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Posts written by TsurugiTetsuya

view post Posted: 9/12/2023, 19:56     *Classifica TOP Forum di Maggio* - Deliri Girellari
CITAZIONE (Merlino 8 @ 7/12/2023, 21:11) 
Ottimo ottimo, votate votate, altrimenti... Anzi sapete che vi dico, sorpresa di Natale per cosa capita a chi non vota, posso solo dirvi che centrano: Sciroppo di cetriolo, cimici purulenti e pan tostato

Sono quantomai felice di aver votato! *^^*
view post Posted: 25/11/2023, 13:38     +3STREET-ART GIRELLARA - Scienza e Conoscentia
@ Shooting_star
CITAZIONE
Questo non è proprio street art...

Comunque questo totem di Goldrake sta esposto in un cortile, quindi tendenzialmente all'aperto, e a meno che non sia una scultura in cartone... Ecco, se potesse stare esposta alle intemperie, vedrei benissimo quest'opera come installazione a salvaguardia di un parco giochi, così come all'ingresso del municipio a garanzia della civica istituzione...

CITAZIONE
... gli altri soggetti sono cuori e stelle. Poi c'è LUI

Perché, tra cuori e stelle, secondo una goldrakkofila che altro potrebbe starci se non lui? *^^* :corn:
view post Posted: 23/11/2023, 20:49     ANNUSHKA's FICTION GALLERY - solo commenti - Fan Fictions
Per "Miracolo metropolitano".

Annushka,
in certi casi una shottina come questa penso equivalga a un piatto di tagliatelle di nonna Pina: un pieno di energia, effetto vitamina!
Così, a mente "sorridente", di sicuro il lavorare ad un problema sarà più lieve e il pervenire alla soluzione molto più probabile.
E come si suol dire: "Cuor contento Grendizer l'aiuta"! :spacer: :wub:

Edited by TsurugiTetsuya - 23/11/2023, 22:55
view post Posted: 8/11/2023, 21:04     CALATEA's FICTION GALLERY - commenti - Fan Fictions
Per "I dolori del giovane Hidargos".

Hiddy adolescente... Come direbbe Tetsuya: "È in un'età diffcile".
Direi che il racconto rende perfettamente la precaria condizione fisico-psicologico-ormonale della fase in questione, che da una parte - "Ah, che ricordi...", ma dall'altra -"Grazie al cielo che l'ho superata!".

Da goldrakkofila della domenica, ho dovuto andare a richiamare immagini nel web per rivedermi l'aspetto preciso del Camargo Ishtar... Allora ho potuto visualizzare esattamente quel che il giovane Hiddy stia tentando con la pozione acquistata rompendo il suo porcellino-salvadanaio (cioè la stessa cosa che mio nipote quindicenne fa quotidianamente al suo ciuffo di capelli, il quale plasmato a mo' di onda piatta e sporgente sopra la fronte si ammira identico in qualunque altro suo coetaneo), col risultato che alla fine paiono tutti uguali, 'sti ragazzini!

Altro sintomo tipico di questa fase dello sviluppo qui ben reso: l'immancabile sentimento d'insofferenza verso i propri genitori, qualunque cosa essi facciano o dicano... Beh, anche questa è una tappa doverosa, la crescita per confronto e rifiuto. Ma come dice Annushka, il nostro Hiddy alla fine ce la farà: altro che noioso levatore di infanti o dozzinale controllore d'impianti, lui farà carriera tra i carognoni dell'esercito di Vega - ma che bravo, Hiddino bello ammamma! :hyddy:

(Toglimi una curiosità, Calatea:"HD" si pronuncia: "Acca-Dì"? :ruota:)

Grazie per questo tuffo nei ricordi brufolosi! :rotfl:
view post Posted: 29/10/2023, 21:58     +1TsurugiTetsuya FF Gallery - solo commenti - Fan Fictions
Ciao, Luce!

Ebbene sì, all'età di quasi sedici anni Jun ormai si delinea per la bellezza che si vede nell'anime del GM. Invisibile, dici? Dunque, non so se interpreto bene la tua idea (in caso mi dirai)...

