Go Nagai Net

MABOROSHI NO GOD MAZINGER: la traduzione della novel del Grendizer Fan Club

« Older   Newer »
  Share  
isotta72
view post Posted on 27/7/2012, 15:25 by: isotta72     +2   +1   -1




Photobucket





Abbiamo già parlato di questa graphic novel qui:

https://gonagai.forumfree.it/?t=53493220

per altro confondendo, perchè ancora le notizie non erano chiare, l'attività di due fan club: il Grendizer Fan Club che lavorava alle uscite di Spacer, e di cui abbiamo parlato anche qui:

https://gonagai.forumfree.it/?t=58120098


e il Dizer fan Club, che lavorava invece alle uscite di Alien, e di cui abbiamo parlato diffusamente qui:

https://gonagai.forumfree.it/?t=57071765

senza però avere la possibilità di tradurre la novel, sia perchè le foto non restituivano i caratteri, scritti a mano, in maniera comprensibile, sia perchè, allora , non c'era nessuno che potesse effettuare la traduzione. Ci siamo accontentati di interpretare attraverso il software di traduzione quello che veniva raccontato nel blog giapponese dove le immagini erano state caricate.

Dalla messa in onda dell'anime nel 1975 in Giappone quindi, l'attività dei fan club divenne via via più intensa, raccolse soprattutto adolescenti che si diedero un'ottima e capillare organizzazione, considerando l'assenza di internet, e che riuscirono ad entrare in stretto contatto con lo stesso staff che aveva lavorato all'anime. Tra questi adolescenti, un futuro mangaka professionista, Akihiro Enomoto, a cui si deve gran parte della realizzazione di questa novel, e che riprenderà il mecha del robot anche in un manga "ufficiale", Mazinger Spirit, di cui abbiamo parlato qui:

https://gonagai.forumfree.it/?t=60412842

Maboroshi no God Mazinger, Il God Mazinger fantasma o "perduto", è la novel di punta del Grendizer fan Club, uscita tra il 1978 ed il 1981 tra i numeri 15 e 22 della rivista Spacer.


Se questo materiale è arrivato a noi, e se queste tavole non sono più di una cozzaglia di incomprensibili simboli e qualche bella immagine, lo dobbiamo alla generosità di Ryo Hirokawa, che è riuscita a collezionare questo rarissimo materiale ed ha avuto la voglia di condividerlo con noi, fotocopiando le riviste ed inviandomele, e ad un amico, appassionato come noi, che si è reso disponibile alla traduzione, e che ringrazio di cuore.
Un grazie anche a Joe per aver fatto tutte le scansioni.



Nei limiti del possibile e degli impegni di chi sta facendo il faticosissimo lavoro di traduzione, cercheremo di uscire con una certa regolarità fino al completamento della novel.



Era il 1978 e nel numero 14 di Spacer, la fanzine del primo e più grande fan club giapponese dedicato a Grendizer, compare un teaser che annuncia l'uscita a puntate di una graphic novel:

Photobucket




Ecco cosa compare nel teaser:

PREVIEW:Quale sorte attende Goldrake, ritornato su Fleed? Una nuova battaglia sta per iniziare...

Una nuova minaccia si avvicina al pianeta Fleed...il fantomatico God Mazinger si erge a difesa.

UFO Robot Goldrake 2 - romanzo illustrato


Planning, draft, dramatization, direction, character design, mechanic draft : Akihiro Enomoto
Mechanic design : Ryosuke Asuka
cut : Komatu Saionji
Novel part: Osamu Kajiyama



La fanzine si articola dal n°15 al n°22 di Spacer, numero nel quale il club annuncia la chiusura e l'uscita di un'ultima fanzine commemorativa,l'omnibus edition, che conterrà l'ultimo episodio della novel . Purtroppo quest' ultima fanzine, rarissima, non è in possesso di Ryo, che la cerca da anni, ma sappiamo comunque come va a finire la storia grazie alle foto del blog giapponese.

