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La donna che comprendeva i bambini
Astrid era figlia di semplici contadini; la sua famiglia era affiatata e nonostante il clima borghese del luogo e il lavoro spesso duro sui campi, la sua infanzia fu serena. La ragazza era dotata di grande intelligenza e immaginazione e sin da bambina si dilettava a raccontare storie ai sui fratellini. A 17 anni le offrirono un impiego di volontariato per un giornale locale. Tra le altre cose scrisse il rapporto per l’inaugurazione di una nuova linea ferroviaria: era l’unica femmina presente. Erano gli anni 20 e Astrid si fece tagliare i capelli secondo la moda del tempo; sua madre profetizzò che sarebbe finita direttamente all’inferno. Astrid non finì all’inferno ma tra le braccia del suo datore di lavoro, un uomo oltre i quaranta che aveva sette figli dal primo matrimonio e viveva in un secondo matrimonio, molto infelice, da cui voleva divorziare. A 18 anni Astrid si trovò incinta. Il padre del bambino la aiutò finanziariamente, ma la cosa doveva restare segreta perché la famiglia di lei dipendeva dalla chiesa, e perché lui rischiava la prigione per fornicazione. Astrid andò in un altro paese a partorire per tenere segreto il nome del padre: ebbe un figlio a cui diede il nome Lars. Il bambino rimase con una madre affidataria che era una brava donna, ma la distanza rendeva le cose ulteriormente difficili per Astrid: quando andava a trovarlo suo figlio non la riconosceva. L’amante di Astrid finalmente poté divorziare, ma nel frattempo essa aveva compreso di non volerlo sposare. Andò a vivere nella capitale, dove lavorava come segretaria. Dopo qualche anno la madre affidataria di Lars si ammalò e Astrid prese il bambino con sé. Fu un periodo difficile perché Lars non vedeva in lei sua madre e aveva nostalgia del posto dove era cresciuto. Il loro rapporto migliorò quando Astrid cominciò a raccontargli storie, come aveva fatto da bambina. Con il tempo, ottenne il riconoscimento della gente del suo villaggio e riuscì a convincere i suoi genitori ad accettare il nipote. Astrid e Lars passarono molte estati felici in campagna, dalla sua famiglia. Dopo qualche anno, Astrid si sposò con Sture, suo capoufficio, e i due ebbero la figlia Karin. Astrid, che scriveva piccoli contributi per la ditta dove lavorava, spesso raccontava storielle a sua figlia quando era ammalata. In seguito a una slogatura che la costrinse a letto, si cimentò a trascrivere alcune storie. Sture purtroppo finì alcolizzato e morì presto, lasciando Astrid una giovane vedova con due figli. Astrid scriveva, scriveva, scriveva. Dalla sua fertile immaginazione nacquero storie spesso ambientate in mondi a cavallo tra la realtà e la magia, con bambini per protagonisti: ragazzine che tenevano ben saldo in mano il proprio destino, famiglie unite, fratelli affiatati, bambini birbanti ma buoni. Nonostante si trattasse di storie per bambini, a volte tematizzava anche la morte. Le sue storie erano così universalmente comprensibili e i valori trasmessi così eterni che con il tempo ebbero sempre più successo. Ne furono tratte serie tv e film, e vennero tradotte in moltissime lingue. Astrid era anche molto attiva politicamente per i diritti di donne e bambini. Ottenne numerosi premi letterari e fu acclamata per avere reso più conosciuto nel mondo il suo paese e la sua cultura. Astrid veniva inondata di lettere, dove spesso i suoi piccoli lettori le chiedevano come faceva a comprendere così bene i bambini quando la sua infanzia era passata da tanto tempo. Morì a 94 anni lasciando in eredità alcuni dei personaggi più famosi della letteratura: Pippi Calzelunghe, Kalle Blomqvist, Emil di Lönnberga, i ragazzi di Büllerbü, Rasmus e il vagabondo, i fratelli Cuordileone, Ronja la figlia del brigante, e tanti altri. Astrid Ericsson Lindgren, Vimmerby 1907 - Stoccolma 2002 Edited by Delari - 15/2/2024, 21:20 |