Di sicuro la ragazzotta, al momento e per un bel po' di tempo a venire, sarà più o meno invisibile al resto del mondo in quanto tutta "casa e palestra", cioè Fortezza e allenamenti.

Prima, nel frequentare le scuole medie in FF, chi le ha messo gli occhi addosso lo ha fatto in maniera poco elegante (cioè nel modo in cui ci illustra Ota nel suo manga), offendendo in qualche modo la sensibilità della ragazza in quanto meticcia (dato che, per il giapponese medio, la pelle della ns eroina può risultare fin troppo colorata), e lei decide di reagire mettendo in riga grazie alle arti marziali che ben padroneggia (tanto che a Kabuto è già toccato andare a riprendersi la figliola al comando di polizia).

Dentro la Fortezza, invece, la bella Jun sta sostanzialmente in compagnia dei soli padre e fratello adottivi... Che noia, che barba! - si potrebbe dire, se non che, giunti a questo punto, l'ultimo dei due comincia a guardare alla sorella acquisita in modo meno "trasparente" (o meno neutro, se si preferisce quest'altra espressione)...

In ogni caso, come tu dici, lei "ha sé stessa". Credo che quest'affermazione calzi molto bene per Jun, che malgrado la sua notevole bellezza fisca, di sé stessa penso manterrà sempre un'opinione molto onesta ed equilibrata, direi soprattutto "grazie" alle difficoltà di carattere relazionale che il colore della pelle le comporta nei confronti della società.
La stessa cosa non direi per Tetsuya (e qui ti ringrazio per lo spunto di riflessione): per lui, l'espressione "lui ha sé stesso" mi sembra non si addica... Infatti, come tu noti, egli ha sentimeti nascosti. Sa di essere importante per l'umanità intera, ma per il resto...

Luce, grazie del commento!
:thx:
view post Posted: 26/10/2023, 12:25     +1TsurugiTetsuya FF Gallery - solo commenti - Fan Fictions
Ciao, cara Micchi,
come va? Spero tutto ok.

L’incontrarsi qui, immersi nel mondo della Girella, per quanto a distanza è sempre un piacere.

Riguardo la formazione militare di Tetsuya, ci hai visto benissimo. Nello scriverla, all’inizio avevo in testa proprio le scene d'apertura del manga storico di Ota. Poi s’è aggiunta l'immagine del ns eroe che a distanza di anni, in MZ Infinity, si vedrà sbarcare al porto in divisa militare, da graduato dell'esercito. E sommate le due cose, sono arrivata alla conclusione che a un traguardo del genere, soprattutto nei ranghi dell'esercito, non si arriva né dall'oggi al domani, né solo attraverso promozioni honoris-causa, bensì bisognerà aver affrontato un determinato percorso, di carattere ufficiale da una parte, e poi magari anche di tipo paramilitare, così come Ota da quest'altra parte ci illustra. E per far sì che l'iter formativo da poco iniziato avanzi su entrambi i suddetti fronti, il Dr. Kabuto in FF avrà tempo ancora qualche annetto per sbizzarrirsi :sob:.

Nel contempo, questo impegnativo percorso di formazione dello Tsurugi mi ha permesso di allontanare per un certo periodo i due adolescenti fratelli adottivi (nel rispetto della volontà di Kenzo, che nei primi capitoli della FF deduce sia consigliabile provare a dividere i due "pappagallini" onde evitare che si trasformino in una pericolosa coppia d'inseparabili - e noi già sappiamo che la strategia funzionerà sì, ma al contrario (: ).

