Quo vadis? Henry Sienkiewicz. 1896. Cartaceo.
Roma, 64 D.C.
Mente l'imperatore Nerone regna sulla città eterna con la sua follia, un giovane patrizio di nome Vinicio, nipote dello scrittore Petronio, s'innamora della dolce e timida Ligia, figlia di un re svevo, allevata ed educata a Roma sotto la fede cristiana.
Questo amore viene però ostacolato dai detrattori della nuova religione e soprattutto da Nerone stesso che non ci pensa due volte, sotto consiglio del suo prefetto Tigellino, di addossare la colpa dell'incendio da lui provocato che ha distrutto Roma sui cristiani, dando così origine alle terribili persecuzioni di cui furono vittime.
Romanzo il cui tema principale è l'amore, contrastato all'inizio a causa della visione religiosa opposta che divide il pagano Vinicio dalla sua Ligia, cristiana, e poi dalle persecuzioni perpetrate da Nerone.
Sullo sfondo c'è la magistrale descrizione della Roma imperiale con tutti i suoi usi e costumi, il folle potere di Nerone, il suo periodo di terrore che culmina con l'incendio da lui appiccato alla città perché non la riteneva abbastanza bella ai suoi occhi, i famosi personaggi che gli gravitano attorno(la sua seconda moglie Poppea, il suo mentore Seneca, il saggio e astuto Petronio, l'arrogante Tigellino, gli apostoli Pietro e Paolo, vittime del martirio), un romanzo che più che un libro sembra un vero e proprio affresco storico, un connubio perfetto tra storia, religione, azione e colpi di scena, sentimenti, morte e rinascita.
Spettacolari le descrizioni dell'incendio che rase quasi al suolo Roma e terrificanti quelle del supplizio degli innocenti cristiani dati in pasto alle belve feroci durante i giochi circensi.
Un viaggio nella Roma imperiale, un romanzo splendido e a mio parere sottovalutato(è molto più nota la sua trasposizione cinematografica).
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