun altro ospite. La donna lo portò nella stanza di suo figlio e Byron prese in ginocchio il bambino, proprio lui che era solito dire che detestava i bambini piccoli. Partì dopo un'ora, e Caroline scrisse: "Questo viso bello e pallido è il mio destino."
Poco dopo cominciò il loro rapporto e fece scalpore, soprattutto perché non ritenevano necessario farne un segreto. Era una relazione passionale e distruttiva: scenate terribili si alternavano a giuramenti di eterno amore e progetti per fuggire insieme. (Byron non era ancora sposato.) Infine Byron si stufò e suggerì un periodo di distanza.
Il marito di Caroline, lord William Lamb, portò sua moglie in Irlanda a cambiare aria, ma lei e Byron continuavano a scriversi. Mentre i sentimenti del poeta si raffreddavano sempre più, per Caroline il suo ex amante divenne una vera e propria ossessione. Anche tornata a Londra lo sommergeva di lettere, di regali, promesse e attenzioni; era una vera e propria stalker. A un ballo in onore di Lord Wellington si ferì un labbro con un bicchiere di cristallo, quindi prese un coltello, gridò il nome "Byron" e sembrava volersi uccidere; le sottrassero il coltello, per fortuna si era solo ferita le mani.
Suo marito sopportava pazientemente, finché un giorno scoppiò la bomba. Fu pubblicato il romanzo
Glenarvon, in anonimato ma era un segreto aperto che l'autrice era stata lei. Tipico esempio del romanzo gotico, zeppo dei tipici cliché come tempeste notturne e castelli misteriosi, il romanzo non era ben scritto ma era chiaramente una satira alla società londinese. Protagonista è la bella Calantha, alter ego di Caroline, infelicemente sposata quando incontra il famigerato Glenarvon (Byron), che la fa innamorare e le spezza il cuore prima di trovare la sua eterna punizione. Il romanzo divenne un best seller non tanto per la sua qualità ma per il suo contenuto scandaloso. Più avanti Caroline scrisse due altri romanzi che riscontrarono molto meno successo.
La famiglia di William lo scongiurava di divorziare finalmente da Caroline, anche perché la salute mentale di questa continuava a deteriorare. Di notte girava per la casa come uno spettro, dimagriva a vista d'occhio, abusava di vino e di laudano; una notte in una cerimonia raccapricciante danzò all'aperto intorno a un fuoco prima di gettarvi le lettere del poeta; ma si trattava solo di copie. La donna rileggeva le lettere originali ancora e ancora.
Un giorno, andando a cavallo per caso Caroline incontrò un corteo funebre. Quella sera suo marito dovette dirle con molto tatto che Byron era morto durante la sua campagna in Grecia e che la sua salma era stata riportata in patria. Caroline crollò quando capì di chi era stata la bara che aveva visto quello stesso giorno. Subito dopo incominciò una corrispondenza frenetica con chiunque fosse stato presente alla morte: voleva sentirsi dire che Byron era morto con il suo nome sulle labbra. Ma il poeta si era preoccupato per il futuro della Grecia, e, in preda alla febbre, aveva qualche volta mormorato i nomi della sorella, della figlia e della moglie. Quando lo seppe, Caroline ridusse in frantumi un prezioso servizio di porcellana.
Infine il suo corpo non resse più, la donna finì in catalessi. Quando parlava, era solo per dire quanto era stata felice insieme a Byron. Morì di idropsia a 42 anni.
La famiglia di suo marito William non aveva mai potuto soffrire la volubile e impulsiva donna; la suocera era solita dire che Caroline era andata a cercarsi da sola le sue disgrazie. Caroline stessa disse una volta: "Sono stata la schiava dei miei impulsi." Suo marito, che l'aveva aiutata e sorretta fedelmente per tutti questi anni, fu definito da lei "L'unica persona nobile che io abbia mai conosciuto."
L'intera verità non la seppe mai nessuno: Annabella, la moglie di Byron, aveva sottratto le memorie di questi al suo editore con un sotterfugio, e gettato tutto nel fuoco.
Edited by Delari - 28/3/2024, 20:17