All'uscita del primo episodio, la novel cambia titolo:


Maboroshi No God Mazinger



Act 01- Il misterioso oggetto volante



th_Mazingerperduto00 th_Mazingerperduto00a th_Mazingerperduto00b



Actarus e Maria stanno tornando sul pianeta Fleed, dopo ben cinque anni, e con la guerra contro Vega alle spalle. Il sistema warp di Goldrake, nonostante non fosse stato usato dall'arrivo di Actarus sulla Terra, non mostra alcun segno di malfunzionamento. Fleed risplende come un gioiello blu nello spazio. A vederlo ad occhio nudo, appare ancora più bello di come appariva nelle foto scattate da Rubina.
I sentimenti che agitano i cuori dei due giovani sono diversi come il giorno e la notte: Maria pensa a Fleed come alla patria che non ha mai conosciuto (era troppo piccola quando è fuggita sulla Terra), e, tuttavia, vedendo il pianeta, sente un legame con il padre e la madre ormai scomparsi. Actarus, dal canto suo, è determinato a riportare civiltà e gloria al suo pianeta, una promessa fatta ai suoi genitori che lui continua a ripetersi mentalmente, e a fare felice Maria.
Improvvisamente, qualcosa attrae la loro attenzione. Ad accorgersene per prima è Maria, che richiama l'attenzione del fratello: un oggetto luminoso si frappone fra Goldrake e Fleed. Il radar del disco non segnala niente, eppure Actarus non può fare a meno di essere inquieto. E non a torto. Nell'istante successivo, l'oggetto si avvicina a Goldrake ad una velocità spaventosa, finendo per avvolgere il disco. Actarus corre automaticamente con le dita al dispositivo di sblocco degli armamenti del robot. Avverte Maria di non guardare, o ne rimarrà accecata. Ma, anche con la protezione della visiera scura del casco, è difficile esaminare quella luce. L'ansia di Actarus si è ora trasformata in paura. A differenza di quando combatteva contro i Dischi Mostro, o contro i Mostri di Vega, quello che sta affrontando ora è qualcosa di totalmente sconosciuto, e mai come prima Actarus teme di non potercela fare. Nell'istante successivo, però, la luce è completamente cessata, e davanti a loro si presenta la forma di un piccolo disco spaziale.
Actarus, avvertendo intenzioni ostili, afferra la cloche con forza. Ma il misterioso disco non mostra alcuna intenzione, né ostile, né amichevole. Il disco assomiglia molto a quelli di Vega, e tuttavia c'è qualcosa di diverso. Sorprendentemente, cosi come era arrivato, il disco scompare nelle profondità dello spazio, mentre gli increduli Actarus e Maria si domandano se i veghiani non siano tornati.


Ecco il secondo episodio:

ACT 2. Una terra desolata





Mazingerperduto00cred



Duke Fleed posò i piedi a terra trattenendo il respiro. Attorno a lui solo macerie, fino a dove lo sguardo poteva arrivare. Il cielo era scuro, coperto da fitte nuvole grigie, e sotto le nuvole soffiava un vento fortissimo che sollevava la polvere delle macerie trasformandola in una specie di tempesta di sabbia.

“Questo è davvero il pacifico pianeta Fleed?” si chiese Actarus mordendosi le labbra. Il paesaggio di Fleed era il muto testimone degli avvenimenti della grande guerra che aveva portato alla sua fine. Vedendo questo panorama desolato, e ripensando alle numerose vittime, Actarus sentì crescere dentro di se la rabbia nei confronti del grande re Vega, ormai scomparso. Come a rispondere ai suoi sentimenti, una violenta raffica di vento si levò, spazzando quella terra desolata.

Mazingerperduto00dred



Il paesaggio di Fleed fu uno shock anche per Maria, la quale riusciva a stento a trattenere le lacrime.
Accortosi dell'angoscia della sorella, Actarus le parlò dolcemente:
“Maria...ormai Re Vega non c'è più. Fleed è risorto. Sicuramente ci sono dei sopravvissuti. Dobbiamo trovarli al più presto e unendo le forze restituiremo splendore alla civiltà di Fleed.”
Queste parole ridiedero coraggio a Maria, il cui volto tornò ad essere sorridente. Maria aveva solo 15 anni e per lei il fratello era una figura forte e rassicurante.

Da quando erano entrati nell'atmosfera del pianeta, il clima era stato decisamente pessimo. Il vento soffiava a più di 40 Km all'ora e le tempeste magnetiche impedivano l'uso del radar. Sulla superficie, la tempesta di sabbia rendeva difficile vedere oltre un palmo dal naso. Ritrovare il palazzo reale di Fleed era sembrata un'impresa davvero difficile. Affidandosi solo alla sua memoria per la direzione, Actarus aveva fatto atterrare Goldrake.
“Onestamente, non ho la certezza di dove possiamo essere. Ma è certo che da queste parti c'era una città, ed è molto probabile che i sopravvissuti vi si siano rifugiati. Il palazzo reale non deve essere molto lontano da qui. Ma a giudicare dal buio, ormai deve essere notte. Sarebbe pericoloso fare ricerche adesso. Per stanotte dormiremo all'interno di Goldrake e domani inizieremo le ricerche. Non ti preoccupare, abbiamo tutto il tempo che vogliamo.”
“Già”
“Bene...A proposito, Maria...”
“Cosa?”
“Io avrei un po' di fame. Prepareresti qualcosa da mangiare?” Con quella frase a sorpresa, Actarus voleva ridare un po' di coraggio a Maria.
“Sissignore, Vostra Maestà”
Scherzando in questo modo, i due ritornarono verso Goldrake.