La realtà degli Yokaren con realtivo Yokaren Memorial Museum , invece, mi è saltata fuori diciamo per caso, facendo ricerche sulla canzone di propaganda "Waka washi no uta (Il canto della giovane aquila)" che in II Guerra, nel Giappone ormai prossimo all'invasione, era espressamente finalizzata a favorire l'arruolamento di giovani e persino di giovanissimi, da sacrificare inserendoli nelle fila del settore aeronautico della Marina Militare nipponica. Da là il video che in FF ho linkato, il quale sul serio mi ha di colpo proiettata sull'Isola delle Memorie. Una testimonianza storica che mi ha permesso di comprendere più a fondo sia l'atmosfera sia il reale significato di un addestramento come quello che attraverso l'anime del GM in flashback ci viene mostrato, tra le due situazioni trovando esattamente quel ci hai trovato tu: un significativo parallelismo. E così la stessa analogia ho fatto realizzare al diretto interessato, il quale, una volta rientrato “alla base”, trova il modo di comunicare la sua scoperta a quell' “aguzzino” di cui KK in questo senso farebbe la parte. Un'emozione forte, toccante come dici tu, perciò non posso che essere felice se in qualche modo sono riuscita a trasmetterla.

Micchi,
grazie come sempre,
e a presto!
view post Posted: 26/10/2023, 10:18     +1Luce's fiction gallery - commenti - Fan Fictions
Ciao, Luce!
Nel tentativo di recuperare coi commenti alle ff postate nel periodo per me più out, cioè quello estivo, ho scovato quest'altro exploit di Shiro:

"Bombe d'acqua".

Nel vedere il pargolo esplicare alla cattedra tramite il suo esperimento, mi è venuto in mente quel tizio che in TV ogni tanto fa la stessa cosa, cioè attraverso semplici attrezzature esegue dimostrazioni scientifiche di fenomeni fisici ordinari, e devo dire che, almeno da questo punto di vista, il ragazzino si meriterebbe un encomio, perché la dimostrazione mi è parsa efficace...
Circa gli effetti collaterali dell'esperimento (parziale allagamento della classe, cui l'inserviente scolastico di turno sarà toccato rimediare, nonché l'offesa alle scarpe "nuove di pelle" della maestra - quel salto indietro che la donna ha fatto, me lo sono proprio visto!), be', per la causa della scienza qualcosa bisognerà pur sacrificare (??)

Scherzi a parte, ho letto del contesto in cui hai concepito questo mini-racconto, e mi son venuti i brividi.
Complimenti quindi per il coraggio con cui hai affrontato la situazione, e per la tua capacità di trasformare un simile momento in questa gag a sfondo didattico.
Spero vivamente che chi di dovere, cioè chi è chiamato a gestire le acque fluenti del territorio, ne possa trarre gli elementari, indispensabili insegnamenti.
Altrimenti lo manderemo a scuola con Shiro (e più minaccia di così!) ;)
view post Posted: 18/10/2023, 20:14     +1H. ASTER's FICTION GALLERY - Commenti - Fan Fictions
Per "Armi improprie".

Come per Calatea, anche i miei primi sospetti erano caduti su un certo gorillone, ma date le dimensioni così ridotte della sostanza incriminata, per quanto di origine organica, i conti proprio non mi tornavano...
Un odore molto simile a quello delle pedule strausate di Rigel? >.<
Una cagliata micidiale, ecco la naturale spiegazione. Micidiale, soprattutto dopo stagionata (e dove mai riporre un simile prodottino a maturare?)
CITAZIONE
Ma nessuno sarebbe stato così imbecille da andare a boicottare proprio il reparto più pericoloso dell’intera base!

Devono ringraziare gli abitanti di Skarmoon che la sorpresina della Lady non sia riuscita, perlomeno non come la dolce massaia l'aveva pensata.
In comprenso... Mio dio, quel buco nel petto in gren: ci credo che il povero Procton ne sia rimasto scioccato, che danno! Speriamo almeno che si riesca a riparare. Coraggio, prof.

Per quanto riguarda l'indomito Budan, esponente di quella classe artigiana operosa in grado di tenere alta la bandiera del popolo veghiano, sono stata molto sollevata dall'apprendere che è sopravvissuto e che se l'è cavata tutto sommato con poco.
Idem per la micia di corte (ché da quando è arrivata lei, la base Skarmoon ha assunto un'aria decisamente più intima, quasi come una normale casa).
Onore invece ai robotecnici, che tra crolli di pezzi e sfrigolii, per colpa di 'sta faccenda ci hanno lasciato i transistor, così come il megarobot violaceo dal cannone enorme, che tutto sgocciolante nel suo arrancare sopportando il peso dell'arma "sostanziosa" di cui era caricato, mi ha davvero fatto molta pena.

Come al solito complimenti e grazie per le risate,
Premiata Ditta H&M!
view post Posted: 9/10/2023, 09:43     TsurugiTetsuya FF Gallery - solo commenti - Fan Fictions
Eccomi,
@Calatea:
CITAZIONE
I ragazzi si stupiscono e sembrano piacevolmente colpiti dai reciproci cambiamenti esterni...

Una delle stranezze della vita per me è il rivedere dopo tempo qualcuno che conosci, il quale intanto è talmente mutato nell'aspetto da non permetterti in prima battuta di ri-conoscerlo; allora subentra un attimo di smarrimento, prima di poter pian piano ritrovare l’individuo che stava nei tuoi ricordi (e idem succederà all’altro di fronte a te).
Se poi si parla di adolescenti o giù di lì, il cambiamento può risultare davvero impressionante, tanto più se tra le due persone esiste un legame stretto.
Aggiungiamoci che, nel tempo di separazione, i due giovani fratelli adottivi nonché futuri piloti hanno coltivato ben bene i loro rispettivi fisici (lei di propria iniziativa, lui un po’ più costretto), motivo per cui al loro reincontro vedono qualcosa di parecchio differente da ciò cui erano abituati.
E così si ritrovano (imho) a guardarsi l’un l’altra con occhi decisamente diversi ;)
CITAZIONE
Forse quello che desiderava davvero era riprendere un rapporto più stretto con il prof.

Credo di sì, anche se un carattere tanto particolare come quello di Tetsuya ha scelto di approcciare a modo del tutto suo.
CITAZIONE
La visita al museo lo fa arrivare ad una conclusione errata: se dovesse succedergli qualcosa, in tanti piangeranno e sentiranno la sua mancanza, compreso il padre adottivo

Già, me compresa :crybaby: .
Ma KK in questo senso non si esprime, magari perché pensa di non poterselo permettere? Chi lo sa, in ogni caso Tetsuya fa lo stesso: a sua volta non esprime sentimenti, però qualcosa da comunicare al padre adottivo il ragazzo, via teatrino nel dojo, di sicuro nel frattempo ha maturato.

Grazie mille, Calatea,
e a presto!

Edited by TsurugiTetsuya - 12/10/2023, 08:41
view post Posted: 4/10/2023, 14:57     TsurugiTetsuya FF Gallery - solo autore - Fan Fictions
40. RIENTRO ALLA BASE.

Baia di Suruga, 7 anni allo scoppio del conflitto VS Micene.