Con il calar della notte, il cielo schiarì e anche il vento smise di soffiare. Le stelle cominciarono a brillare nel cielo. Rispetto a poche ore prima, l'atmosfera era completamente diversa.
Terminato il pasto, Actarus e Maria scesero da Goldrake e si misero a guardare le stelle da sopra le macerie.
“Senti Maria...quanti saranno i sopravvissuti?”
“Chissà...”
“Io ecco...vorrei far venire su Fleed anche i sopravvissuti del pianeta Vega.”
“Eh?”
“Anche la gente di Vega, a conti fatti, è stata solo una vittima delle ambizioni di Re Vega il Grande. Senza una patria a cui tornare, ora staranno vagando nello spazio.”
“Già...anche io lo penso e sono d'accordo con la tua idea.”
“Davvero? Grazie. E tuttavia, chissà quanti anni ci vorranno per ricostruire tutto...”
“Lo so bene.”
In un primo momento, sentendo l'idea del fratello di accogliere i sopravvissuti di Vega, Maria ne era rimasta molto sorpresa, ma poi non aveva potuto che essere d'accordo.
“Bene. Ora andiamo a dormire. Domani dobbiamo alzarci presto.”
“Si”
I due si alzarono e ritornarono verso Goldrake. Ma ripensando al misterioso oggetto volante che avevano visto quello stesso giorno, Actarus non riuscì a scrollarsi di dosso una diffusa sensazione di ansia.



Act 3: Rapimento



Photobucket




Il giorno dopo Actarus si svegliò presto.
Il pianeta Fleed era circa 1.3 volte più grande della Terra e il tempo per compiere un'orbita intorno al sole di circa 30 ore terrestri. Per questo motivo, anche la notte era più lunga.
Abituato com'era alla vita sulla Terra, la notte per Actarus era stata lunga. Ma non era solo questo. Non potendo usare la bussola a causa delle tempeste magnetiche, l'unico modo per capire in quale città si trovavano era osservare la posizione del loro sole, Caos, che sorge.
Era anche per questo motivo di ordine pratico che Actarus si era alzato presto.
Sceso da Goldrake, si guardò intorno. Il sole non era ancora sorto.
Il cielo era pieno di nuvole bianche e cominciava a tingersi di blu, era una mattina davvero piacevole. E infine, colorando il cielo di bianco ed emettendo una luce abbagliante, il sole mostrò il suo volto. La sua luce avvolse la terra, illuminandola e spazzando via l'oscurità.
Il sole era tornato a sorgere su quella terra desolata, su cui si pensava che non sarebbe mai più sorto. Quella visione diede ad Actarus grande speranza e coraggio. Per un attimo rimase immobile, immergendosi nella luce; la sensazione era davvero piacevole. Respirò l'aria a pieni polmoni, sentendola diffondersi piano piano nel suo corpo. Mentre si godeva quell'atmosfera mattutina, sentì una voce alle sue spalle
“Ti sei svegliato presto, fratellone”. Era Maria, ancora un po' assonnata.
“Si, è un mattino davvero piacevole.”
“Wow, che tempo stupendo...” Maria quasi non credeva ai propri occhi
“Già. Ieri, con quella tempesta, ero alquanto preoccupato, ma ora sono più tranquillo”
“A proposito, fratellone, oggi che facciamo?”

Photobucket



“Uhm...Vorrei capire al più presto dove si trova il palazzo reale. Per prima cosa farò un giro qui intorno per capire in quale città siamo. Forse ci sono dei sopravvissuti anche qui.”
“E se cercassimo dal cielo con Goldrake? Il tempo è bello...”
“Meglio di no. Se c'è una colonia di sopravvissuti tra queste macerie, dal cielo potremmo non vederli. Inoltre potrebbero pensare che Goldrake sia stato trafugato dai veghiani. Potrebbero pensare che siamo nemici, e vedendo Goldrake volare potrebbero spaventarsi.”
Ma non era solo quello il motivo per cui Actarus non voleva usare Goldrake. Le parole di Naida, che sotto controllo mentale gli aveva dato del traditore, pesavano ancora immensamente sul suo cuore. Era logico che gli dessero del traditore, lo capiva, eppure, nel profondo del suo animo, quelle parole erano ancora une ferita fresca e molto profonda. Aveva paura che tra lui e i sopravvissuti si creasse una frattura insanabile.