Il percorso di studi a Yokosuka era giunto al termine e quella mattina, nella living room alla Fortezza delle Scienze, Jun aveva atteso che il ritorno a casa del neodiplomato fosse annunciato dall’impianto di filodiffusione.
Per l’occasione gli aveva comprato un regalo, per festeggiare la sua promozione e quindi anche la fine della loro pressoché ininterrotta separazione. Nei tre anni che quella scuola militare era durata, infatti, persino i giorni liberi dello studente erano stati messi a frutto dal Dottor Kabuto per ampliare la formazione del futuro pilota speciale, le sue vacanze occupate prima da corsi extra tra un corpo e l’altro delle nipponiche Forze di Autodifesa, e poi da un’improvvisa missione nel Mar Egeo.
A conti fatti, in tutto quel tempo tra fratelli adottivi ci si era incrociati solo due volte: all’inizio del secondo anno, quando col Dottore per mezza giornata ci si era recati a fare visita all’allievo dell’Accademia Interforze, e poco meno di un anno dopo alla villa di Atami.
Di quel loro ultimo incontro, però, l’altro non poteva ricordare nulla, perché al rientro dalla spedizione in Grecia, in quella specie di laboratorio-ospedale che era la villa del padre del Dottore, Tetsuya si trovava allettato in uno stato indicibile, del tipo più di là che di qua. Per tacere delle condizioni del Dottore stesso, che da quell’avventura aveva addirittura guadagnato un’esistenza nuova, dal momento che al suo risveglio ad Atami anziché il suo corpo organico s’era ritrovato un autentico gioiello della bio-robotica…
Scrollatasi di dosso il pensiero dei risultati della sortita dei due Kabuto con Tetsuya a Bardos, Jun era tornata a concentrarsi sull’ambiente in cui si trovava.
Secondo lo stile proprio della Fortezza delle Scienze, anche quel locale era arredato all’insegna del minimalismo e tra i vari ripiani disponibili, tutti belli lucidi e assolutamente sgombri, aveva optato per il candido tavolo di servizio dalla piantana d’acciaio, posandovi l’omaggio in centro.
Scrutando il pacchetto del regalo accuratamente infiocchettato e ora sistemato in bella vista - Chissà se gli piacerà? - per l’ennesima volta s’era chiesta, dubbiosa perché Tetsuya aveva gusti originali, perciò l’immaginare cosa desiderasse era complicato, sempre che desiderasse qualcosa. Insomma, associato al fratello acquisito che rappresentava l’essenzialità fatta persona, qualunque accessorio poteva apparire superfluo...
A distoglierla da simili preoccupazioni ecco intervenire l’altoparlante, che con la voce del tecnico di turno lassù, in torre di controllo, aveva avvertito dell’imminente rientro del Direttore dalla stazione di Mishima.
A quell’avviso s’era precipitata in corridoio per consultare lo schermo in dotazione al piano, che collegato al circuito di sorveglianza avrebbe permesso di visionare i dintorni della struttura isolata dal mare.
Selezionata dunque la telecamera puntata alla terraferma della penisola, il monitor le aveva restituito l’immagine del solco che laggiù era l'unica strada d’accesso al Centro Ricerche, col puntolino in rapida approssimazione riconoscibile come la berlina del Dottor Kabuto e l’estremità della passerella in estensione quasi prossima alla costa.
Allora dal corridoio era balzata direttamente nell’ascensore di cui aveva premuto il terzultimo pulsante, corrispondente all’inferiore livello dei garage
E approdata a destinazione, fuoriuscita nella pacifica penombra del tunnel che poco sopra la superficie del mare conduceva all’autorimessa, tendendo l’orecchio aveva udito passi tra loro sfalsati in avvicinamento e poi anche la voce profonda del Dottore cui un’altra aveva appena fatto eco, quest’ultima dal timbro spiazzante, perché maturata, ma che ugualmente tra mille altre sarebbe stata in grado di riconoscere!
Dominando l’impulso di rimettersi a correre, s’era imposta di procedere nel corridoio a passo normale…
- Ah, ecco Jun - al vederla comparire poco dopo il Dottore aveva salutato, mentre il giovanotto che lo accompagnava, fermatosi sotto la serie delle feritoie stagne che all’ombra della sovrastante struttura fornivano un po’ di luce naturale, se ne restava zitto…
- Bentornati - di rimando lei aveva accolto, contenuta, sapendo che da nessuno di quei due c’era da aspettarsi né baci né abbracci: non dal Direttore, anche solo per il fatto che questi dalla Fortezza s’era assentato giusto un paio d’ore prima, mentre da quell’altro, be’, le effusioni non avevano mai fatto parte di Tetsuya, che difficilmente avrebbe approfittato della circostanza per smentirsi.
Intanto, visto che il Dottore stava a mani vuote mentre il reduce portava unicamente una sacca di tela a tracolla, considerato che quest’ultimo era stato in trasferta per tre anni consecutivi:
- C’è da prendere il resto del tuo bagaglio, Tetsuya? - lei s’era premurata.
- Quale resto di quale bagaglio? - con tale moneta il giovane spartano l’aveva ripagata, sarcastico aggiungendo - Jun, spiace deluderti ma l’elefante col baldacchino e le casse dei souvenir in treno non me li hanno lasciati caricare.

Saliti tutti e tre nella living, senza altre parole Tetsuya aveva lanciato la sua sacca sulla prima poltroncina che aveva incontrato; l’attimo dopo era già affacciato al balconcino dove oltre la porta-finestra dallo scorrevole spalancato, l’avevi osservato allargare le braccia per poggiare i gomiti alla ringhiera metallica e là restare, leggermente chino sul vuoto a contemplare il mare della baia, che calmo al riverbero del sole meridiano si presentava di un blu carico e scintillante…
Incapace di scollare gli occhi, non dal panorama, ma dalla presenza maschile che tuo malgrado continuava a risultarti estranea, avevi confrontato l’altezza della persona con quella nota della ringhiera, per giustificarti intanto il suo considerevole incremento in statura.
Poi, per stabilire cosa quel giovane uomo alto dal fisico statuario, visto da dietro, conservasse del ragazzino con cui da bambina avevi condiviso l’esistenza, t’era toccato proseguire l’esame…
Di certo restava la sua ricca capigliatura corvina, inconfondibile perché da sempre irrispettosa della gravità.
A confonderti però, oltre alla statura, c’erano l’estensione della schiena e l’ampiezza delle spalle, che vigorose e di gran lunga eccedenti il ricordo che ne conservavi, col paio di guizzanti bicipiti scolpiti e dal calibro incredibilmente lievitato sembravano fare a gara nel mettere alla prova la T-shirt mimetica, a forza stirandone il tessuto di cotone…
Finché, voltatosi, socchiudendo gli occhi Tetsuya ti aveva rivolto uno dei suoi rari, splendidi sorrisi.
Presa alla sprovvista di riflesso lo avevi ricambiato, immediatamente distogliendo lo sguardo.

Impressionante - guardando la ragazza che stava nel salottino ti eri ripetuto ora che per la seconda volta t’eri preso il granchio, come prima giù nel tunnel avendola d’acchito giudicata la più bella che avessi mai visto, troppo tardi realizzando trattarsi di Jun. Allora là fuori sul balconcino avevi sorriso, al pensiero che in tua assenza la sorellina adottiva fosse stata sostituita con una sosia d’ormai sedici anni e maggiorata di almeno una taglia.
Alla fine, però, avevi dovuto prendere atto del cambiamento cui era andata incontro l’acciughina nel mentre che l’avevi persa di vista.
Gli infantili arti inferiori di Jun, per esempio, come la sua minigonna dimostrava, s’erano plasmati in un paio di gambe che in altro modo non si potevano definire se non perfette, slanciate e al contempo tornite da tutti i muscoli necessari: allungati e ben disegnati i tricipiti rastremati al ginocchio, pieni e affusolati i gemelli del polpaccio, le caviglie che entro gli stivali s’intuivano agili e leggere, da puledra. In pratica, nulla a che vedere con le gambette filiformi dall’interno coscia depresso di tante femmine, scarne da non capire come i colleghi d’accademia potessero considerarle.
Anche i capelli di lei, di natura corposi e scuri dai vaghi riflessi ramati, erano stati lasciati crescere tanto da ammantarle oltre le spalle anche le braccia, la chioma ondulata spingendosi a sfiorarle i fianchi sino al fondo della schiena...
Mentre per quanto riguardava il giropetto sopra il vitino da vespa della “nuova” Jun, be’, gli ex compagni di corso avrebbero senza dubbio concordato nel dichiararlo un pezzo da novanta.
E se in qualche maniera potevi ancora identificare la piccola che alla Fortezza avevi lasciata, ciò era grazie alla sua carnagione, che colorata al caffelatte era il risultato d’un sano ed equilibrato mix afrogiapponese.