Photobucket



“Per prima cosa esplorerò i dintorni. Quando avremo capito dove siamo, cercheremo il palazzo reale. Tu resta su Goldrake e aspettami.”
“Va bene fratellone.”
I due fecero colazione e circa 30 minuti più tardi, Actarus si preparò a partire.
“Maria, prendi questo”. Actarus consegnò a Maria un braccialetto.
“Cos'è?”
“Un piccolo comunicatore. A causa di queste tempeste magnetiche non si può comunicare normalmente, ma amplificando l'onda con Goldrake potremo comunicare in qualche modo. Ma usalo solo in caso di emergenza.”
“D'accordo”
“Inoltre, finché non ritorno, non devi uscire da Goldrake per nessun motivo.”
“Eh, ma perché? Così mi annoierò a morte.”
“Su, su, abbi pazienza per due o tre ore e stattene tranquilla.”
Liquidando Maria in questo modo scherzoso, Actarus si allontanò.
Maria era decisamente seccata, ma alla fine decise di starsene tranquilla dentro Goldrake. Pensando 'Ah, che noia', stava seduta nella carlinga guardando distrattamente il cielo.
Dopo circa un'ora che Actarus era partito, Maria sentì un suono metallico.
'Cos'è questo rumore?' pensò alzandosi dal sedile. Sembrava come se qualcuno, dall'esterno, stesse picchiettando sullo scafo di Goldrake.'Chi sarà mai? Actarus ha la chiave per entrare...che sia uno dei sopravvissuti di Feed?...Oppure...' pensando questo e continuando a sentire quel suono, la preoccupazione di Maria crebbe. A poco a poco la preoccupazione divennero paura e terrore, che Maria non riusciva a scrollarsi di dosso.
Non potendo più sopportare quella sensazione, Maria afferrò la pistola laser riposta nel portaoggetti del sedile, ed infine aprì la carlinga. In preda al panico osservò l'esterno, senza vedere alcunché, mentre quel suono continuava imperterrito. Maria prese coraggio e decise di uscire all'esterno, dimenticando completamente quello che Actarus le aveva raccomandato prima di partire. Uscita dalla carlinga si fermo vicino allo scafo di Goldrake. Improvvisamente si sentì afferrare da dietro e subito ebbe la sensazione che qualcosa le trafiggesse il cervello, e nell'istante successivo si sentì
svenire.

Photobucket





ACT 4. I sopravvissuti del pianeta Fleed




Dopo aver esplorato i dintorni per circa due ore, Duke ha capito di trovarsi presso le rovine della città culturale di Logol, trovando le rovine della scuola e della biblioteca che era solito frequentare. La capitale non era lontana.
Pur appartenendo alla famiglia reale, aveva frequentato le scuole come un normale cittadino. Naturalmente aveva a disposizione anche i precettori privati, ma il padre aveva voluto che lui frequentasse la popolazione comune.
Al suo ritorno, delle fitte nuvole si erano addensate nel cielo, in preludio ad un violento temporale.
Si accorse che c'era qualcosa ai suoi piedi. Era una tavoletta con sopra incisi dei caratteri in lingua fleediana. Raccolse la tavoletta e la lesse. Sbiancò in viso.
(Maria Grace Fleed è nelle nostre mani. Vieni al palazzo reale.)
Entrò rapidamente nella cabina di Goldrake, ma di Maria neanche l'ombra. Scese, e facendo affidamento solo sulla sua memoria, si diresse correndo verso il palazzo reale.
Improvvisamente si levo un vento furioso, e cominciò a cadere una fitta pioggia.

Photobucket




Corse a perdifiato. A causa della fitta pioggia, il terreno disseminato di rovine divenne scivoloso, e inciampò più volte. Corse per più di trenta minuti. A causa della fitta pioggia non si vedeva a 100 metri di distanza. Si ricordava bene. La forma, semidistrutta, era molto cambiata, ma quello era decisamente il palazzo reale. Correndo si accorse di qualcosa di cui non aveva memoria. Sull'ala destra del palazzo reale c'era qualcosa. In quel momento cadde un fulmine che illuminò il cielo scuro. Si femo, impietrito.


Photobucket



[Maria!] Maria era legata ad una croce. (Chi mai può avere fatto questo). Riprese a correre, raggiungendo il palazzo reale e dirigendosi verso la vicina scalinata, per liberare Maria. In quello stesso istante fu sorpreso da una voce acuta. [Fermo lì]. Si girò. Davanti a lui c'era un giovane uomo.
[Sei..sei un fleediano?] La voce era strozzata, e dalla sua bocca usciva del vapore, a causa dell'aumento della temperatura corporea, dovuto alla lunga corsa.
[Esatto] Era evidente che il giovane stava reprimendo la sua rabbia. Da sotto i lunghi capelli lo guardava con sguardo affilato.
[Cosa significa questo? Sei tu che hai fatto tutto ciò?]
Il tono di voce era leggermente irato per il comportamento irrispettoso tenuto verso Maria.
[Io? Sarebbe meglio che dicessi 'noi']
[Cosa?]
Si accorse della strana atmosfera alle spalle dell'uomo. Dietro al giovane si erano radunati 100, no 200 uomini, riempiendo a metà la sala.
[Anche loro sono...Anche loro sono Fleediani?]
[Esatto]
[E così dunque...voi siete i soli sopravvissuti]
Nonostante la strana atmosfera, il suo cuore si riempì di gioia nell'incontrare così tante persone tutte insieme. Ma non poteva lasciare Maria legata a quella croce, sotto la pioggia.
[Non so quale sia il motivo, ma tirate giù mia sorella da quella croce]
[Non posso farlo]
[Perché? Io sono...]
[Lo so chi sei! Duke Fleed] gridò il giovane facendo uscire tutta la rabbia che prima aveva represso.
[Il principe Duke Fleed, il traditore del suo pianeta, e la sorella, Grace Maria Fleed!]

Photobucket



Queste parole lo colpirono come dardi acuminati. Era proprio ciò che aveva più temuto. L'unico modo per risolvere questo equivoco, a questo punto, era il confronto diretto.
[Non è così. Noi non abbiamo tradito il pianeta Fleed]
[Che stai dicendo. Durante quell'ultima guerra da incubo, hai portato via Goldrake da Fleed e hai venduto l'anima al Grande Re Vega]
[No c'è un errore]
[Taci! Non ti eri forse fidanzato con la figlia di quel demonio maledetto? Ti sei fatto sedurre da quella strega.]
Con queste parole, la gente che fino a poco prima era rimasta in silenzio cominciò a mormorare, poi, rompendo la calma, l'aria si riempì di voci che maledivano il principe Duke Fleed.
[E' così. Maledetto traditore.][Questa volta sei venuto fin qui per ucidere noi sopravvissuti][Credi davvero che ci faremo uccidere così facilmente?][Uccidiamolo!][Uccidiamolo prima di essere uccisi noi!]
Fu travolto dalla pressione della folla [Vi sbagliate! Ascoltatemi!] Nonostante gridasse a pieni polmoni, la sua voce era cancellata dalle grida della folla. Ma non aveva altra scelta. Doveva a tutti i costi chiarire questo equivoco. Sarebbe stata la prima prova nella difficile ricostruzione di Fleed.
In quel momento una voce che sovrastò quelle di tutti rimbombò nella sala. [Fate silenzio tutti quanti!].

Photobucket



Come l'acqua che ritorna tranquilla dopo che vi è stato gettato un sasso, calò il silenzio. Tutti si voltarono verso colui che aveva parlato.
Nel mezzo della folla si aprì uno spazio, proprio come succede quando si alza un sipario. In quello spazio si ergeva un vecchio. [No...nonno] Il giovane ne era intimorito. Il vecchio parlò di nuovo
[Pegasus! Te l'avrò ripetuto mille volte di non fare di testa tua.]. Era un vecchio magro e piccolo di statura, ma si avvertiva che aveva una certa autorità. Camminò lentamente in mezzo alla folla. Actarus, avvertendo la pressione che il vecchio esercitava, deglutì.
[A quanto pare il principe vorrebbe dire qualcosa. Avremo tutto il tempo dopo per decidere il suo destino e quello della principessa. Non è vero Pegasus?]
Nessuno fu contrario alla decisione del vecchio, e anche il giovane che prima aveva sobillato la folla, Pegasus, tacque.
Era evidente che il vecchio era colui che aveva guidato i fleediani superstiti fino a quel momento. In ogni caso, Duke vide in quella circostanza l'unica occasione che aveva per chiarire l'equivoco.