Scartato il suo regalo di bentornato, per qualche secondo il giovanotto tra le mani s’era rigirato l’articolo, con aria interessata analizzando il nero e lucido lettore portatile di nastri magnetici d’ultimo modello, che ultraleggero e compatto per essere assicurato alla cintola, era pure corredato da auricolari ergonomici, in tono di cortesia commentando:
- Davvero bello, - e quindi informandosi - ma che dovrei farne?
Allibita dalla reazione persino più tiepida del previsto, lei:
- Ascoltarci la musica, cos’altro se no?
- Jun, secondo te, io avrei tempo di ascoltare musica? - seriamente l’altro aveva dubitato.
- E come no!? - irriducibile lei gli aveva suggerito - Tra allenamenti di corsa ed esercizi in palestra, vedrai quanta musica potrai ascoltare in questo modo! - e all’intervento del Dottore a sostegno di quella tesi - Esatto, un po’ di buona musica ad accompagnare l’attività fisica contribuirà a mantenere alto il ritmo degli addestramenti - il neopromosso caporal maggiore s’era prodotto in una delle sue classiche smorfie d’insofferenza, che come il suo sorriso di poco prima, aveva permesso a Jun d’intravedere il Tetsuya che da sempre conosceva.



Il mattino seguente, di buon’ora, il Direttore della Fortezza delle Scienze sul cantiere di recente inaugurato per la realizzazione del Grande Mazinga s’era visto raggiungere dal suo pilota designato, che ora promosso al grado di Sottufficiale di Terra, tralasciando il buongiorno se n’era uscito con una proposta inedita:
- Vorrebbe per favore accompagnarmi in palestra?

Sorpreso anche dal fatto che ti si fosse rivolto dandoti del “lei”, incuriosito per i meandri della Fortezza ti eri avviato insieme a un Tetsuya particolarmente anticomunicativo, ignaro di quale palestra si intendesse tra le diverse di cui il tuo istituto era dotato.
Seguitolo avevi capito trattarsi del tradizionale dojo riservato alle arti marziali, dove tolte le scarpe da ginnastica il ragazzo era salito sul tatami, ed eseguito l’inchino rituale s’era girato a guardarti, improvvisamente rompendo il suo silenzio:
- A chiusura dell’anno scolastico il professore di storia ci ha portati a visitare un museo.
E di nuovo in silenzio era rimasto dritto in piedi, con gli occhi grigio cupo a fissarti dal tatami.
Completamente all’oscuro di dove si volesse andare a parare:
- Ebbene, quale museo siete stati a visitare? - avevi sollecitato.
- Quello della città di Ami, nella baia di Kasumigaura. Ha presente, Dottore?
- Mmh... Veramente no, il luogo non mi dice nulla, - a scanso di ulteriori silenzi incalzando - Di che si tratta?
- Si tratta dello Yokaren Peace Memorial Museum.
Di quell’intitolazione la prima parola era bastata a inchiodarti, facendoti mestamente chinare il capo...

Yokaren.
La bellezza di ventiquattromila boccioli di ciliegio scelti da affidare all’aria per volare lontano, sul mare, con la missione di non fare ritorno...


Rialzata la testa, incredulo davanti al naso avevi messo a fuoco l’impugnatura della spada da kendo che il ragazzo, decisamente più alto e sviluppato d’un tempo, a braccio teso ti stava porgendo...
- Tetsuya, ma cosa...?
- Prendila.
Al repentino cambio di registro l’istinto ti aveva consigliato di assecondare la nuova e precisa richiesta, nell’altra mano accettando anche la stoffa scura che, ben ripiegata, Tetsuya s’era sfilata dalla tasca dei jeans; quindi voltandosi di schiena, l’altro aveva praticamente confermato la tua idea. Approfittando di non essere più sotto il tiro del suo sguardo che in quel dojo s’era fatto magnetico:
- Perché tutto ciò?
Restando di spalle, senza muovere un muscolo così ti aveva risposto:
- In quel museo ci sono oggetti, fotografie, filmati, tutti originali. Nel vederli, di colpo ho desiderato essere di nuovo sull’Isola delle Memorie. Buffo, no? - e sempre mostrandoti la schiena s’era portato le mani ai fianchi, in un inequivocabile gesto d’attesa...
No, figliolo, in questa tua forma di nostalgia non trovo nulla di buffo - avresti voluto rispondergli e tuttavia, a tua volta eliminate le calzature e salutato l’accesso al tatami, avevi ripetuto l’atto che cento altre volte nell’arcipelago delle Izu col ragazzino avevi compiuto, cioè con la spessa stoffa l’avevi bendato, ma al rallentatore, forse a guadagnare tempo per comprendere da dove l’insano desiderio originasse...
Se non che Tetsuya con la benda agli occhi era già passato a fronteggiarti, da cieco assumendo la posizione di guardia, mentre tu, con la shinai ferma nella mano abbassata - Che fare? - dopo anni di astinenza da quella pratica oggi chiedevi a te stesso.
Neanche t’avesse letto nel pensiero:
- Avanti, Dottore! Che c’è, non ricordi come fare? - in tono che più che d’affronto era suonato di delusione, in tal modo spingendoti ad agire, nella certezza che il ragazzo ormai cresciuto e ancor meglio addestrato avrebbe facilmente schivato la bordata che senza metodo avevi menata, la quale invece su una spalla gli si era abbattuta facendolo contrarre per il dolore, ma senza un lamento.
L’istante dopo, sempre alla cieca l’altro s’era già riportato in posizione di guardia e tu, nel timore che con quell’esercizio si fosse irrimediabilmente finiti fuori allenamento, per la seconda volta avevi levato la verga, allo scopo di verificare facendola fischiare per l’aria.
E di nuovo Tetsuya in piedi sul tatami s’era piegato in due, la sferzata avendolo raggiunto al braccio, ma per quanto si fosse ancora trattenuto dall’esternare a voce la sofferenza, era chiaro come la difficile lezione impartitagli da bambino fosse stata nel tempo dimenticata, motivo per cui l’insistere non aveva più alcun senso, quindi:
- Basta così - con sollievo avevi concluso.
- No, continuiamo.
- Basta così, ho detto.
- Proviamo un’ultima volta - gli occhi sempre celati dalla benda, riportandosi in posizione d’attesa aveva trattato - Se ancora non riuscirò, smetteremo.
Solo per accontentare il testardo, che evidentemente in quel modo intendeva mettersi alla prova, avevi simulato un altro colpo lento e leggero da non potergli causare alcun male, finalmente mancando il bersaglio: intuita la traiettoria, la shinai era stata evitata.
Di conseguenza sempre usando cautela avevi ritentato, e dato che anche l’ultima azione era andata a vuoto, gradualmente avevi provato ad aumentare velocità e potenza delle sferzate, ma senza più riuscire a toccare il ragazzo che d’un tratto pareva tornato padrone della tecnica, a ogni nuovo fendente pur senza vederlo sottraendosi grazie a lievi inclinazioni del corpo.
A quel punto col massimo dell’impegno avevi preso a levare la verga di bambù, deciso e con forza ora calandola a fendere l’aria, per scoprire sgomento che il gioco era finito lì: anziché schivare stavolta era sceso su un ginocchio Tetsuya, fra le mani giunte accompagnando la spada sino a fermarla, un dito sopra la sua testa adesso trattenendola con fermezza, tu in preda all’affanno, lui imperturbato ad asserire:
- Sa, Dottore, nel museo dedicato agli Yokaren ho capito che il dolore più grande è stato quello dei genitori per la sorte toccata ai loro figli. Allora ho compreso la mia fortuna: al caso, nessuno mai dovrà soffrire piangendo me - e liberata la shinai s’era rialzato e s’era tolto la benda, in piedi lì davanti accennando un inchino come di tutto ciò a voler ringraziare.

Per visitare anche voi lo Yokaren Peace Memorial Museum*:


* Potete visionare il video con sottotili: attraverso la scritta a caratteri originali attiva in alto a sinistra, apritelo direttamente in YouTube; in basso a destra cliccate sull'icona rettangolare accanto alla rotella impostazioni e selezionate la lingua desiderata.

Per dire la vostra: https://gonagai.forumfree.it/?t=72981448&st=375#lastpost

Edited by TsurugiTetsuya - 13/10/2023, 07:11
2062 replies since 7/9/2016