Photobucket




[Grazie signore...Ascoltatemi tutti! Io non ho mai tradito il pianeta Fleed. Mai. E' vero, ero fidanzato con la figlia di Re Vega il Grande, Rubina. Ma era tutto un inganno di Re Vega il Grande. Ci fece fidanzare, promettendo l'unione di Vega e di Fleed allo scopo di portare la pace nell'universo, solo per allentare l'attenzione di mio padre, poi attaccò a sorpresa con il suo esercito. Rubina mi amava veramente. Ma anche lei fu ingannata da Re Vega il Grande. L'obiettivo di Re Vega il Grande era quello di distruggere Fleed, e di impadronirsi di Goldrake. Goldrake era stato costruito riunendo tutte le conoscenze scientifiche di Fleed, affinché fosse messaggero di pace. Ma Re Vega il Grande voleva usarlo come strumento di invasione e dominio. Non appena inizò l'attacco da parte dell'esercito di Vega, mio padre fu il primo a capire quale era l'obiettivo di Re Vega il Grande e mi disse: Fuggi nello spazio con Goldrake. Non deve cadere nelle mani di Vega. Io non volevo lasciare Fleed. Ma non si poteva fare altro e così ho obbedito all'ordine di mio padre e sono fuggito nello spazio. Mentre Goldrake lasciava Fleed non ho fatto altro che maledire Re Vega, che aveva ingannato mio padre, e me stesso, che pur essendo il principe di Fleed non sono riuscito a difendere il pianeta. Ho vagato senza meta nello spazio, finché non sono malamente atterrato sul terzo pianeta del sistema solare situato nella via lattea, la Terra. Era un pianeta molto simile a Fleed. Sono stato salvato da un uomo di quel pianeta. Era mia intenzione vivere come un terrestre e dimenticare tutto. I terrestri erano gentili e l'uomo che mi aveva salvato comprendeva bene i miei sentimenti. Ma Re Vega il Grande stava per allungare le sue adunche mani anche sulla Terra. Non avrei più voluto salire su Goldrake. Pensavo fosse a causa sua che Fleed era stato distrutto da Vega. Ma le invasioni di Re Vega il Grande continuarono senza pietà. I mostri spaziali attaccarono la Terra uno dopo l'altro. La Terra non era dotata di città in grado di respingere l'invasione di Re Vega il Grande. Così ho preso la mia decisione. Avrei combattuto affinché non si ripetesse la tragedia di Fleed. Così cominciò una lunga guerra. Combattei con l'aiuto di alcuni terrestri coraggiosi e alla fine riuscii ad abbattere il tiranno. Ormai il pianeta Vega è stato distrutto. Nessuno attaccherà più il pianeta Fleed].
Così termino il racconto sulla lunga e difficile guerra. Aveva testimoniato la verità nel modo più fedele possibile. Non avrebbe potuto fare null'altro. Mentre parlava, non si era levata una voce. Ma in mezzo alla folla c'era ancora chi lo guardava severo. Specialmente Pegasus. Nel suo sguardo c'era una strana luce di sfida. (Ma perché? Cosa li spinge ad essere tanto ostili?) pensò Duke. Il vecchio parlò di nuovo [Dunque, principe...perché sei ritornato su questo pianeta?]
[Durante la guerra, Rubina è venuta sulla Terra. E mi ha detto che il pianeta Fleed stava rinascendo. Sono ritornato per ricostruire il pianeta Fleed. Rubina è morta per proteggermi dall'attacco dei Veghiani. Lei voleva veramente la pace tra Vega e Fleed. E' per questo che è morta.]
Il silenzio continuò per un po'. A romperlo fu una ragazza che si fece largo tra la folla
[Gente! C'è stato un grosso equivoco. Ci siamo sbagliati su di lui]. Seguendo la ragazza, si fece avanti un ragazzo. Aveva circa la stessa età di Pegasus [Giusto! Perché non uniamo le forze per ricostruire il pianeta?] Duke ne fu felice. Anche se pochi, qualcuno lo aveva compreso, e per lui questa era la cosa più importante. Ma la voce che seguì era quella di Pegasus. [Aspettate!]

Continua


Per i commenti: https://gonagai.forumfree.it/?t=61976024

 
Top
12 replies since 27/7/2012, 15:25   2593 views
  Share